SE NON ORA, QUANDO? ALFANO TROVA SUBITO UNA POLTRONA (E UNO STIPENDIO) PER LA MOGLIE DI ALEDANNO: SARÀ INFLESSIBILE NEI CONFRONTI DEI MASCHI CON LA SPRANGA

Mauro Favale e Giovanna Vitale per "la Repubblica"

Poco dopo le 15.30, mentre suo marito ha già capito di essere stato travolto da Ignazio Marino e dall'astensione, Isabella Rauti trova il tempo di lanciare un tweet: «Felice di onorare il mio incarico di consigliere del #ministrointerni. Ringrazio per le congratulazioni ricevute». Due ore prima, nel giorno della debacle del centrodestra romano, la Rauti aveva ricevuto la notizia della nomina, da parte di Angelino Alfano, a "consigliere per le politiche di contrasto della violenza di genere e del femminicidio".

«La nomina della Rauti, individuata per l'alta professionalità e per il costante impegno nel settore - spiega il ministro dell'Interno - conferma l'attenzione del governo verso queste gravi problematiche».

Che arrivi proprio in coincidenza con la sconfitta di Alemanno, per la Rauti è solo un caso. È lei stessa che prova a togliere al suo nuovo incarico il sapore del turnover: «Questa non è una nomina compensativa, era già in ballo da tempo ma si è convenuto di non farla prima. Ero in campagna elettorale a fianco di mio marito e non avrei certo potuto impegnarmi come e quanto avrei voluto e dovuto».

Ex consigliere regionale del Pdl, 50 anni, sposata e con un figlio di 18 anni, laureata in Lettere e poi in Pedagogia, la Rauti sostiene che il ministro abbia voluto aspettare fino a
ieri «perché - spiega - qualunque fosse stato l'esito del voto romano da oggi sarei stata libera. E la notizia è arrivata giusto prima dei risultati perché altrimenti, se mio marito avesse vinto, avrebbero detto che era stata fatta per ingraziarsi il nuovo sindaco. E se avesse perso, invece, che si trattava di una compensazione».

A dire il vero, nonostante gli sforzi della Rauti, c'è chi giudica così questa nomina. La deputata di Sel, Celeste Costantino giudica «inutile» la figura di consigliera del governo per il femminicidio: «È un'operazione da fantasioso ufficio di collocamento». Mentre sul web rimbalzano le critiche di chi ricorda la partecipazione della Rauti alla Marcia per la vita e la sua firma sulla contestatissima proposta di legge regionale avanzata nella scorsa legislatura dalla consigliera di centrodestra Olimpia Tarzia che puntava a riformare i consultori nel Lazio.

Eppure, in generale, è unanime il coro di apprezzamenti che arriva dalla politica per il nuovo incarico della Rauti. «Lei è in assoluto tra le persone più indicate e più competenti per ricoprire quel ruolo», afferma l'ex ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna. Una nomina «in linea con l'esigenza di combattere con tutte le forze contro un fenomeno sempre più dilagante» la definisce l'ex governatrice Renata Polverini. Per il Pd interviene la senatrice Monica Cirinnà: «Quella di Alfano è una buona scelta. Conosco e stimo la Rauti, ora lavoriamo insieme».

Parole positive anche da Francesca Izzo, portavoce del comitato "Se non ora quando" che però ci tiene a precisare di voler parlare a titolo personale: «La Rauti si è sempre occupata con grande attenzione delle questioni che riguardano le donne. È una persona che ha avuto sempre grande sensibilità e competenza per certi temi».

Un consenso bipartisan che l'ex consigliera regionale giudica positivamente: «Sfido chiunque a dimostrare che col mio curriculum io non sono adatta per questo incarico. Potrò non piacere a tutti ma difficilmente potranno smontare il mio impegno a favore delle donne. Qualsiasi polemica torna ai mittenti».

 

Isabella Rauti ALEMANNO E ISABELLA RAUTI ALLA CONFERENZA STAMPA Angelino Alfano IGNAZIO MARINO DAJE Mara Carfagna Monica Cirinna

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