1. SARA’ UN MERCOLEDI’ DA LEONE (O DA FANFARONE?) PER IL BULLETTO DI PONTASSIEVE 2. QUESTA, IN OGNI CASO, SARÀ LA SETTIMANA DEL CUNEO FISCALE E DEL POMPOSO “JOBS ACT”. E NON LA SETTIMANA DELL’ITALICUM, DI CUI NON FREGA PIÙ NIENTE A NESSUNO 3. SARÀ LA SETTIMANA IN CUI IL ROTTAM’ATTORE DOVREBBE AGGIUNGERE PER LA PRIMA VOLTA DEI FATTI ALLE TANTE CHIACCHIERE E AL DISTINTIVO BRUTALMENTE STRAPPATO A LETTA-NIPOTE: UN TAGLIO FISCALE “DI SINISTRA” E UNA RIFORMA DEL LAVORO “DI DESTRA” 4. SI SPIEGA SOLO COSÌ IL DUELLO RUSTICANO CON LA CGIL DI SUSANNA CAMUSSO, ALLA VIGILIA DI UN TAGLIO DELL’IRAP CHE UN SINDACATO NORMALE DOVREBBE ACCOGLIERE IN VARI MODI, MA NON CERTO CON MINACCE DI SCIOPERI (NESSUNO HA ANCORA CAPITO CHE COSA RENZI ABBIA IN COMUNE CON LANDINI, A PARTE L’AMBIZIONE E LA VERBOSITÀ INCONTENIBILI)

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - UN MERCOLEDI' DA LEONE (O DA FANFARONE?) PER MATTEUCCIO
Un taglio fiscale "di sinistra" e una riforma del lavoro "di destra". Da annunciare lo stesso giorno, mercoledì prossimo. Renzie si trasforma in uomo-sandwich, con la riduzione delle tasse a famiglie e lavoratori ben in vista sulla petto e un pacchetto di misure sul lavoro, verosimilmente tutto orientato sulle necessità delle imprese, scritto piccolo piccolo come un bugiardino, ma da portare poi a Mamma Merkel per la vidimazione.

Si spiega solo così il duello rusticano con la Cgil di Sussanna Camusso, alla vigilia di un (probabilissimo) taglio dell'Irap che un sindacato normale dovrebbe accogliere in vari modi, ma non certo con minacce di scioperi.

"Vogliamo essere sentiti prima", ripete la Camusso, che vorrebbe capire qualcosa di quello che c'è scritto dietro la schiena del Rottam'attore. "Mettete online i costi del sindacato", risponde (a pera) il bulletto di Pontassieve, che non tira avanti senza un avversario con il quale fare a cazzotti. E che tanto per far capire che ora comanda lui, vuole anche scegliersi il capo del primo sindacato italiano. Anche se nessuno ha ancora capito che cosa abbia in comune con Landini, a parte l'ambizione e la verbosità incontenibili.

Questa, in ogni caso, sarà la settimana del cuneo fiscale e del pomposo "Jobs Act". E non la settimana dell'Italicum, di cui non frega più niente a nessuno (e infatti si dibatte sulla questione di genere). Soprattutto, sarà la settimana in cui il Rottam'attore dovrebbe aggiungere per la prima volta dei fatti alle tante chiacchiere e al distintivo brutalmente strappato a Lettanipote.

Se giornali e tv faranno il proprio dovere, non cadendo nella trappola di quella formidabile macchina spara-slogan che s'è installata a Palazzo Chigi, si potrà finalmente cominciare a giudicare Renzie dalla qualità e dal coraggio delle sue azioni. A quattro anni dalla prima Leopolda, sarebbe anche ora. Diciamo che la comparsata del premier da Fabio Fazio, ieri sera, non autorizza grande ottimismo.

2 - MENO TASSE PER TUTTI?
Il famoso taglio fiscale promesso dal Banana arriva con qualche anno di ritardo, ma alla fine arriva. Solo che lo fa un altro. Uno che ha la metà degli anni di Berlusconi e una parlantina con la quale riuscirebbe a vendere multiproprietà nel Sahara ai beduini. La Repubblica di San Matteo annuncia la lieta novella: "Renzi: così taglierò le tasse. ‘Più soldi a chi guadagna poco". E dentro, vai con i pronostici del lunedì: "Così il taglio dell'Irpef darà una spinta alla crescita. ‘Il Pil più su dello 0,8%'. Effetto sui consumi dai maggiori sgravi" (p. 4).

Perplesso il Corriere, che in prima pagina scopre e denuncia una grave disparità: "Giù le tasse ma non per tutti". Dentro, ancora impostazione minimalista: "Renzi: taglierò le tasse per aiutare le famiglie. ‘Qualche decina di euro a chi ne guadagna 1.500 al mese'" (p. 2). Poi si ride con l'entusiasmo del rappresentante kazako in Italia: "Alfano: sull'Irpef botta forte, un segnale senza precedenti" (p. 2). Tanti anni al governo con il Banana e per gioire così ha dovuto aspettare un governo a guida democrat.

La partita comunque non è ancora chiusa, come racconta il Messaggero: "Il premier punta tutto sull'Irpef. Tesoro e Alfano: meglio un mix. Il segretario dem: solo così scossa forte ai consumi, le imprese avranno altro. Ncd e Scelta Civica spingono per una ripartizione 70-30 tra privati e aziende" (p. 3). Non stupisce, il blocco "sociale" di questi due partiti è quello di Confindustria.

Rosica da morire il Giornale di Berlusconi, dopo anni di promesse a vuoto: "Tagliare l'Irap o l'Irpef? L'eterno derby fiscale buono solo per illuderci. Esecutivo indeciso se aiutare imprese o lavoratori. Ma il trucco è noto: si fanno grandi annunci per arrivare a un compromesso inefficace" (p. 5). Divertente anche l'intervista all'economista Emiliano Brancaccio, ex allievo del ministro dell'Economia: "Padoan? E' il profeta del dolore fiscale" (p. 6).

3 - ROTTAMARE ANCHE LA CAMUSSO?
Se davvero siamo alla vigilia della prima vera diminuzione di tasse da tempo immemorabile, bisognerebbe essere tutti allegri e contenti e indossare il sorrisone delle grandi occasioni. E invece niente, l'Uomo Ruspa ha già individuato il suo prossimo cartellone da abbattere: è quello con il faccione della Camusso. La Stampa di Marpionne gode così: "I sindacati contro? Ce ne faremo una ragione. Renzi: ‘Cgil, Cisl e Uil inizino a fare la loro parte: mettano online tutte le spese che hanno" (p. 2).

Repubblica racconta: "Scatta l'Opa di Landini sulla Cgil, il patto con Renzi cambia il sindacato. Fiom, filo diretto con Palazzo Chigi. La segreteria nell'angolo. Il premier e il capo delle tute blu hanno in comune la velocità nelle decisioni. Proprio mentre Camusso incalza l'esecutivo, lo Spi-Cgil dà fiducia all'ex sindaco". L'organizzazione dei pensionati (tre milioni di iscritti) ha scelto proprio ieri per far uscire un sondaggio in base al quale il 70% dei pensionati avrebbe molta o abbastanza fiducia nel presidente del Consiglio (p. 7).

4 - ITALICUM, L'ARMA DELLE DONNE PER ARCHIVIARE IL RENZUSCONI?
Continua la gioiosa ammuina delle quote rosa intorno a quel che resta del patto Renzi-Berlusconi. Corriere: "Italicum alla stretta finale. Sulle donne non c'è l'intesa. Trattative continue tra i ministri del Pd e Verdini. No degli azzurri. Il premier: la parità non sono le quote. Voci di uno scambio tra l'emendamento a favore della parità di genere e il salva-Lega" (p. 8).

Più donne in Parlamento, ma scortare da manipoli di Borghezi e Cosentini? E fa bene la Prestigiacomo a fa notare che gli stessi maschietti contrari all'emendamento rosa hanno votato tranquillamente il medesimo meccanismo per le Europee: "Se la poltrona non è la loro, problemi non ce ne sono" (Corriere, p. 9).

Sente puzza di fregatura la pitonessa Santadechè, giunta alla sua milionesima intervista su Repubblica: "L'emendamento viola il patto e se passa allora io voto le preferenze. Non c'è nessuna renziana che abbia sottoscritto l'appello delle novanta deputate, qualcosa vorrà pur dire" (p. 9).

5 - LOMBROSIANI PER SEMPRE
Ritagliare e rimirare la sacra immaginetta pubblicata a pagina 6 dal Corriere della Sera. Vi si contempla una biondina vestita sobriamente e con la faccia pulita che sbandiera una tessera di partito su un palco con lo sfondo rosso. La sinistra italiana ha finalmente trovato un leader. Solo che per un disguido su quella tessera numero uno, anziché il nome di De Benedetti, c'è scritto Meloni Giorgia. Comunicazione di servizio per la Commissione Elettorale Suprema: meno casino nelle designazioni. Fare ordine.

