schlein prodi franceschini

“PRODI LO ASCOLTO SEMPRE, QUESTO NON SIGNIFICA ESSERE SEMPRE D’ACCORDO” – IL PD E’ UNA PENTOLA A PRESSIONE DOPO LE BIZZE SULLE EUROPEE E LA SCHLEIN, CHE, COME DAGO DIXIT, HA PERSO LA MAGGIORANZA NEL PARTITO, POLEMIZZA COL PROF CHE AVEVA STRONCATO L’IDEA DI ELLY DI METTERE IL NOME NEL SIMBOLO – L’ASTENSIONE SUL PATTO DI STABILITÀ (CON ANNESSA FIGURACCIA CON GENTILONI E COL GROSSO DEL PSE CHE HA VOTATO A FAVORE) PER NON SPACCARE IL PARTITO - L'INSOFFERENZA DI FRANCESCHINI E DELLA SINISTRA DEM VERSO ELLY. NELLA MINORANZA DEM SI ASPETTANO LE EUROPEE PER UNA SUCCESSIONE "MORBIDA" DI GUERINI A BONACCINI...

DAGOREPORT

https://m.dagospia.com/continua-l-imbroglio-schlein-elly-rincula-sul-nome-nel-simbolo-dando-la-colpa-a-bonaccini-sic-392440

 

 

SCHLEIN

Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera - Estratti

 

Elly Schlein, non ha più messo il suo nome nel simbolo: colpa delle correnti?

prodi schlein

«Noi abbiamo approvato in Direzione delle liste meravigliose perché sono aperte a personalità della società civile che per la loro competenza rappresentano le battaglie per l’Europa che vogliamo e nel contempo tengono insieme le migliori energie del partito. È la prima volta che si fanno le liste con un metodo nuovo che archivia il manuale Cencelli. E per tenere il partito unito le abbiamo fatte insieme alla minoranza: non ci sono state scene traumatiche o notti dei lunghi coltelli, sono state approvate all’unanimità».

 

Però sul suo nome nel logo vi siete divisi.

«Io credo che sia positivo che siamo l’unico partito che discute in chiaro: non c’è qualcuno che si chiude in una stanza e decide. Io ho ascoltato il dibattito di questi mesi sulla mia candidatura, ho ascoltato quello sulla proposta del simbolo. E mi è sembrato che il modo migliore per rafforzare questa squadra e spingere il partito più in alto fosse quello di correre anche io, mentre l’altra proposta mi è parsa divisiva e l’ho accantonata. Io ascolto sempre e poi da segretaria mi prendo la responsabilità di fare le scelte che ritengo più utili ed efficaci per questo progetto collettivo».

prodi schlein

 

Prodi le ha fatto dei rilievi...

«Io Prodi lo ascolto sempre. Sin da quando gli portammo la maglietta “Siamo più di 101” è un punto di riferimento importante per me. Ciò non vuol dire che io debba essere sempre d’accordo con lui e credo che sia meglio così rispetto ai tempi in cui tutti fingevano di ascoltare per poi pugnalare alle spalle».

 

(...)

Vi siete astenuti sul Patto di stabilità, ma in Commissione c’è il «vostro» Gentiloni...

«Abbiamo deciso di astenerci perché riteniamo che il testo negoziato dal governo sia fortemente peggiorativo rispetto alla proposta iniziale della commissione e di Gentiloni, che ringraziamo per il ruolo impegnativo che ha ricoperto in questi anni. Il governo ha accettato a testa bassa un compromesso fatto da altri che per l’Italia è dannoso perché diversamente dalla proposta Gentiloni reintroduce dei rigidi parametri sul deficit e il debito. Ma la cosa veramente surreale è che le stesse forze di maggioranza si siano astenute sfiduciando, di fatto, il governo».

ROMANO PRODI E ELLY SCHLEIN

 

 

(...)

 

 

VERTICE DI PARTITO PER NON DIVIDERSI 

Lorenzo De Cicco per Repubblica - Estratti

 

«La scelta migliore a questo punto è astenersi». Elly Schlein alla fine ha sterzato. E ha scelto la prudenza. Negli ultimi due mesi aveva dichiarato davanti a taccuini e microfoni che il suo Pd avrebbe cassato il nuovo Patto di stabilità. In diverse occasioni. La prima volta il 5 marzo, ospite di Porta a Porta : «Voteremo contro. È un compromesso al ribasso». La seconda un mese fa, a margine del pre-Consiglio europeo dei leader socialisti: «Il governo è assente sul Patto di stabilità, voteremo no», così scriveva l’ Ansa il 20 marzo.

 

ROMANO PRODI ELLY SCHLEIN

All’ultimo miglio però ha prevalso la preoccupazione di «tenere insieme esigenze diverse». Che significa tenere insieme innanzitutto il partito, una pentola a pressione, dopo le bizze sulle Europee. Schlein non voleva dare l’impressione di sconfessare il «duro lavoro» del commissario Ue all’Economia, l’ex premier Paolo Gentiloni. 

(...)

