LA TAGLIOLA DI SCAJOLA - I PM HANNO CHIUSO L’INDAGINE SULLA CASA “A SUA INSAPUTA”: SCIABOLETTA SARÀ CITATO IN GIUDIZIO PER FINANZIAMENTO ILLECITO - INSIEME AL COSTRUTTORE ANEMONE, CHE ATTRAVERSO GLI ASSEGNI DI ZAMPOLINI AVREBBE PAGATO 900MILA € DELL’APPARTAMENTO VISTA COLOSSEO - LA CONFERMA DEL PAGAMENTO ARRIVA DALLA GUARDIA DI FINANZA E DA ZAMPOLINI, CHE LO HA AMMESSO NELLA PRIMA PUNTATA DI “SERVIZIO PUBBLICO” DI SANTORO - MA LA PRESCRIZIONE INCOMBE: L’ACQUISTO È DEL 2004, SE I PM NON PROVANO CHE L’ULTIMO REATO SONO LE RISTRUTTURAZIONI DEL 2007, ADDIO PROCESSO…

Domenico Lusi per "Il Sole 24 Ore"

Si avvia verso il processo la vicenda dell'acquisto della casa di Claudio Scajola con vista sul Colosseo. La Procura di Roma ha chiuso l'inchiesta che vede l'ex ministro dello Sviluppo economico indagato per finanziamento illecito a un parlamentare insieme a Diego Anemone, l'imprenditore al centro dell'indagine perugina sul G8. Ieri il procuratore aggiunto, Alberto Caperna, e i pm Roberto Felici e Ilaria Calò hanno notificato agli indagati l'avviso di conclusione degli accertamenti.

Tra venti giorni i magistrati procederanno alla citazione diretta a giudizio davanti al Tribunale monocratico, rito previsto per i reati puniti con una pena massima inferiore ai 4 anni di reclusione. «Siamo sereni - commenta Giorgio Perroni, difensore di Scajola - verificheremo le carte e decideremo il da farsi. Quello che mi preme ribadire è la assoluta estraneità del mio assistito ai fatti contestati».

Con ogni probabilità, la data dell'inizio del dibattimento non sarà fissata prima della prossima primavera. Un elemento non secondario visto che proprio sulle date si giocherà gran parte del giudizio. Per il reato di finanziamento illecito la prescrizione è stabilita in sette anni e mezzo. Secondo i difensori degli indagati, i reati sono già prescritti o si avviano alla prescrizione entro la fine dell'anno in quanto sarebbero stati commessi il 6 luglio 2004, data del rogito per l'acquisto dell'appartamento in via del Fagutale 2.

Di diverso avviso i pm, secondo i quali la prescrizione va fatta partire dalla presentazione, nel 2007, dei bilanci della Amp, società riconducibile ad Anemone, incaricata di eseguire i lavori di ristrutturazione dell'immobile, iniziati a settembre 2004 e conclusi a maggio 2006.

Secondo questa diversa ricostruzione, il reato si prescriverebbe a fine 2014. Il filone di inchiesta che vede indagato Scajola è stato aperto da piazzale Clodio in base agli atti trasferiti lo scorso maggio, per competenza territoriale, dai pm perugini titolari dell'indagine sul G8. I fatti contestati all'ex ministro e ad Anemone sono noti. Secondo l'accusa Anemone avrebbe pagato, tramite l'architetto Angelo Zampolini, parte (circa 900mila euro su 1,7 milioni) della somma versata il 6 luglio 2004 dall'ex ministro per acquistare l'immobile.

In base a quanto ricostruito dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Virginio Pomponi, e dai Carabinieri del Ros, i soldi sarebbero stati fatti arrivare da Anemone alle sorelle Barbara e Beatrice Papa, proprietarie della casa in via del Fagutale, attraverso Zampolini, che avrebbe consegnato 80 assegni circolari della Deutsche Bank.

In seguito Anemone, come confermato dall'ultima informativa delle Fiamme Gialle consegnata ai pm il 20 ottobre, avrebbe pagato anche i lavori di ristrutturazione. Ascoltati dagli inquirenti, i titolari delle tre ditte incaricate dalla Amp di fare i lavori hanno detto di non avere mai emesso fatture nei confronti dell'ex ministro e che il loro referente era Anemone.

Dal canto suo, Scajola si è sempre dichiarato estraneo alle accuse, sostenendo di essere stato all'oscuro del pagamento di Anemone per l'appartamento, di avere acceso un mutuo di 600mila euro per l'acquisto e di avere pagato personalmente i lavori. Proprio il clamore suscitato dalla vicenda aveva costretto Scajola a rassegnare le dimissioni da ministro il 4 maggio 2010.

 

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