renzi berlusconi di maio salvini

SOGNO O SON-DAGGIO? - LE TRATTATIVE PER IL GOVERNO FANNO PERDERE DUE PUNTI AL M5S CHE SCENDE AL 32,6% - LA LEGA CONTINUA LA SUA SCALATA (ORA SAREBBE AL 23,5%) MENTRE “FARSA ITALIA” TRACOLLA AL 10,1% - SENZA RENZI E BOSCHI IN SELLA, ANCHE IL PD RIAGGANCIA LA SOGLIA DEL 20%

Enzo Risso, Direttore SWG, per “il Messaggero”

 

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

Lunga è la marcia verso il governo. Gli elettori avvertono le distanze tra i diversi partiti e vivono la complessità della fase attuale con un mix di speranza e apprensione. Non a caso, il 79% delle persone è preoccupato per la situazione d' instabilità politica che stiamo vivendo. Le tifoserie, come da spirito italico, sono ancora molto presenti nei diversi elettorati, anche se inizia a farsi largo l'esigenza di abbassare le pretese, per trovare una soluzione di governo.

 

Il M5S perde l'1,9% dei consensi conquistati nel corso dell' ultimo mese e scende dal 34,5% della scorsa settimana al 32,6%. Il Movimento subisce insomma una frenata. La Lega, invece, continua la sua scalata. Partita il 4 marzo con il 17,4% dei voti, si è presentata al primo giro di consultazioni con il 22,4% dei consensi e questa settimana è salita al 23,5% (+6,1% rispetto al risultato elettorale).

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

 

Anche il Pd sta beneficiando di una ripresa post elettorale e ricomincia a vedere come accessibile la soglia del 20%. Forza Italia ha arrestato l' emorragia di consensi e si ferma sul 10,1%. Il quadro post elettorale resta, nella sua confusione, abbastanza evidente.

 

DINAMICHE DISOMOGENEE

Se oggi si dovesse tornare alle urne, la situazione non muterebbe. Nessuno dei contendenti avrebbe la maggioranza e il balletto tra i vincenti resterebbe il medesimo. Un dato di fatto che spinge i partiti, di necessità, a ricercare un' intesa governativa, se non vogliono correre il rischio, specie i vincenti, di essere in qualche modo penalizzati da una nuova tornata elettorale.

RENZI BOSCHI

 

Il rebus governativo, tuttavia, resta sempre complicato. Nei diversi corpi elettorali le dinamiche sono disomogenee. Gli elettori del Pd (27%), ma anche quelli di Fratelli d' Italia (34%), sono disponibili a un governo di scopo per riformare la legge elettorale. I primi (quelli del Pd) non vedono di buon occhio un governo con M5s (13%), mentre sono sensibili a un governo istituzionale (25%).

 

Gli elettori pentastellati, invece, sono monotematicamente orientati a un governo a due, con la Lega (55%). Maggiormente aperti a una politica dei due forni appaiono i supporter di Salvini, i quali sono disponibili a più soluzioni: il 34% preferisce un esecutivo unitario tra centrodestra e M5s; mentre un altro terzo (il 32%) è favorevole a un governo a due con M5s.

 

salvini e berlusconi in conferenza stampa

I fan forzisti, ovviamente, fanno blocco e ritengono plausibile solo un governo centrodestra-M5s, mentre snobbano l' alternativa di una soluzione istituzionale (6%).

Un ulteriore elemento di riflessione è quello che arriva dalle reazioni dei diversi elettorati al veto pentastellato su Berlusconi. Il 46% degli italiani lo ritiene giusto e a sospingere il niet sono i grillini (76%) e gli elettori Pd (57%). Tra i leghisti troviamo una minoranza, il 23%, favorevole al veto, mentre la maggioranza (74%) è contraria.

 

Grande è la confusione sotto il cielo e non si può dire che la situazione sia eccellente. Cionondimeno, da questo quadro, inizia a emergere l' orientamento degli italiani: alle forze vincitrici richiedono la capacità (e la volontà) di dare un governo al Paese, anche se nei loro blocchi elettorali le ali oltranziste non hanno ancora abbassato la guardia.

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