6 - ROSA D'IMBARAZZO
Giancarlo Perna, sul Giornale, oggi si dedica alla ministra Mogherini, "la fan di Arafat che dorme con ‘Bella ciao'". E va a ripescare un post del 2012 sul suo blog in cui, per farsi bella con Bersani, scriveva: "Renzi ha bisogno di studiare un bel po' di politica estera...non arriva alla sufficienza" (p. 9). Adesso però le pagelle le distribuisce lui. ¬

7 - PIU' POLTRONE PER TUTTI
Si chiama Upb, Ufficio parlamentare di bilancio, è nuovo di zecca ed è il sogno di decine di "tecnici" in cerca d'autore. "Super controllori dei conti in fila per l'Authority d'oro. Arriva l'Ufficio di bilancio, il garante che farà le pulci a Tesoro e Ragioneria. Ciampi-boys, Draghi-boys, ex mandarini in corsa per una poltrona da 300 mila euro. I tre componenti saranno scelti definitivamente dai presidenti della Camera e del Senato" (Messaggero, p. 4).
Ma cos'è, il primo passo verso l'abolizione della Corte dei conti? No, è il figlio del Fiscal compact. Insomma, una brutta bestia.

8 - COMPAGNI CHE SBA(RA)GLIANO
Non turberà le notti a Palazzo Chigi del turbo-garantista (con i suoi) Matteo Renzi, ma la vittoria dell'imputato D'Alfonso alle primarie in Abruzzo non è una di quelle notizie che aprono il cuore. Duro il Cetriolo Quotidiano: "Abruzzo, D'Alfonso vince le primarie farsa. Il candidato del Pd, imputato per corruzione nel processo Housework, sbaraglia i due avversari con l'80%. In 40 mila alle urne. La sua disinteressata amicizia con Carlo Toto", quello di Air One (p. 2).

9 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Capolavoro sul Corriere delle banche di oggi: "Banche, le partite che bloccano il credito. Solo Risanamento, Sorgenia e Tassara costano al sistema oltre sette miliardi e fanno da freno alla circolazione della liquidità. Da finanziatori a soci (involontari). In Italia sono 1,2 milioni le posizioni a rischio. E tutti sperano nella ‘Bad bank'". Tutti chi? Tutti gli istituti di credito. Ah ecco. Veramente notevole anche leggere, sempre sul supplemento economico dell'ex Corriere imbazolito, una lunga tirata su Romain Zaleski alla voce "Finanza spericolata" (p. 2). Benvenuti, con almeno sei anni di ritardo.

10 - IL GIORNALISMO E' UNA COSA MERAVIGLIOSA
Oggi tutti a caccia di Olimpio, il lettore della Gazzetta dello Sport che il 10 marzo di qualche anno fa ha rimorchiato Letizia con la seguente battuta: "Sei come un goal all'ultimo minuto: non te l'aspetti, per questo è così bello". Oggi Olimpio ha comprato una pagina sul Corriere della Sera (14) per invitarla a cena fuori e festeggiare. Se l'avesse incontrata oggi e se al bar leggesse il Corriere le avrebbe detto: "Sei come il taglio delle tasse: te lo promettono per vent'anni e poi arriva a tempo scaduto".

11 - BERGOGLIO SIEMPRE!
"Il Papa vuole studiare le unioni gay" (Messaggero, p. 7). Un modo simpatico e carino per annunciare un giro nei seminari?

 

RENZI FAZIO RENZI HOLLANDE MERKEL CAMERON.matteo renzi e angela merkel SUSANNA CAMUSSO E GIORGIO SQUINZIRENZI FAZIO SQUINZI E CAMUSSO RENZI FABIO FAZIO AGNESE LANDINI FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE renzi fazio ape ALFANO E RENZI ed df e fbac d renzi e berlusconi italicumDANIELA SANTANCHE DENIS VERDINI CROSETTO GIORGIA MELONI E IGNAZIO LA RUSSA CON LA TESSERA ELETTORALE AL QUIRINALERENZI MOGHERINI FOTO LAPRESSE Romain ZaleskiAlfred Xuereb con papa Francesco Bergoglio GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN

Ultimi Dagoreport

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)