giorgia meloni - mateusz morawiecki - petr fiala - trilaterale a bruxelles

SCHIZZATA DALL’EUROPA CHE CONTA, MELONI SI CONSOLA CON I VECCHI AMICI EURO-APPESTATI – A BRUXELLES LA DUCETTA INCONTRA IL PREMIER POLACCO MORAWIECKI E QUELLO CECO FIALA, CHE FANNO PARTE, INSIEME A FDI, DEI CONSERVATORI  EUROPEI - IL PRIMO MINISTRO DI VARSAVIA: “IO E GIORGIA NON SIAMO ANTI-UE. L’UNIONE NON È DI PROPRIETÀ DEI BUROCRATI DI BRUXELLES, MA DELLE NAZIONI”. IL SOVRANISMO DEI POLACCHI È CHIARO. MENO IL MOTIVO PER CUI MELONI SI ACCODA - CON LO SBARCO IN USA DEI MINISTRI ECONOMICI DI FRANCIA E GERMANIA E IL MANCATO INVIATO ALLA CENA CON ZELENSKY ALL'ELISEO, ROMA È STATA RETROCESSA NELLA SERIE B DELL’UE E RISCHIA CHE NON TOCCHI PIÙ PALLA SUI DOSSIER CHE CONTANO..

GIORGIA MELONI - MATEUSZ MORAWIECKI - PETR FIALA - TRILATERALE A BRUXELLES

1. MELONI VEDE PREMIER POLACCO E CECO 'PER ALLINEARE POSIZIONI'

(ANSA) - La premier Giorgia Meloni, prima del Consiglio europeo, ha avuto un incontro con primi ministri di Polonia e Repubblica Ceca, Mateusz Morawiecki e Petr Fiala. L'incontro, rende noto il capo del governo di Praga in un tweet, aveva l'obiettivo di "allineare le posizioni comuni", in vista del summit.

 

2. IL PREMIER MORAWIECKI: «PER LA POLONIA COME PER L’EUROPA SCONFIGGERE PUTIN È RAGION DI STATO»

Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

VOLODYMYR ZELENSKY MATEUSZ MORAWIECKI

«Se tutti i Paesi avessero reagito con la stessa rapidità e determinazione della Polonia, oggi saremmo molto più vicini alla vittoria dell’Ucraina». Lo dice il premier polacco Mateusz Morawiecki, in un’intervista esclusiva al nostro giornale.

 

[…] Signor primo ministro, la Germania ha finalmente dato il via libera alla fornitura dei suoi Leopard 2 all’Ucraina e autorizzato gli altri Paesi che li hanno a farlo. Dopo gli Usa e il Regno Unito, Berlino è il più grande fornitore di aiuti militari e finanziari a Kiev. Eppure, lei ha dichiarato che in Europa, in particolare in quella Centrale e Orientale, c’è una crescente sfiducia verso la Germania, a causa della sua politica verso l’Ucraina. Perché?

MORAWIECKI MELONI

«Meglio tardi che mai. Apprezzo l’aiuto della Germania all’Ucraina, ma dobbiamo anche mantenere le dovute proporzioni. Berlino dichiara più aiuti di quanti ne dia effettivamente. E non difenderemo l’Ucraina con le sole dichiarazioni. Anche se la Germania fornisse all’Ucraina quanto dichiara, sarebbe comunque una goccia nell’oceano delle necessità. Da uno dei Paesi europei più forti bisogna pretendere di più […] Il cancelliere ripeteva anche che non volevano procedere da soli, ma al contempo la Germania stava diventando un’isola solitaria in mezzo ai Paesi sempre più impegnati nell’aiuto all’Ucraina.

VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - INCONTRO A PARIGI

 

Ritardare le consegne delle armi va contro gli interessi dell’Europa e fa sentire il Cremlino più sicuro di sé. Ma non così tanto da attaccare i Paesi della Nato. La Russia sa benissimo che in tale scontro non avrebbe alcuna possibilità».

 

[…] Alcuni analisti sostengono che la Polonia voglia approfittare della crisi ucraina per spostare il centro di gravità europeo verso Est e forgiare un nuovo equilibrio geopolitico, con Varsavia alla guida, che prenda il posto della tradizionale leadership franco-tedesca dell’Ue. È così?

