SI RIATTIVA LA LINEA ROSSA! TELEFONATA DI UN’ORA TRA OBAMA E PUTIN - IL PRESIDENTE USA HA RICORDATO A ZAR VLAD CHE “LE AZIONI DELLA RUSSIA VIOLANO LA SOVRANITÀ DELL’UCRAINA” - MA TOCCA ABBOZZARE E TROVARE UNA SOLUZIONE SOFT

Dal "Sole 24 Ore.com"

Il presidente americano, Barack Obama, ha ribadito al presidente russo Vladimir Putin, che le azioni di Mosca «violano la sovranità dell'Ucraina e la sua integrità territoriale». Lo afferma la Casa Bianca riferendo della telefonata fra i due leader: il presidente americano ha parlato con Putin sull'Ucraina per circa un'ora. Lo comunica la Casa Bianca.

Putin ribadisce l'importanza delle relazioni russo-americane 

A sua volta il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito che le relazioni fra i loro paesi non dovrebbero essere toccate dai disaccordi sull'Ucraina. Il Cremlino in un comunicato ha dichiarato: «Il presidente della Russia - si legge - ha ribadito l'importanza delle relazioni russo-americane per assicurare la stabilità e la sicurezza nel mondo. Queste relazioni non dovrebbero essere sacrificate da problemi internazionali isolati, anche se estremamente importanti».

Il dialogo tra Mosca e la Casa Bianca continuerà 

Nel corso della telefonata, ha riferito la Casa Bianca, il presidente americano ha di nuovo sottolineato che le azioni della Russia hanno indotto gli Usa «ad intraprendere diversi passi in risposta, in coordinamento coi nostri partner europei». Ma insistendo sulla strada del dialogo, nella telefonata Obama ha anche indicato che il segretario di Stato John Kerry «continuerà le discussioni con il ministro degli Esteri (russo) Lavrov, il governo ucraino e altri partner internazionali».

Le riunioni di Kerry a Roma 

Da Roma, intanto, Kerry ha intanto continuato la sua offensiva diplomatica, con un nuovo incontro alla Farnesina proprio con il ministro Lavrov, dopo quello di ieri a Parigi. Kerry ha inoltre tenuto una riunione informale con i suoi colleghi europei, l'italiana Federica Mogherini, il francese Laurent Fabius, il tedesco Frank-Walter Steinmeier e con il viceministro britannico Hugh Robertson.

Le sanzioni Usa contro i cittadini russi e ucraini 

Negli ultimi giorni, nel braccio di ferro con Mosca per la crisi in Ucraina, Obama ha dato oggi un nuovo giro di vite: ha imposto sanzioni a cittadini russi e ucraini «responsabili o complici delle minacce alla sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina», e ha anche ammonito che il referendum con cui il 16 marzo i cittadini della Crimea dovranno scegliere tra Kiev e Mosca è incostituzionale, ma ha anche passato un'ora al telefono con Putin, per ribadire che «c'è un modo per risolvere la situazione con mezzi diplomatici, in modo da venire incontro agli interessi della Russia, del popolo ucraino e della comunità internazionale».

Il coordinamento degli Usa con gli alleati europei 

Annunciando le sanzioni, Obama aveva in precedenza affermato che si tratta di misure che «continuano i nostri sforzi per imporre un costo alla Russia e a coloro che sono responsabili della situazione in Crimea», aggiungendo che «andando avanti ci danno inoltre la flessibilità di modulare la nostra risposta in base alle azioni russe».

Sono misure che impongono restrizioni sui visti ad un imprecisato numero di funzionari, che si vanno ad aggiungere al diniego dei visti a chi è coinvolto nell'abuso dei diritti umani in seguito all'oppressione politica in Ucraina, e che aprono la strada al possibile congelamento dei loro beni. Sottolineando che la sua linea è ampiamente condivisa, Obama ha affermato che si tratta di «passi intrapresi in stretto coordinamento con i nostri alleati europei», poichè «la nostra unità internazionale è evidente in questo importante momento».

Obama conferma il «no» al referendum in Crimea 
In una breve dichiarazione ai giornalisti, il presidente americano ha quindi ammonito sul referendum in Crimea: «Violerebbe la Costituzione ucraina e la legge internazionale», ha detto, affermando che una soluzione potrebbe essere invece trovata inviando «osservatori internazionali, in Ucraina e Crimea, per accertarsi che i diritti di tutti gli ucraini vengono rispettati, compresi di quelli di etnia russa» e allo stesso tempo «avviare consultazioni tra i governi di Russia e Ucraina con la partecipazione della comunità internazionale».

Le posizioni appaiono però ancora distanti. Le relazioni con Lavrov, ha detto Kerry in serata, «così come con gli altri ministri degli Esteri, sono professionali: ci sono momenti in cui condividiamo cose, altri in cui c'è disaccordo, anche molto forte. Questo è un momento di forte disaccordo, ma cercheremo una soluzione».

Kiev si rivolge al'Interpol per Yanukovich 
Le autorità ucraine hanno chiesto all'Interpol di emettere una "notizia rossa" a carico del presidente deposto Viktor Yanukovich, ovvero una richiesta d'arresto internazionale ai fini di estradizione a seguito di un mandato d'arresto nazionale. La notizia rossa è diffusa nei 190 paesi membri. Yanukovich è accusato dalle autorità ucraine di «abuso di potere e omicidio». La richiesta di Kiev è ora all'esame dell'ufficio legale dell'Interpol.

Il presidente della Duma: rispetteremo scelta storica della Crimea 
Nel frattempo Mosca fa sapere: «Noi rispetteremo la scelta storica della popolazione di Crimea» nel referendum. Lo ha detto Serghiei Narishkin, presidente della Duma, camera bassa del parlamento russo, incontrando una delegazione del parlamento della Crimea. «Noi sosteniamo la scelta libera e democratica del popolo della Crimea e del popolo di Sebastopoli».

 

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