Anche se il grosso del Pse ha votato a favore. «È stata una scelta politica complessa - commenta Benifei - Ma il testo uscito dal negoziato con il Consiglio è eccessivamente peggiorativo rispetto alla proposta di Gentiloni, che abbiamo sostenuto». Misiani preferisce attaccare FdI, Lega e FI: tutti astenuti pure a destra. «Il ministro Giorgetti incassa dalla sua maggioranza il secondo schiaffone dopo quello sul Mes».

 

Certo, come spesso capita quando si opta per le vie di mezzo, qualche scontento c’è.

mario draghi mario monti elly schlein pierferdinando casini ai funerali della moglie di romano prodi flavia franzoni

 

L’ex ministro Andrea Orlando, subito prima del voto, ancora chiedeva ai dem di «bocciare con nettezza la proposta di riforma ». Anche se perfino Misiani, che è della sua corrente, aveva accettato l’astensione, nella riunione con Schlein. Gentiloni si tiene lontano dalle polemiche.

 

Derubrica le mosse del suo partito a «questioni di politica interna». Dal Transatlantico, Enzo Amendola è sibillino, sull’astensione dei colleghi: «In Europa si lavora sempre per i compromessi... Però mi colpisce di più l’atteggiamento della destra, che ha picconato Gentiloni per tutta l’estate, proprio mentre lavorava a una proposta che era infinitamente migliore rispetto al testo finale». Nicola Zingaretti, ospite di Metropolis , il talk web del gruppo Gedi, aggiunge che comunque l’astensione «è l’inizio della battaglia» in Ue.

 

(...)

 

IL DOMINO DELLE CORRENTI

Francesca Schianchi per la Stampa - Estratti

schlein prodi

 

(...)

Nella maggioranza, sono tutti spiazzati dal modo di lavorare di Schlein, che continua a sentirsi più debitrice agli elettori dei gazebo, anche esterni al Pd, che ai big del partito che pure l'hanno sostenuta.

 

Chiara è l'insofferenza dell'area di sinistra capitanata da Andrea Orlando: non a caso, i primi a pronunciare un deciso «no» all'idea di cambiare il simbolo sono stati Marco Sarracino e Peppe Provenzano, già nel corso della segreteria. Gli stessi che avevano avanzato perplessità già a fine marzo, nella prima riunione che parlò di liste, quando Schlein propose cinque capolista donne esterne al partito. E che, nel corso della Direzione di domenica, hanno chiesto di aprire una discussione sulla natura del partito: ma da rinviare al dopo Europee.

 

romano prodi con elly schlein

Altro grande elettore della segretaria, pezzo da novanta della sua maggioranza in Parlamento, è l'ex segretario Dario Franceschini, a capo della corrente AreaDem che da anni ha un peso preponderante nel partito. Sostiene Schlein senza mai commentare né intervenire: la scelse pensando che, in quella fase, con un Pd agonizzante al centro di un dibattito sull'ipotesi di doverlo sciogliere, fosse l'unica possibilità, proprio perché giovane, fresca, ed estranea ai giochi di corrente, di rianimare il partito.

 

E probabilmente anche convinto di poter avere un peso nelle scelte future della segretaria. Pure lui contrariato dalla proposta del nome nel simbolo, e stupito dal fatto di esserne lasciato all'oscuro fino all'ultimo, ai parlamentari a lui vicini predica calma e prudenza, mentre lavora per mantenere viva la sua corrente e ampliarne l'influenza: non a caso sosterrà alle Europee la candidatura del sindaco di Firenze Dario Nardella, che pure era il coordinatore nazionale della campagna congressuale dello sfidante sconfitto, Stefano Bonaccini.

schlein gentiloni

 

Il presidente dell'Emilia-Romagna, ormai lanciato verso la corsa per Bruxelles, ci ha provato a fondare la sua corrente che riunisse i dirigenti che lo avevano sostenuto, Energia popolare.

Ma non è mai realmente decollata: qualche incontro, qualche iniziativa, ma in realtà non c'è un collante vero, e a Bonaccini viene rimproverato di non fare il lavoro del capocorrente. Anzi, dalle sue parti si lamenta un eccessivo feeling con la leader, sua ex vicepresidente in Regione, evidente già dalla decisione di entrare in segreteria contro il parere di una parte di quell'area, capitanata dall'ex ministro Lorenzo Guerini, che avrebbe preferito tenersi le mani libere.

elly schlein paolo gentiloni

 

Anche lì, nella minoranza, si aspettano le elezioni per cominciare a muovere delle pedine, magari approfittare della lontananza di Bonaccini per procedere con una successione "morbida" proprio con Guerini.

 

Mentre nell'area più di sinistra, quella dell'ex presidente Pd Matteo Orfini e dell'ex ministro Enzo Amendola, pure comincia qualche passo di avvicinamento per aggregare un'area più vasta di quella che rappresenta adesso. Piccoli bradisismi, contatti informali. Terreno preparato per il dopo voto.

romano prodi e la candidatura di elly schlein vignetta by rolli per il giornalone la stampa elly schlein ascolta paolo gentiloni al festival dell economia di trentofranceschini schleinDARIO FRANCESCHINI ELLY SCHLEIN GATTOPARDO MEME BY SARX88monti casini schlein

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)