malago di maio coni

GIOCHI A DUE: IL CONI DEPOSITA LA CANDIDATURA DI MILANO E CORTINA PER LE OLIMPIADI 2026 – LA SINDROME DEL NIET A TUTTI I COSTI DEI GRILLINI CHE HA PORTATO ALL’ADDIO ALLA CANDIDATURA DI TORINO PER LE OLIMPIADI – MA PER IL M5S IL CONTRASTO AI GRANDI EVENTI È L’UNICA OPPORTUNITÀ PER TORNARE (O SEMBRARE) VERGINI E NON SCENDERE ANCORA NEI SONDAGGI

Mario Ajello per “il Messaggero”

sala malagò

 

Lo scaricabarile. Colpa del Coni. Colpa del sindaco milanese Sala, cioè del Pd. Colpa di tutti. Ma dei 5 stelle, no. Secondo i 5 stelle. E stavolta, tra campanilismi e gelosie partitiche, per queste Olimpiadi geo-politicamente trasversali, il flop è generale. Guarda caso, però, una sorta di maledizione colpisce puntualmente i grandi eventi e le grandi opere quando i grillini sono coinvolti nella decisione e, semmai, nella gestione.

 

Perché in fondo c' è un grumo pre-politico e di natura culturale, nella mentalità 5 stelle, riassumibile così: chi tocca lo sviluppo si corrompe, chi lavora per modernizzare l' Italia, per attirare turismo con i grandi eventi e per movimentare merci e persone con le grandi opere si sporca le mani e mette a rischio la purezza primigenia. Che resta presunta, però, visto che si evita di metterla alla prova.

chiara appendino

 

E dunque: no alla candidatura olimpica di Roma per il 2024 - «I Giochi sono sempre stati una mangiatoia», fu il mantra grillino agli esordi della giunta Raggi - e sì a Torino 2026 ma a certe condizioni e pretese che, venendo meno, hanno dato l' alibi per sfilarsi velocemente dalla cosa e non deludere il popolo del niet cioè la propria base elettorale e gran parte del gruppo dirigente torinese.

 

E la Gronda di Genova, quella che avrebbe impedito il crollo del ponte Morandi? No. La Tav? No. Il Tap pugliese? No («Eravamo e siamo contrari», Di Maio dixit pochi giorni fa). L' autostrada Pedemontana lombarda, voluta dall' ex governatore leghista Maroni? No. L' autostrada Valtrompia? No.

 

APPENDINO DI MAIO

Il nucleo concettuale dell' immobilismo da grande evento e da grande opera è riassumibile così: ma quali Olimpiadi, governare la normalità è la vera sfida! Peccato però che governare la normalità non dovrebbe escludere il coraggio di puntare sulla straordinarietà.

 

E il caso o meglio l' autogol di Roma, invece, dimostra tristemente che si è rinunciato alla straordinarietà senza far funzionare la normalità. Altro pregiudizio: il grande evento è soltanto (oltre a spreco) vetrina. Il che andrebbe dimostrato.

MALAGO' SALA MARONI

 

E poi c' è anche il seguente ragionamento paralizzante: i grandi eventi possono creare corruzione e per evitare la corruzione meglio evitare i grandi eventi. Una logica poco logica che è stata applicata ai Giochi 2024 nella Capitale.

 

E che nel caso torinese ha serpeggiato assai, ma Grillo su Torino aveva dato il via libera («Le Olimpiadi si possono fare, basta che siano Olimpiadi diverse e sostenibili. Comunque non possiamo perdere l' opportunità di dimostrare che il nostro movimento sa raccogliere le sfide e vuole provare a gestire cose complicate») e la Appendino s' è impegnata in questo senso pur tra mille contrasti interni ma ora l' operazione è sfumata e soffia di nuovo forte il richiamo della foresta.

virginia raggi e i ratti

 

Che al tempo delle polemiche nella Capitale funzionò così: «Non accettiamo la logica delle Olimpiadi», tuonò Di Maio nel 2016. Anche se, in campagna elettorale per la Raggi, lui stesso aveva promesso ai romani: «Se vinceremo le elezioni sosterremo la candidatura olimpica di Roma».

 

LE BATTAGLIE

CONI 5 STELLE SAMMONTANA

Il niet viene adottato in tante situazioni. M5S ha fatto parte del comitato contro l' alta velocità Brescia-Verona e continua ad opporsi al Terzo Valico tra Milano e Genova. E le dighe del Mose a Venezia? «Uno scandalo» e «uno spreco da 5 milioni di euro». Stesso discorso per la Pedemontana veneta, su cui la Lega insiste e contro la quale gli stellati si battono a livello regionale e di governo nazionale. La lista potrebbe continuare a lungo.

 

Ecco per esempio il No alle Grandi Navi a Venezia perché «Laguna è bene comune». In questo come in altri casi, dalla Tav al Tap, i comitati che hanno dato il successo elettorale ai 5 stelle sono gli stessi che adesso si scagliano contro Di Maio e i suoi appena sospettano un qualche cedimento.

 

sala fontana malagò

Che però, a livello pubblico, proprio per la paura che la mitica base si rivolti, non c' è. Mentre a livello confidenziale, molti esponenti grillini di governo si dicono pronti ad abiurare ai vecchi dogmi in nome della neo-responsabilità. Ma non si può.

 

Anzi, nel ritorno alle origini sbandierato in queste ultime settimane, per non scendere ancora nei sondaggi, per i 5 stelle non c' è nulla di più identitario che il contrasto ai grandi eventi e alle grandi opere. E così, il flop della candidatura olimpica di Torino più che una traversia può apparire un' opportunità. Quella di tornare vergini.

 

 

GIOCHI A DUE

Gabriella Cerami per www.huffingtonpost.it

 

La delegazione italiana è a Losanna per consegnare la candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026. Una candidatura messa sul tavolo del governo e del Coni solo martedì pomeriggio quando mancavano ormai poche ore all'appuntamento con il Comitato olimpico internazionale e quindi allo scadere del tempo. Le città di Lombardia e Veneto vanno quindi avanti da sole, senza Torino che si è tirata fuori dal tridente. E intanto un'altra crepa nel governo si aperta.

 

Una volta che la città della Mole guidata da Chiara Appendino ha fatto il passo indietro a causa - dice - della poca chiarezza del progetto, gli M5s con Luigi Di Maio in testa hanno ribadito che il governo non avrebbe messo un soldo su Milano e Cortina e che tutto dovrà essere a carico delle due città o delle Regioni. Ma ecco che dalla Lega arriva l'aiuto alle due Regini amiche. Matteo Salvini, proprio mentre la delegazione formata dalla campionesse olimpica Bianchini, dall'assessore allo Sport di Milano e dal vicesindaco di Cortina, si trovano a Losanna, si prende un impegno che sa di frattura con gli alleati: "Penso che se qualcuno per problemi politici si ritira, e penso a torino, sia un dovere degli enti locali e del governo sostenere chi non si ritira".

 

Dal Coni oltre a confermare che la candidatura di Milano e Cortina è stata presentata, precisano che c'è ancora spazio per Torino. E infatti anche questa mattina il presidente Giovanni Malagò ha approfittato dalla trasmissione approfitto per fare un ultimo appello a Chiara Appendino, che tuttavia lo avrebbe rispedito al mittente.

 

 

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…