1- RUMORS! ‘O GUARGUAGLIONE ANNUNCEREBBE LE DIMISSIONI IL PROSSIMO MARTEDÌ, IL CDA FINMECCANICA PER CACCIARLO È IN AGENDA PER GIOVEDÌ PRIMO DICEMBRE. IN CAMBIO VORREBBE OTTENERE LA MANLEVA SU EVENTUALI ATTI GIUDIZIARI E LA LIQUIDAZIONE 2- LA POLITICA TIRA UN SOSPIRO DI SOLLIEVO NEL LEGGERE CHE IL PM PAOLO IELO HA ISCRITTO AL REGISTRO DEGLI INDAGATI SOLO DUE PARLAMENTARI: L’UDC NARO E MILANESE 3- IL PENTITO LORENZO COLA ERA EVIDENTEMENTE IN COMPETIZIONE CON BORGOGNI PER DIMOSTRARE A GUARGUAGLINI CHI AVESSE MIGLIORI RAPPORTI CON LA POLITICA. È COLA, AD ESEMPIO, CHE AGGANCIÒ TREMONTI. A DIFFERENZA DI QUANTO SOSTIENE L’EX MINISTRO (“L’INCONTRO AVVENNE NEL PERIODO IN CUI ERAVAMO ALL’OPPOSIZIONE”), COLA RICOSTRUISCE TUTT’ALTRA STORIA. “GUARGUAGLINI VENNE CONVOCATO A PALAZZO CHIGI DAL DOTTOR LETTA E DALL’AMBASCIATORE LIBICO. GLI FU RAPPRESENTATA LA POSSIBILITÀ CHE FONDI SOVRANI LIBICI ACQUISISSERO QUOTE DI FINMECCANICA”
1- COLA, MILANESE, TREMONTI E L'AFFAIRE LIBIA
Francesco Grignetti per "la Stampa"
IL CONSULENTE LORENZO COLA
Precisano, negano, smentiscono. Ma l'impressione è che sia scattato il si-salvi-chi-può. Giuseppe Pugliesi, ex amministratore delegato di Enav, in carcere da cinque giorni, nega tutto e dice che chi lo accusa - i pentiti Tommaso Di Lernia e Lorenzo Cola - lo fa per vecchie ruggini. «Le accuse sono la conseguenza delle sue iniziative aziendali contrarie agli interessi economici di chi lo ha accusato», dice l'avvocato Francesco Scacchi.
SCATTA IL «SI SALVI CHI PUû
Il presidente di Finmeccanica, Pier Lorenzo Guarguaglini, che già ha mollato il consulente personale Cola, ieri ha poi preso le distanze dal suo braccio destro ufficiale Lorenzo Borgogni (a «Il Fatto» che lo intervista: «Di errori ne faccio tanti... uno con Lorenzo Cola e questo potrebbe essere il secondo»). Parole che non sono piaciute al diretto interessato, che s'è fatto molto minaccioso: «Da quello che sento - dice in tv a Corrado Formigli, La7 - ho l'impressione che Guarguaglini mi stia scaricando».
L'INCONTRO MICCICHÃ-IANNILLI
Anche l'ex sottosegretario Gianfranco Micciché s'è affrettato a precisare, quanto al suo incontro con Marco Iannilli, faccendiere alle dipendenze di Lorenzo Cola, in cui si parlò della gestione dei fondi Cipe: «Confermo il pranzo al "Gallura" tuttavia non ho alcun ricordo né di Iannilli, né degli argomenti trattati. Se qualcuno dovesse chiedermi l'aspetto fisico di questo signore non sarei in grado di rispondere. Una cosa è certa, l'incontro non ha comportato assolutamente nulla, tant'è che non ho mai più incontrato Iannilli».
La politica tira un sospiro di sollievo nel leggere che il pm Paolo Ielo ha iscritto nella sua inchiesta al registro degli indagati solo due parlamentari: il tesoriere dell'Udc, Giuseppe Naro, e Marco Milanese. Intanto le indagini marciano spedite. Sono indagati diversi manager e membri del disciolto cda Enav per le mazzette incassate. L'interrogativo è se i soldi siano rimasti nelle loro tasche o non siano arrivati ai partiti di riferimento.
Di sicuro il pentito Lorenzo Cola viene presentato come una figura minore, ma si scopre che aveva contatti di altissimo livello. A casa sua si tengono cene importanti: una per far conoscere Pugliesi e Guarguaglini; un'altra sollecitata dall'ex deputato Ilario Floresta non appena sbarca all'Enav; un'altra ancora tra Guarguaglini e Marco Milanese «con lo scopo di realizzare un rapporto diretto secondo linee di normalità nei rapporti tra azionista e società controllata».
L'INCONTRO CON IL MINISTRO
Cola era evidentemente in competizione con Borgogni per dimostrare a Guarguaglini chi avesse migliori rapporti con la politica. à Cola, ad esempio, che agganciò Tremonti. A differenza di quanto sostiene l'ex ministro («L'incontro avvenne nel periodo in cui eravamo all'opposizione», ha scritto in una nota), Cola ricostruisce tutt'altra storia. «Guarguaglini venne convocato a Palazzo Chigi dal dottor Letta e dall'ambasciatore libico. Gli fu rappresentata la possibilità che fondi sovrani libici acquisissero quote di Finmeccanica».
Di quest'interessamento libico, però, Tremonti non sapeva ancora nulla. Fu Cola a spiegargli il tutto nell'incontro avvenuto nello studio del senatore Giulio Andreotti. «Rappresentai che c'era una proposta alternativa all'ingresso in Finmeccanica dei fondi sovrani libici e gli dissi che la proposta sarebbe stata enucleata dal Guarguaglini alle 17 dello stesso giorno. Dopo tale incontro, Guarguaglini mi telefonò e mi disse che l'azionista di riferimento era dell'idea della creazione della Newco».
LA SOCIETÃ CON GLI ARABI
L'ipotesi suggerita da Cola era una società a tre con la Libia e l'Arabia Saudita. E alla fine Newco fu. «Venne costituita anche grazie alla mia attività e per tale ragione venni pagato utilizzando la Print Sistem in Libia, per i lavori del "border", il confine». Fu pagato cioè con il sistema delle sovrafatturazioni. Ma Guarguaglini sapeva come lei otteneva le remunerazioni?, gli chiede il pm Ielo. «Sì. Ne ho parlato con Guarguaglini e lui mi ha detto di fare come credevo».







