la giorgia di lotta e quella di governo - vignetta by ellekappa meloni opposizione tasse manovra economia

IO SO’ GIORGIA E AUMENTO LE TASSE – CON IL GOVERNO MELONI LE IMPOSTE SONO GIÀ CRESCIUTE, E LO CERTIFICA L’ISTAT: NEL SECONDO TRIMESTRE DEL 2024 LA PRESSIONE FISCALE È SALITA AL 41,3%, CONTRO IL 40,6% DELLO STESSO PERIODO DEL 2023 – PER LA DUCETTA E I SUOI CAMERATI TROVARE SOLDI PER LA MANOVRA SARÀ UN’IMPRESA ARDUA: IL PIL AUMENTA A UN RITMO PIÙ BASSO DI QUANTO PREVISTO, E I SOLDI NON CI SONO. O TAGLIANO LE SPESE, O SI INVENTANO ALTRI TRIBUTI, SMENTENDO LE PROMESSE...

1 .PIÙ TASSE E MENO CRESCITA, PER L’ISTAT LA MELONOMICS VA PEGGIO DEL PREVISTO

Estratto dell’articolo di Vittorio Malagutti per “Domani”

 

LE PROMESSE DI GIORGIA MELONI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Sarà che il nome porta sfortuna dopo il clamoroso flop governativo dell’anno scorso. Sarà che il concetto di per sé appare sfuggente: a che livello i guadagni di un’azienda diventano straordinari e quindi meritevoli di una tassazione supplementare?

 

Fatto sta che al momento la preoccupazione maggiore dalle parti di XX settembre a Roma, nella sede del ministero dell’Economia, sembra quella di cancellare dal dibattito il fastidioso termine “extraprofitti”.

 

Il problema, però, è che Giancarlo Giorgetti, titolare del Mef, è alla ricerca, una ricerca che appare di giorno in giorno più affannosa, di fondi supplementari per tappare i buchi della manovra. E allora, in qualche modo, i soldi vanno presi dove ci sono, come lo stesso ministro ha ricordato […].

 

GIANCARLO GIORGETTI INVOCA SACRIFICI PER TUTTI - BLOOMBERG

Che fare dunque? La parola magica, questa volta, è “crediti d’imposta” e riguarda in primo luogo le banche. In sostanza, gli istituti scaglionerebbero su un arco di tempo più lungo di quanto previsto finora i crediti d’imposta derivanti dalla conversione delle cosiddette DTA, una sigla che sta per Deferred Tax Assets”. Queste ultime sono in sostanza tasse che sono state messe a bilancio in vista di utili futuri.

 

Negli anni scorsi le norme che riguardano queste particolari voci contabili sono state più volte riviste e adesso i tecnici del Mef stanno valutando un intervento che permetta allo Stato di ritardare il pagamento alle banche […].

 

VIGNETTA DI ALTAN SUL CHIODO CHE HA PARALIZZATO LA RETE FERROVIARIA ITALIANA

La materia è complessa, ma secondo indiscrezioni, il provvedimento allo studio potrebbe fruttare fino a un paio di miliardi. Questa soluzione ha guadagnato punti soprattutto dopo le parole di Carlo Messina, il manager a capo di Intesa, la più grande banca italiana, che giovedì ha detto che per contribuire alla soluzione del debito pubblico si potrebbe “lavorare sulle attività fiscali differite”.

 

Certo è che la misura sulle Dta non basterà […]. Mancano ancora all’appello almeno una decina di miliardi ed è per questo che la giostra delle ipotesi gira da giorni all’impazzata.

 

Ieri si è rimbalzata nelle cronache anche una possibile tassa supplementare sulle sigarette, pari a cinque euro a pacchetto. La proposta […] potrebbe fruttare circa 14 miliardi da destinare al Servizio sanitario nazionale sempre più a corto di risorse.

 

[…] Intanto, si parla anche di una nuova Ires, l’imposta sugli utili societari, che verrebbe riformata con l’introduzione di aliquote differenziate in base ai profitti. Già da alcuni anni le banche pagano un’Ires maggiorata di 3,5 punti percentuali, ma la misura allo studio adesso prevede, a quanto si è capito, la creazione di veri e propri scaglioni di reddito come per l’Irpef. Solo ipotesi, per il momento.

 

GIORGIA MELONI - ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA

[…] Nel frattempo, però, le statistiche più recenti rivelano che il peso delle tasse è aumentato proprio con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. I dati diffusi ieri dall’Istat fissano al 41,3 per cento la pressione fiscale nel secondo trimestre di quest’anno, contro il 40,6 per cento dello stesso periodo del 2023.

