salvini di maio

AJO' SALVINI! SARDEGNA AL VOTO TRA L'INCUBO M5S E UNA LEGA COL VENTO IN POPPA! I 5 STELLE TEMONO DI DIMEZZARE I PROPRI VOTI RISPETTO ALLE POLITCHE DEL 4 MARZO (PRESERO IL 40%, ORA SPERANO DI STARE SOPRA IL 20%) – IL LEADER LEGHISTA SENTE ARIA DI VITTORIA E ROMPE IL SILENZIO ELETTORALE SU FACEBOOK

Mario Ajello per il Messaggero

di maio

 

Un anno dopo. Il 4 marzo 2019 sta per arrivare e nel calendario pentastellato sembra trascorso un secolo dal 4 marzo 2018. In dodici mesi, dall' apoteosi dell'«ora comincia finalmente la Terza Repubblica, la Repubblica dei Cittadini!» (così proclamò Luigi Di Maio la notte del trionfo elettorale) si è passati all' evaporazione del 40% delle politiche (e del 30 in certe zone e del 5O in certe parti del Sud) e al dimezzamento nei sondaggi e nei voti reali, come in Abruzzo e probabilmente oggi in Sardegna, passando dai super flop in Friuli, in Molise, in Trentino.

 

SALVINI IN SARDEGNA

Ecco, il film intitolabile Un anno dopo è un horror grillino. O è la versione tragica e realistica dell' ultima commedia di Enrico Vanzina (regia Marco Risi): quella in cui l' ubriacatura di potere e la straordinaria inesperienza di governo del movimento finiscono sotto gli occhi degli spettatori. Compresi quelli che puntarono un anno, cioè un secolo, fa su M5S e ora sono spariti: per lo più nell' astensione. «Dobbiamo cambiare tutto», è lo slogan motivazionale di Di Maio; «I grillini non ci sono più», è lo sfogo del requiem teatrale di Grillo; e il Dibba è ricomparso e riscomparso come maschera dell' insostenibile leggerezza dell' essere pentastellati al tempo del governo e della supremazia di Salvini.

 

I TRADIMENTI Un anno dopo la crisi è dovuta forse ai tradimenti - dall' Ilva al Tap, dal sostegno alla banche al no all' autorizzazione a procedere per il leader leghista - o forse dal non aver avuto il fegato di tradire fino in fondo. Cioè di ammettere che l' impatto con realtà impone scelte serie su tutto e non aggiustamenti tattici tra il richiamo della foresta identitaria e il politicismo da governabilità. Winston Churchill, nel suo primo discorso alla Camera dei comuni, disse: «Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore».

elisei salvini

 

Forse avrebbero dovuto, e dovrebbero, ripetere queste parole Di Maio e gli altri, per tenersi il tesoro elettorale che si sta dissolvendo? Hanno preferito perdere la faccia piuttosto che la purezza, senza convertirsi davvero al pragmatismo del sì - il No Tav è soltanto uno dei no - che anche gran parte dei loro elettori si sarebbero aspettati. E chissà se la svolta - «Fare alleanze civiche e strutturarci come un vero partito», è il nuovo mantra di Di Maio - basterà a combattere la mestizia e a fermare l' emorragia. Magari sì, perché, «in questi anni ci hanno dato per morti tante volte ma sempre invano», dice il leader M5S e in effetti ha ragione: non è mai detta l' ultima parola.

 

SALVINI IN SARDEGNA 1

Però il cambiamento sembrava un gioco di prestigio, un anno fa: e oggi somiglia invece a un giocattolo rotto. E ieri nell' incontro tra Di Maio e i grillini sardi il mood questo era: «È vero, pensavamo di vincere in Sardegna ma almeno entreremo in consiglio regionale».

 

MARCIA TRIONFALE-FLOP Dalla marcia trionfale di un 4 marzo, insomma, ai premi di consolazione alla vigilia del 4 marzo successivo. E giù recriminazioni contro l' ex junior partner diventato padrone: «Salvini è un illusionista, noi invece...». Un anno dopo c' è il passato di un' illusione. E c' è la consapevolezza, tardiva, dell' errore di aver preso i ministeri economici - due, addirittura, per Di Maio: una bella grana - lasciando giocare Salvini con gli immigrati su cui riscuote visibilità e applausi.

LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

 

Mentre è tutto da vedere se la panacea del reddito di cittadinanza si rivelerà efficace per il rilancio necessario o se s' incepperà anche questo trampolino che aveva ben funzionato il 4 marzo scorso. E adesso, certamente Di Maio e gli altri staranno dando ragione alla massima di un bravo politologo, Moises Naim: «Il potere non garantisce più gli stessi privilegi di un tempo. Nel XXI secolo, esso è diventato più facile fa conquistare, ma più difficile da esercitare e più semplice da perdere».

grillo di maio casaleggio

 

 

SALVINI

Da repubblica.it

 

salvini

Matteo Salvini rompe ancora il silenzio elettorale e posta su Facebook inviti a votare la Lega ad urne aperte in Sardegna. Un comportamento simile a quello tenuto durante il voto regionale in Abruzzo. Un comportamento che ha scatenato centinaia di commenti entusiasti dei militanti leghisti, ma anche qualche domanda al ministro dell'Interno.

 

"Mi scusi Sig. Ministro degli Interni ma non esisterebbe una norma che prevederebbe il cosiddetto “silenzio elettorale”? A dirla tutta secondo la normativa vigente dovrebbe essere Lei (come Ministro) a controllarne effettiva applicazione. La ringrazio se vorrà cortesemente rispondermi", scrive un lettore della bacheca di Salvini.

MATTEO SALVINI IN SARDEGNAMATTEO SALVINI IN SARDEGNA

 

SALVINI IN SARDEGNA

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