
"IN FRATELLI D'ITALIA PREDICANO DEI VALORI CHE POI NON RISPETTANO. PENSANO SOLO A RAGGIUNGERE IL POTERE" - LO SFOGO DI ELISABETTA FEDEGARI, EX MILITANTE DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI, IN LIZZA PER ESSERE CANDIDATA COME SINDACO DI PAVIA, CHE HA SUBITO DELLE MOLESTIE DA UN SUO COLLEGA MA DAL PARTITO NESSUNO HA MOSSO UN DITO PER PUNIRE IL RESPONSABILE (E NESSUNO LE HA ESPRESSO SOLIDARIETÀ) - LA 44ENNE: "IL SEGRETARIO PROVINCIALE ERA A CONOSCENZA DEI FATTI, HA VISTO LE PROVE. SONO STATA MARGINALIZZATA PERCHÉ NON ERO UN'ISCRITTA STORICA" - CHI E' IL PORCELLINO D'ITALIA?
Estratto dell'articolo di Nina Fresia per "la Stampa"
«Sono stata molestata e non c'è stata alcuna reazione da parte di Fratelli d'Italia. Ho capito che la priorità è ormai il raggiungimento del potere, tralasciando tutto ciò che riguarda gli aspetti umani». Così Elisabetta Fedegari, avvocata pavese di 44 anni, sulla decisione di lasciare il partito di Giorgia Meloni.
L'addio è dovuto soprattutto al «distacco e disinteresse» dimostrato per la sua vicenda personale: Fedegari aveva denunciato (anche in procura) di aver subito molestie sessuali da parte di un iscritto al partito vicino alla dirigenza, ma nessun provvedimento è stato preso in merito. «Una chiara indicazione della scarsa considerazione per il benessere e la dignità dei propri membri», ha scritto nella nota di congedo l'avvocata.
Fedegari ha militato in passato in Forza Italia, seconda donna più votata alle comunali 2014 con la civica "Pavia con Cattaneo" e fu indicata dagli azzurri per il cda di Asm Pavia. Ricoprendo quella carica è stata coinvolta nell'inchiesta Clean 1, in cui è indagata per peculato. Passata a Fratelli d'Italia, si era candidata alle elezioni lombarde del 2023, collezionando oltre 4 mila preferenze. [...]
Come se lo spiega?
«Preferisco non scendere nei dettagli, questa vicenda mi fa ancora molto male. Mi sembra, comunque, che Fratelli d'Italia abbia disatteso alcuni dei valori che predica, tra cui la tutela delle donne quando subiscono episodi gravi come una molestia. Il segretario provinciale, Claudio Mangiarotti, ha confermato di essere stato a conoscenza dei fatti.
Sono stata io stessa a raccontarglieli: ha anche visto le prove di quanto accaduto. Delle molestie ci sono state, è innegabile. È una vicenda che mi ha lasciato del dolore, ancora oggi tirarla fuori non mi fa stare tranquilla».
Questo l'ha spinta a lasciare il partito?
«È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci sono stati una serie di episodi di marginalizzazione, esclusione e mancanza di volontà nel valorizzarmi. Questo nonostante i risultati che ho sempre perseguito per il partito in termini di numeri e voti.
Penso ancora a una politica, magari sbagliando, in cui i rapporti tra persone sono fondamentali. Ma quando questi arrivano a una tale desolazione umana, allora vuol dire che ero io a essere nel posto sbagliato».
Crede che l'isolamento fosse dovuto anche al fatto che lei è donna?
«Mi auguro e spero di no. Oggi in politica, soprattutto quella locale, penso che ci sia ancora un po' di misoginia. In Italia è ancora molto difficile, non solo nella politica, iniziare una carriera importante.
Ma il motivo della mia marginalizzazione in Fratelli d'Italia credo fosse legato al mio non essere un'iscritta storica del partito. Il fatto che io non appartenessi al partito fin dalle sue origini ha fatto sì che mancasse la fiducia per darmi delle opportunità concrete». [...]
Questo riguarda anche Giorgia Meloni?
«Reputo la premier una donna capace e intelligente. Al di là del rammarico per la mia vicenda personale, mi auguro che abbia un occhio più attento anche ai vertici più bassi del partito a livello dirigenziale sui singoli territori. Vedo una profonda carenza di strutturazione e radicamento territoriale. Spero che di questo si occupi lei in prima persona, perché evidentemente gli altri non sono in grado di farlo».
Ha ricevuto messaggi di solidarietà per quello che le è accaduto?
«Da Fratelli d'Italia, tranne qualche sparuto caso, praticamente nessuno si è espresso. A conferma del fatto che ho fatto bene ad andare via. Mi ha fatto molto piacere invece il messaggio di solidarietà del sindaco di Pavia, nonostante sia del Partito Democratico. Ma soprattutto ho sentito il sostegno di centinaia di cittadini». [...]
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