 

Del resto, già nei giorni scorsi, dalla lettura del Piano strutturale di bilancio a sette anni appena pubblicato dal Mef, era emerso che la pressione fiscale arriverà al 42,8 per cento nel 2025, mezzo punto percentuale in più rispetto a quanto stimato nel 2024. Insomma, alla voce fisco, il governo finisce per smentire le sue stesse promesse elettorali.

 

LA GIORGIA DI LOTTA E QUELLA DI GOVERNO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Ancora più preoccupante, in prospettiva futura, appare un altro dato pubblicato dall’Istat. Questa volta è il Pil che aumenta a un ritmo inferiore rispetto a quanto accreditato dalla propaganda governativa. La crescita acquisita nella prima metà dell’anno non supera lo 0,4 per cento, un numero rivisto al ribasso rispetto allo 0,6 per cento calcolato in precedenza. La correzione è l’effetto della revisione generale dei conti nazionali resa nota lo scorso 23 settembre.

 

Alla luce di questo aggiornamento sembra sempre più difficile centrare l’obiettivo di crescita dell’1 per cento fissato dal governo. Insomma, la crescita rallenta e le tasse aumentano. Non è proprio l’Italia promessa da Meloni.

 

IL RIGORE - VIGNETTA BY GIANNELLI

2. L’AUTOGOL ISTAT SUI CONTI METTE NEI GUAI IL GOVERNO

Estratto dell'articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/economia/2024/10/05/news/dati_istat_italia_crescita_ferma-423536663/

 

L’ottimismo del governo si spegne sul nascere. L’obiettivo di crescere dell’1% quest’anno, appena rivendicato dal ministro dell’Economia, anziché avvicinarsi ora si allontana. A poche ore dalle rassicurazioni di Giancarlo Giorgetti ai microfoni di Bloomberg, l’Istat rivede i conti al ribasso.

 

Il Pil già acquisito per il 2024, in base all’andamento dei primi due trimestri, si affloscia dal +0,6 al +0,4%. Significa che nella seconda parte dell’anno, dovremmo avanzare di oltre mezzo punto sia nel trimestre estivo che in quello autunnale, per arrivare al +1%.

 

MEME SUL VIDEO DI GIORGIA MELONI CON GIANCARLO GIORGETTI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

[…]  A tradire è stato soprattutto il potere d’acquisto delle famiglie, cresciuto molto meno delle attese. L’assetto dei conti pubblici dunque si complica. Così la manovra. La narrazione trionfale del governo non regge più.

 

[…] Rivedere le stime trimestrali, in casa Istat, è routine. Questa in particolare tiene conto anche dell’altra importante revisione annuale del 23 settembre. Istat però inciampa in un refuso. Dice dapprima che la crescita acquisita per quest’anno non cambia rispetto a luglio: +0.6%. Qualche ora dopo si corregge e mette +0,4%. Un errore di “macchina”, spiegano gli statistici. Che non intacca le altre tabelle. La conclusione è netta. Il periodo tra aprile e giugno è andato meno bene di quanto si pensava a luglio (+0,6 anziché +0,9% sul 2023). E dunque il Paese ha messo meno fieno in cascina di quanto sperava il governo.

 

Una pessima notizia. Mancare l’obiettivo di crescita dell’1% per quest’anno significa compromettere anche il prossimo fissato dal governo a +1,2%.

[…]

 

giorgia meloni contro le accise su benzina e diesel nel 2019 2

Il 30 ottobre l’Istat comunicherà l’andamento del terzo trimestre, la prova del nove. Allora sapremo quanto lontano è il +1%. Confcommercio stima zero crescita tra luglio e settembre. Confindustria dice che i servizi hanno frenato in quei tre mesi, anche se l’industria sembra calata meno. Non un quadro roseo.

 

Il segnale che viene dalle famiglie pesa. L’inflazione ha fiaccato i redditi. Il rinnovo di alcuni contratti nazionali, pur restituendo ossigeno, non basta. La febbre dei prezzi in discesa, come i tassi della Bce, aiutano. Ma l’erosione del potere d’acquisto […] ha segnato i bilanci familiari più di quanto pensiamo. Le esportazioni non tirano come prima. L’industria è in palese difficoltà.

 

GIANCARLO GIORGETTI ALLA PARTITA DEL CUORE

E il governo si presenta con un Piano di bilancio che per i prossimi anni di fatto taglia la spesa pubblica in termini reali, tenuto cioè conto dell’inflazione: scuola, sanità, investimenti. Un’austerity che dalle tabelle del ministero dell’Economia presto scenderà nella vita delle persone.

 

Non è un caso che il ministro Giorgetti parli di «sacrifici per tutti». E si spinga a chiedere miliardi alle imprese che fanno utili per coprire quanto manca alla manovra. […]

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...