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SALARIO MINIMO, CONTRATTAZIONE COLLETTIVA: NON IMPORTA LO STRUMENTO, L’IMPORTANTE È ALZARE GLI STIPENDI – L’EMERGENZA RETRIBUTIVA IN ITALIA, ACCENTUATA DALL’INFLAZIONE, È UNA QUESTIONE ORMAI NON RINVIABILE. FINORA LA POLITICA SI È RIPARATA DIETRO I PARERI DEL CNEL E DEI GIUDICI. MA UN CAMBIAMENTO NON È PIÙ RINVIABILE - CUNEO FISCALE, CONTRIBUTI, SOSTEGNO AL REDDITO: COSA SI PUÒ FARE?

Estratto dell’articolo di Gerardo Villanacci per il "Corriere della Sera"

 

SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY 1

Nell’imperscrutabile e purtroppo fortemente ideologizzato mondo del lavoro, vi sono due certezze. La prima è che la pandemia ha accelerato il processo di cambiamento da tempo in atto che ridisegnerà, soprattutto attraverso la digitalizzazione e il lavoro a distanza, nuovi modelli occupazionali che inevitabilmente saranno sempre più ancorati alla competenza, essendo questa l’unica strada possibile per la crescita sociale ed economica.

 

L’altro dato incontestabile è che nel nostro Paese persiste un’emergenza retributiva ormai insostenibile […], […] accentuata dall’inflazione.

 

Si tratta di una questione rilevante sulla quale periodicamente si accendono i riflettori benché, ad oggi, le uniche soluzioni prospettate siano state quella dell’imposizione di un salario minimo per legge e l’implementazione della contrattazione collettiva.

 

stipendio

Posizioni senza dubbio legittime, […] ma verosimilmente non utili da sole a risolvere la composita problematica. Per quanto concerne il salario minimo, […] il governo ha ritenuto di affidarsi al parere del redivivo Consiglio nazionale dell’economia e lavoro (Cnel) al quale ha delegato il gravoso compito di formulare una proposta per contrastare il lavoro povero.

 

Proposta di recente elaborata con la quale, pur riconoscendo l’insufficienza dei salari, è stata espressa […] la contrarietà a una retribuzione minima in quanto «potrebbe falsare le dinamiche contrattuali». Detto in estrema sintesi, il Cnel ritiene che la strada maestra sia quella di ampliare il sistema della contrattazione collettiva.

 

LAVORATORI SOTTOPAGATI

Sul punto è opportuno aggiungere che nel giugno del 2022 il Consiglio Europeo ha adottato la Direttiva che impone a tutti gli Stati membri, nel termine di due anni, di «istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi» per garantire ai lavoratori un livello di vita dignitoso […].

 

Una prescrizione che l’Italia già rispetta poiché, secondo i dati Istat, il salario medio è superiore a 7,1 euro imposto dall’Europa e inoltre la contrattazione collettiva […] raggiunge la percentuale del 96,5% dei lavoratori dipendenti.

 

SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY

Nella disputa tra favorevoli e contrari al salario minimo, si inserisce una significativa sentenza del 2 ottobre scorso (Cass. Civ. n. 27711/2023) con la quale […] il giudice ha stabilito che per valutare l’adeguatezza di una retribuzione, devono essere considerati i parametri costituzionali di proporzionalità e sufficienza anche a prescindere dalla contrattazione collettiva […].

 

Un chiarimento importante poiché effettivamente […], la questione di una adeguata retribuzione deve essere risolta sostanzialmente, vale a dire applicando la Costituzione o per meglio dire quei principi in essa contenuti e da sempre disattesi […]. Oppure reinterpretando gli altri in linea con l’attuale situazione culturale ma anche economica e sociale.

 

Tenendo ferma la barra sulla rotta della ormai consolidata cultura del lavoro quale principale strumento per la realizzazione dell’individuo nella società e per l’affermazione della sua personalità, bisogna superare l’anacronistica visione di una naturale e costante conflittualità tra i lavoratori e i datori di lavoro poiché solo la collaborazione tra gli stessi può scongiurare la crisi dell’occupazione e del mercato.

 

GIORGIA MELONI INCONTRA LE OPPOSIZIONI PER IL SALARIO MINIMO

Certamente non possono in alcun modo essere messi in discussione i diritti inviolabili acquisiti, ormai radicati a tal punto da essere ritenuti irrinunciabili come la durata della prestazione, il diritto al riposo e alle ferie. Ma è necessario prendere atto che l’inadeguatezza delle retribuzioni deve essere affrontata e risolta attraverso una pluralità di interventi che devono riguardare sia la promozione della competenza, destinando maggiori risorse alla formazione, che il sostegno al reddito, mediante la riforma della disciplina previdenziale e dell’ordinamento sindacale intervenendo al contempo anche sul cuneo fiscale.

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