ZELENSKY - DRAGHI - SCHOLZ - MACRON

«Consideriamo la guerra in Ucraina soprattutto una minaccia esistenziale per la Polonia e per tutta l’Europa. Se la Russia la vince, tutte le analisi geopolitiche possono essere gettate via. La Polonia non ha scelto il luogo in cui si trova sulla carta geografica, ma comprende perfettamente la responsabilità che questa posizione comporta. Sconfiggere la Russia è una ragion di Stato sia polacca che europea».

 

Perché è contrario all’idea di colloqui con il Cremlino? Prima o poi, è con il nemico che occorre negoziare per porre fine a una guerra.

«Con i terroristi non si tratta. E la Russia è diventata oggi uno Stato terrorista. […] Fin quando ciò non avrà fine, non c’è nulla di cui parlare. E un’altra condizione per riportare la Russia nel gruppo degli Stati civili è la de-putinizzazione. […]

 

MORAWIECKI

Ancora in dicembre lei ha detto che il suo governo e quello guidato da Giorgia Meloni condividono la stessa posizione in Europa: entrambi sono contro i diktat della burocrazia europea e in favore di un’Europa delle patrie. Eppure, le prime mosse di Meloni sembrano piuttosto seguire la tradizionale linea italiana dell’integrazione e della solidarietà su temi come il debito comune, l’immigrazione, il diritto d’asilo. È quello che si aspettava?

«Né io, né il presidente del Consiglio Meloni siamo politici anti-Ue. Dirò qualcosa che potrebbe sorprendere, ma non ci sono forze politiche più pro-Ue di quelle che oggi criticano le fossilizzate istituzioni europee. Vediamo che l’Europa ha intrapreso un percorso di separazione dalle proprie tradizioni, che non porta da nessuna parte. La Brexit dovrebbe far riflettere tutti.

 

mateusz morawiecki jaroslaw kaczynski

L’Ue non è di proprietà dei burocrati di Bruxelles. L’Ue appartiene alle nazioni che la compongono. E dobbiamo fare di tutto affinché i cittadini abbiano maggiore incidenza sulla direzione verso cui sta andando l’Europa. Solo così la proteggeremo dal disgregamento».

 

La Polonia è stata formalmente accusata dalla Commissione europea e dal Parlamento di violare i principi dello Stato di diritto, che sono alla base dell’Unione. Cosa avete fatto concretamente per correggere queste violazioni? E cosa pensa del meccanismo che consente la sospensione dei pagamenti di bilancio a un Paese membro che viola lo Stato di diritto?

ursula von der leyen. mateusz morawiecki

«Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Eppure, la situazione è molto migliore. Siamo d’accordo con la Commissione europea sul 95% delle questioni, solo alcune sfumature sono ancora oggetto di controversia. Dopotutto, si tratta più di politica che di Stato di diritto. Su questa vicenda si sono accumulate tante incomprensioni, spesso dovute alla cattiva volontà di politici ostili alla Polonia. È ora di darci un taglio. La Polonia sta dimostrando solo buona volontà in questa vicenda. Abbiamo a cuore la cooperazione e l’unità in Europa. C’è una guerra alle nostre porte. Non abbiamo bisogno di lotte interne. Il nemico è all’esterno».

mateusz morawiecki al confine Mateusz Morawiecki marine le penvolodymyr zelensky emmanuel macron 2emmanuel macron olaf scholz volodymyr zelensky emmanuel macron volodymyr zelensky volodymyr zelensky emmanuel macron volodymyr zelensky emmanuel macron 1mario draghi olaf scholz emmanuel macron 2 volodymyr zelensky emmanuel macron 1EMMANUEL MACRON VOLODYMYR ZELENSKY volodymyr zelensky emmanuel macron 2Mateusz Morawiecki-690x362OLAF SCHOLZ - VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - INCONTRO A PARIGIpetr fiala giorgia meloni mateusz morawiecki Mateusz Morawiecki von der leyenZBIGNIEW ZIOBRO MATEUSZ MORAWIECKI MORAWIECKI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....