SCENEGGIATE NAPULITANE! ORA LA FINANZA INDAGA SUL CONCORSO DEL TEATRO MERCADANTE VINTO DA DUE PERSONE VICINE ALL'ASSESSORE REGIONALE ALLA CULTURA CATERINA MIRAGLIA E DE MAGISTRIS CACCIA IL PRESIDENTE DEL CDA IN QUOTA COMUNE

1 - LA FINANZA ACQUISIRÀ GLI ATTI. SI INDAGA PER ABUSO D`UFFICIO

Gianluca Abate e Titti Beneduce per “Il Corriere del Mezzogiorno”

 

TEATRO MERCADANTETEATRO MERCADANTE

Sarà l'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Napoli a far luce sull'intero procedimento che ha portato alla (contestata) assunzione di quindici persone al teatro Mercadante. I magistrati seguono la vicenda con «grande attenzione», e il pm titolare del fascicolo — Celeste Carrano — si è più volte confrontata con il procuratore aggiunto Alfonso D'Avino, coordinatore del pool Mani pulite.

 

Il pm ieri ha formalmente delegato la guardia di finanza di Napoli all'acquisizione di tutti gli atti relativi al concorso, che nelle prossime ore saranno dunque prelevati presso il Mercadante. L'inchiesta — che allo stato non fa registrare alcun nominativo iscritto nel registro degli indagati — ipotizza per il momento il reato di abuso d'ufficio. Agli atti sono allegati sia gli esposti dei candidati esclusi che gli articoli apparsi sulla stampa e relativi alle segnalazioni di quelle che vengono definite «anomalie nella procedura concorsuale». Gli accertamenti degli inquirenti riguarderanno innanzitutto il bando.

 

TEATRO MERCADANTE  TEATRO MERCADANTE

L'avviso, pubblicato sul sito del Mercadante il 16 dicembre 2014, scadeva infatti appena undici giorni dopo, il 27 dicembre alle 12. Alcuni candidati esclusi, tra l'altro, lamentano che nel bando relativo alla figura di addetto stampa non era riportato il requisito di iscrizione all'albo dei giornalisti, che sarebbe stato inserito in un secondo momento quando diverse domande erano state già inoltrate.

 

Gli oltre 1.500 curricula sono stati esaminati dalla società Adecco, che — come ha spiegato ieri il sales and marketing director Andrea Malacrida — s'è limitata a «verificare i requisiti richiesti per ogni figura professionale e attribuire a ciascun candidato un punteggio predeterminato contenuto in una griglia costruita sul Mercadante». Sono stati 75 i candidati selezionati.

 

TEATRO MERCADANTE TEATRO MERCADANTE

E, il 12 gennaio, una commissione di valutazione presieduta da Vincenzo Galgano ha iniziato i colloqui personali. I nomi degli ammessi a quei colloqui, però, saranno pubblicati sul sito del teatro solo il giorno dopo, il 13 gennaio. «Li abbiamo avvertiti via mail», hanno spiegato dal Mercadante. A una candidata, però, quella mail non è mai arrivata nonostante avesse superato le preselezioni. Vincenzo Galgano, ex procuratore generale di Napoli, ha difeso l'operato della commissione: «Gli unici candidati che sapevano qualcosa — non molto, ma qualcosa — erano quelli che sono stati scelti. Gli altri? Impreparati».

 

luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 4luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 4

Perplessità sulle modalità di selezione sono state sollevate anche da Alessandro Biamonte, l'avvocato che assiste tre dei candidati esclusi: «Era necessario un concorso pubblico. E, del resto, è sufficiente leggere lo statuto del Mercadante per appurare che i soci fondatori sono pubblici (Comune, Regione, Provincia), e dunque la natura non è dissimile da quella delle società partecipate che sono sottoposte agli obblighi di pubblicità e trasparenza. La Corte Costituzionale, tra l'altro, ha censurato leggi regionali elusive del pubblico concorso perché consentivano l'inquadramento in società, aziende o organismi della Regione in violazione del principio del pubblico concorso». Toccherà a un'indagine penale, adesso, accertare chi abbia ragione.

