
SE LO STATO DI UNA DEMOCRAZIA SI GIUDICA DALLE SUE CARCERI, L’ITALIA È TERZO MONDO – L’AFFONDO DI “POLITICO.EU” ALL’APPROCCIO SICURITARIO DI GIORGIA MELONI: “LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANA SEMBRA INTENZIONATA A MANDARE IN CARCERE UN NUMERO SEMPRE MAGGIORE DI PERSONE, MA LE CARCERI NON SONO AFFATTO IN GRADO DI ACCOGLIERE NUOVI DETENUTI” – “IL SISTEMA PENITENZIARIO È AL COLLASSO. MA INVECE DI OFFRIRE SOLLIEVO, MELONI INSISTE SULLA LINEA DURA…”
Traduzione di un estratto dell’articolo di Elena Giordano per www.politico.eu
La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni sembra intenzionata a mandare in carcere un numero sempre maggiore di persone con la sua stretta securitaria — ma le carceri italiane non sono affatto in grado di accogliere nuovi detenuti.
Il 9 giugno, le guardie carcerarie di Cagliari, in Sardegna, hanno trovato un detenuto di 56 anni impiccato nella sua cella: si tratta del 33º suicidio in un carcere italiano dall’inizio dell’anno. Questa settimana, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sollecitato il governo a rispondere al numero “drammatico” di suicidi in carcere, definendolo una “vera emergenza sociale”.
Il sistema penitenziario, già sotto pressione per il sovraffollamento e per cure psichiatriche inadeguate, è al collasso. Ma invece di offrire sollievo — o anche solo amnistie e indulti, come fecero i suoi predecessori — Meloni ha deciso di insistere sulla linea dura.
All’inizio di giugno, il governo di destra ha approvato un vasto decreto sicurezza che allunga le pene detentive, introduce 14 nuovi reati e limita le alternative al carcere — facendo affluire ancora più persone in un sistema già in crisi.
La misura più controversa è però l’attacco a tecniche di protesta come blocchi stradali e occupazioni, rafforzando il controllo dello Stato sul dissenso.
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Meloni ha presentato la nuova legge come un passo avanti verso la sicurezza pubblica, a tutela dei più vulnerabili. “Stiamo agendo con determinazione contro le occupazioni illegali, accelerando gli sgomberi e proteggendo famiglie, anziani e proprietari onesti”, ha dichiarato.
Ma i critici la vedono come una repressione politica dagli effetti devastanti.
[…] Sergio Rastrelli, senatore di Fratelli d’Italia, ha respinto i timori che il decreto faccia aumentare i detenuti. “Non è vero che nuovi reati aumentano la popolazione carceraria; al contrario, stabiliscono confini chiari affinché chi intende infrangere la legge sappia che sarà chiamato a risponderne”, ha affermato.
UN DETENUTO NELLE CARCERI ITALIANE
[…] La tesi di Rastrelli sarà presto messa alla prova. Secondo un rapporto dell’ONG Antigone, che monitora le condizioni carcerarie, ad aprile le carceri italiane ospitavano oltre 62.000 detenuti, a fronte di una capienza di appena 51.000 posti. Con un tasso di sovraffollamento del 119% nel 2023 — tra i più alti dell’Unione Europea — e problemi cronici come carenza di personale, infrastrutture inadeguate e servizi sottofinanziati, il sistema è allo stremo.
La pressione si è già tradotta in disordini. Il 4 giugno, fino a 200 detenuti del carcere Marassi di Genova hanno inscenato una rivolta in risposta a una presunta aggressione sessuale subita da un compagno di prigionia. I detenuti hanno preso il controllo di alcune sezioni, scavalcato recinzioni e tetti, e distrutto numerose celle. Due agenti sono rimasti feriti, e la rivolta è stata sedata solo con l’intervento della polizia antisommossa — nello stesso giorno in cui il Senato approvava la versione finale del decreto sicurezza di Meloni.
MATTEO PIANTEDOSI GIORGIA MELONI
Il decreto, ora legge, introduce anche la rivolta carceraria come nuovo reato. I critici sostengono che la misura potrebbe soffocare la possibilità di denunciare abusi o negligenze attraverso proteste organizzate all’interno delle carceri.
[…] L’Italia ha già vissuto un momento di resa dei conti.
Nel 2013, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso la famosa sentenza Torreggiani, condannando l’Italia per violazioni sistematiche del divieto di trattamenti inumani e degradanti. Il caso riguardava sette detenuti reclusi in celle con meno di 3 metri quadrati a persona, soglia considerata inumana dalla Corte.
La sentenza costrinse l’Italia a migliorare le condizioni e a ridurre il sovraffollamento, anche attraverso l’espansione di misure alternative al carcere. […]
CARLO NORDIO CON UNO SPRITZ - MEME
Per un certo periodo, le riforme presero piede. La popolazione carceraria diminuì, e furono introdotti regimi a celle aperte, che consentivano una maggiore libertà di movimento ai detenuti.
Quel processo riformatore è ora in pericolo. Il governo Meloni ha irrigidito le pene ed escluso esplicitamente strumenti come sconti di pena o amnistie collettive — misure utilizzate anche dal defunto premier di centrodestra Silvio Berlusconi.
“Amnistie e indulti non rientrano nella visione di Stato moderno del governo”, ha affermato Rastrelli, sostenendo che tali misure offrono solo soluzioni tampone e non affrontano le cause profonde.
“Erodono la certezza della pena, che mina il senso di sicurezza giuridica dei cittadini. Inoltre, indeboliscono l’autorità dello Stato, riducendola a un sistema che si arrende al compromesso nei momenti difficili”.
[…] Lo scorso anno, il governo Meloni ha varato un Decreto Carceri, promettendo di ridurre il sovraffollamento assumendo più agenti penitenziari e costruendo nuovi istituti, nominando anche un Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria incaricato di seguire progetti e ristrutturazioni.
Ma i critici affermano che queste promesse ignorano l’urgenza del momento. […]
rivolta al carcere minorile cesare beccaria 23
CARLO NORDIO IN VERSIONE BARMAN
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