SILVIO CATODICO FERITO NELL’ONORE - LO SCAZZO CON GILETTI BILAMA E’ LA FINE DELL’ONNIPOTENZA TV DI BERLUSCONI O IL SEGNALE CHE CHE QUANDO IL GIOCO SI FA DURO I BERLUSCONI INIZIANO A GIOCARE? - IL SOLITO SHOW DI VOLER ABBANDONARE LO STUDIO - ANCHE GILETTI SI E’ DOVUTO ALZARE IN PIEDI PER NON SEMBRARE “SOTTOPOSTO” - GLI ELOGI A BARBARA D’URSO E IL DITO INDICE PUNTATO VERSO GILETTI (ORMAI PRONTO A FARE IL SANTORO DI VIALE MAZZINI) …

Filippo Ceccarelli per Repubblica

Attenzione sempre al linguaggio del corpo di Silvio Berlusconi, ma specialmente in campagna elettorale. Premesso che c'è un che di eroico e disperato nel modo e nella vitalità con cui il Cavaliere affronta questo tour de force televisivo, la novità che deve suonargli sintomatica e allarmante è che con le dovute e comprensibili eccezioni i conduttori non strisciano più - e se il verbo suona un po' forte, il fenomeno è così antico che assai prima dell'invenzione del piccolo schermo il barone Paul H. D. d'Holbach, compagno di Diderot all'Enciclopedia, aveva scritto un «Saggio sull'arte di strisciare ad uso dei Cortigiani» (Melangolo, 2009).

Comunque lo si è visto qualche giorno fa con Vespa a Porta a Porta e ancora di più ieri pomeriggio con Massimo Giletti a Domenica In. Entrambi inaspettatamente, o forse no, hanno mostrato un certo piglio, un certo polso, una certa inedita fermezza nei riguardi del Cavaliere; come se volessero mostrare al pubblico che il tempo dell'ossequio è giunto alla fine.

E questo costituisce senz'altro un problema aggiuntivo per un grande leader, ma altrettanto viziato da chi nei talk-show ha sempre cercato di tenerselo buono con inquadrature di favore, fondali accattivanti, applausi in studio, zero interruzioni, ingegni di scena, filmati e testimonianze di supporto, a parte il personale e manifesto favore del conduttore - che poi sono le cose che costruiscono il consenso.

Sta di fatto che Vespa, il quale nel 2008 era arrivato ad annusare la mano del neo presidente trionfatore per coglierne l'eventuale "odore di santità", l'altra sera gli ha anche propinato alcuni personalizzati frammenti dello show di Benigni su cui l'ex premier - non si è capito se informàtone preventivamente - ha dovuto prodursi nel classico buon viso a cattivo gioco. Ma certo stavolta non avrebbe chiamato Vespa "dottor Fede", come invece accadde con significativo lapsus a suo tempo.

Mentre ieri la muta e sonante reazione di Berlusconi nei confronti di Giletti ha offerto uno spettacolo nello spettacolo. Prima è parso di cogliere un palese fastidio con sbuffi, mani sul collo, occhiate di traverso, testa eretta tenuta all'indietro, gambe accavallate e riaccavallate, tutti segni di diffidenza e di chiusura. Anche il sorriso, pure sollecitato dal conduttore, scopriva i denti, per niente rassicuranti.

L'ex premier come al solito voleva parlare e parlare e parlare, come sempre tutti o quasi gli hanno consentito. Le solite tirate torrenziali, 10-12-15 minuti, con elencazioni di concetti e di numeri, veri e propri sproloqui al limite del narcotico e perfino anti-televisivi.

Ma solo a lui - ecco il punto - consentiti. Giletti invece, che pure è un piemontese compito e riguardoso, l'ha interrotto. Una, due, tre volte. A quel punto il Cavaliere ha fatto finta di abbandonare lo studio di Domenica In come fece effettivamente nel 2006 con Lucia Annunziata. Si è alzato in piedi, poi si è rimesso a sedere, ma subito dopo si è ancora rialzato, "Me ne vado - ripeteva - me ne vado". Un po' come fanno i venditori alle fiere - e lui, come si legge in "Guzzanti vs Berlusconi" di Paolo Guzzanti (Aliberti, 2010) da giovane ha anche venduto elettrodomestici.

Ma un altro po' anche perché sinceramente sorpreso e seccato di aver perso per la prima volta potere e autorità sul video; e allora ha cercato di riguadagnare un certo tipo di distanza con l'interlocutore sovrastandolo sul piano fisico, tanto che la seconda volta Giletti si è dovuto alzare anche lui perché Berlusconi continuava a concionare all'impiedi e con le mani giunte - "a guglia", altro segno di superiorità - e lui sulla poltroncina.

E sempre che tali faccende abbiano un qualche interesse politico, per non dire collettivo, va da sé che le modalità e le strategie messe in atto anche inconsapevolmente in questo genere di performance si capiscono molto meglio rivedendo il filmato senza audio, o almeno assegnando alle parole un valore relativo.

In questo senso, e sulla base di quanto scrivono i due psicoterapeuti Allan e Barbara Pease nel loro fondamentale "Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?" (Rizzoli, 2005), la scena più significativa e a suo modo anche spassosa è avvenuta proprio alla fine della trasmissione.

E precisamente quando, dopo una stretta di mano a braccio rigido del genere che gli esperti di body language definiscono "tritaossa" (e a cui attribuiscono 0/10 cioè il massimo di insincerità) Berlusconi ha allestito una specie di balletto attorno a Giletti raccomandandogli di seguire l'esempio di Barbara D'Urso, "che è bella e anche molto brava e...".

E qui si è fermato una frazione di secondo prima di passare all'aggettivo - "e gentile!" - che polemicamente gli premeva di sottolineare. Però nel mentre pronunciava quella parola aveva già sfoderato, come un pugnale, il dito indice, e poi davanti a qualche milione di telespettatori Berlusconi l'ha piantato sul cuore del conduttore.

Piccoli simbolici assassini televisivi e rivelatori di qualcosa che sta mutando nel pieno del medium, la tv, che ha favorito e in ogni accompagnato il berlusconismo. Il messaggio si fa tosto, e ancora una volta, più del bla-bla elettorale, sono i corpi a farlo capire.

 

berlu e gilettixa33 mass giletti berlusconiBerlusconi a _Porta a Porta_ con VespaBERLUSCONI barbara durso berlusconi silvio barbara durso

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO