xi jinping a san francisco joe biden

A SAN FRANCISCO È L’ORA DEL DISGELO – JOE BIDEN E XI JINPING SI SONO STRETTI LA MANO: È COMINCIATO, CON MEZZ’ORA DI RITARDO, L’INCONTRO TRA IL PRESIDENTE AMERICANO E QUELLO CINESE, IL PRIMO DOPO UN ANNO – I TEMI SUL TAVOLO: IL CLIMA, I DIRITTI UMANI, MA SOPRATTUTTO I CONFLITTI IN UCRAINA E GAZA – XI PUNTERÀ A CORTEGGIARE IL GOTHA DELL’ECONOMIA USA IN UNA CENA DA 40MILA DOLLARI A TAVOLO: IN PRIMA FILA ELON MUSK E I CEO DELLE PIÙ GRANDI AZIENDE A STELLE E STRISCE

 

 

1. STRETTA DI MANO BIDEN-XI, PRIMO INCONTRO DOPO UN ANNO

LA STRETTA DI MANO TRA XI JINPING E JOE BIDEN A SAN FRANCISCO

(ANSA) - Stretta di mano tra Joe Biden e Xi Jinping nella storica tenuta di Filoli, alle porte di San Francisco, per il loro primo incontro di persona dopo un anno, cominciato con almeno mezz'ora di ritardo. Un summit finalizzato al disgelo dopo che le relazioni sono arrivate al punto più basso degli ultimi decenni. L'ultima volta che il presidente cinese era stato in Usa risale al 2017.

 

2. 'BIDEN SOLLEVERÀ CON XI TIMORI SU DIRITTI UMANI E UIGURI'

(ANSA) - Joe Biden solleverà le preoccupazioni americane sui diritti umani in Cina, compreso il trattamento degli uiguri: lo ha detto in un briefing telefonico il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale Usa John Kirby, rispondendo ad una domanda dei reporter.

 

3. L'ORA DEL DISGELO BIDEN-XI, 4 ORE DI FACCIA A FACCIA

Claudio Salvalaggio per l’ANSA

 

xi jinping joe biden nel 2012

 Una stretta di mano, sorrisi di rito e quattro ore di faccia a faccia in una scenografica residenza alle porte di San Francisco per avviare il disgelo tra Usa e Cina. Non un reset, ma una ripresa del dialogo a tutti i livelli, anche militari, per "gestire responsabilmente la competizione" evitando che le tensioni degenerino in conflitti, in un mondo già troppo in fiamme.

 

Con un invito a cooperare rilanciato anche da media statali del Dragone come il Quotidiano del Popolo, che ricorda come "il popolo cinese non dimenticherà mai un vecchio amico". Era l'obiettivo minimo del summit tra Joe Biden e Xi Jinping dopo che le relazioni tra i due Paesi sono scivolate al punto più basso, col tonfo finale dei palloni spia cinesi.

 

Entrambi i presidenti avevano bisogno di una tregua, il primo per motivi politici, il secondo per ragioni economiche: Biden vuole evitare un conflitto aperto con Pechino nel bel mezzo di due guerre e della difficile campagna per la rielezione, Xi intende rilanciare una crescita in frenata, minacciata dalla bolla immobiliare.

XI JINPING E JOE BIDEN GIOCANO A SCACCHI - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY

 

"Pace e sviluppo globali", i due binari del vertice indicati da Pechino alla vigilia dell'incontro, il primo di persona dopo un anno ma il settimo tra i due leader, che si conoscono dal 2011, quando entrambi erano vicepresidenti. Xi non metteva piede negli Usa dal 2017, epoca Trump.

 

Biden ha dato il benvenuto al presidente cinese - che in passato aveva definito "un dittatore" - in una location tenuta segreta dalle parti sino all'ultimo, per timore di contestazioni: la storica tenuta Filoli, 40 km a sud di San Francisco, 654 acri di verde che circondano una residenza di campagna in stile revival georgiano immersa in giardini rinascimentali all'inglese, ideali per una passeggiata dopo il pranzo di lavoro.

 

E' qui che i capi delle due superpotenze hanno cercato possibili punti di incontro sui principali dossier bilaterali e globali, anche se le divergenze non mancano e i rispettivi team dovranno continuare a confrontarsi. La prima intesa è stata trovata sul clima, poche ore prima del vertice, quando Usa e Cina hanno firmato una dichiarazione comune in cui si impegnano a lavorare insieme contro "una delle più grandi sfide del nostro tempo", intensificando la cooperazione sul metano e sostenendo gli sforzi globali per triplicare l'energia rinnovabile entro il 2030.

 

XI JINPING VS JOE BIDEN - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY

Il documento tace sull'uso del carbone e sul futuro dell'energia fossile ma in ogni caso si tratta di un segnale positivo, anche in vista dell'imminente Cop28. Preannunciato anche un accordo con cui Pechino lancerà un giro di vite sulla produzione e l'esportazione dei precursori chimici del Fentanyl, l'oppioide sintetico a basso costo che miete decine di migliaia di vittime ogni anno in Usa. In cambio Washington potrebbe revocare le sanzioni contro l'istituto di scienze forensi, accusato di collaborare alla repressione degli uiguri nello Xinjiang, anche se la Casa Bianca ha assicurato che i diritti umani in Cina, compresa la repressione degli stessi uiguri, sono nei 'cahiers de doléances' di Biden.

 

xi jinping joe biden al g20 di bali 3

Tra i risultati dati per acquisiti alla vigilia, il ripristino della hotline militare, cancellata da Pechino dopo la controversa visita dell'allora speaker Nancy Pelosi a Taiwan nel 2022. Previsto anche un impegno a limitare l'uso dell'intelligenza artificiale nelle armi nucleari. Tutta da verificare alla prova dei fatti la risposta di Xi alla richiesta di Biden di uno sforzo per la de-escalation sia in Medio Oriente (in particolare facendo pressione sull'Iran perché non allarghi il conflitto) che in Ucraina (in questo caso il pressing richiesto è anche sulla Corea del Nord): il leader cinese resta il principale alleato politico di Putin e ha sposato la causa palestinese.

 

joe biden xi jinping g20 bali

Prove di equilibrismo poi su Taiwan, dove alla vigilia delle elezioni i due presidenti pretendono garanzie reciproche di non interferenza, con la Casa Bianca ferma sulla politica Usa che riconosce un'unica Cina ma che vuole difendere la democrazia dell'isola, pur non sostenendone l'indipendenza. Sullo sfondo anche la rivalità nell'Indo-Pacifico. Sul fronte economico Biden ha dipinto una Cina con "problemi reali" ("una bomba a orologeria", ha detto di recente) ma ha escluso il decoupling riaprendo agli scambi commerciali. Xi vuole di più, l'allentamento dei dazi e dei limiti all'export high-tech Usa. Nel frattempo punta a corteggiare il gotha dell'economia americana in una cena da 40 mila dollari a tavolo: in prima fila Elon Musk con i ceo di Microsoft, Citigroup, Exxon Mobil. Il messaggio è che "la Cina è ancora un buon posto per investire" ma le aziende Usa chiedono rassicurazioni contro restrizioni e abusi.

xi jinping joe biden al g20 di bali xi jinping joe biden al g20 di bali 2

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”