 

2 - MERCADANTE DE MAGISTRIS SILURA GIANNOLA

Bianca De Fazio per “la Repubblica”

 

luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 3luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 3

Il Comune silura il presidente del Consiglio di amministrazione del teatro Mercadante, Adriano Giannola. «Irrimediabilmente compromesso il giudizio di affidabilità» scrive la giunta di palazzo San Giacomo in un comunicato. «È venuto meno il rapporto fiduciario nei confronti del prof. Adriano Giannola», continua. Ma Giannola non ci sta. Resta al suo posto: «Mi rimetto alle decisioni dell'assemblea dei soci. Sono loro a dovermi chiedere, se ritengono, un passo indietro. Se me ne andassi, dopo la decisione odierna della giunta, sarebbe come ammettere una colpa. Che non ho».

 

Una giornata al cardiopalma. A metà mattinata il sindaco Luigi de Magistris emette un comunicato che annuncia, per lo Stabile napoletano, «una nuova fase». Vuole voltare pagina, dopo le polemiche sul concorso che ha visto, tra i 15 assunti al Mercadante, persone dell'entourage dell'assessore regionale Caterina Miraglia - anche una parente acquisita del figlio, il consigliere comunale Stanislao Lanzotti - e professionisti già impegnati nel Napoli Teatro Festival. Il comunicato giunge dopo giorni in cui il Comune ha preso le distanze dal concorso.

berlusconi caldoro 
berlusconi caldoro

 

Ha chiesto una relazione su come è stata fatta la selezione, ha chiesto lumi ai suoi rappresentanti in Cda, Pollice e Giannola. Quest'ultimo non sa nulla delle ultime decisioni del sindaco; quando i giornalisti gli telefonano per chieder conto di quanto sta accadendo, il professore cade dalle nuvole. Non sa della delibera della giunta comunale. Tempo due ore e convoca una conferenza stampa. Per dire, con parole pacate, misurate con lunghi silenzi, che resta al suo posto.

 

«Perché l'obiettivo più importante, oggi, è difendere il progetto di Teatro Nazionale. Io ho firmato la richiesta inviata a Roma il 30 gennaio. Io devo "rispondere al telefono" se il ministero per i Bern culturali vuole parlare col presidente. Certo la mia prima reazione, a caldo, sarebbe mandare tutto a quel paese. Resto per evitare danni ulteriori al Mercadante, per dare prova della solidità della governance del teatro, parametro importante per diventare Teatro Nazionale».

sepe e caldorosepe e caldoro

 

Anche il governatore Stefano Caldoro lo difende: «Persone come Giannola sono la migliore garanzia. Consiglio prudenza a tutti». Il comunicato del Comune preso atto delle dimissioni di Adriana Pollice, suo rappresentante in Cda, revocata la designazione dell'altro rappresentante dell'amministrazione, Giannola, appunto – contesta tre punti all'attuale gestione del Mercadante: la modifica dello Statuto, il nuovo contratto per il direttore artistico e il concorso per l'assunzione di 15 persone. Il direttore del Mercadante Luca De Fusco siede accanto a Giannola.

 

E ricorda, ad esempio, che a proposito dello statuto de Magistris lo aveva celebrato, con un comunicato, parlando di «importante decisione». Ed anche sul contratto che lo riguarda precisa: «II vecchio contratto sarebbe scaduto nel 2016, a metà della gestione triennale del Teatro Nazionale. Per evitare questo corto circuito abbiamo, col nuovo statuto, considerato decaduto il vecchio contratto e ne abbiamo fatto un altro per i prossimi 5 anni, dunque fino al 2019.

 

STEFANO CALDORO E LUIGI DE MAGISTRIS STEFANO CALDORO E LUIGI DE MAGISTRIS

Con l'impegno, messo a verbale due volte, che verrà rivisto nel 2017». Come dire che, scaduto il primo triennio del Teatro Nazionale, il cda avrebbe potuto sacrificare De Fusco. E poi il concorso, accusato d'esser opaco, che sta minando il presente e il futuro dello Stabile. «Abbiamo messo in piedi una procedura concorsuale tanto ineccepibile che sfido chiunque - aggiunge il direttore - a trovarne di altrettanto credibili».

 

«Adecco e il giudice Vincenzo Galgano (che presiedeva la commissione del concorso) hanno a mio avviso lavorato in maniera esemplare», incalza Giannola. Che si rigira tra le mani il cellulare. Ha appena ricevuto un sms dall'assessore comunale, Nino Daniele. Che racconta «gli ho scritto che avrei avuto piacere ad incontrarlo, per spiegargli...» Parole concilianti, ma resta «la rottura del rapporto fiduciario su specifici atti gestionali. E – aggiunge Daniele – da una personalità del profilo di Giannola ci si aspetta che ne prenda atto, non che trascini la polemica».

 

vesuviosegreto@gmail.com

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?