L’EX CAPO SPIONE TELECOM, GIULIANO TAVAROLI, SCAGIONA TRONCHETTI PROVERA E SCARICA BUORA - LE INDAGINI SULLA PRESUNTA SCALATA DEI DS SU TELECOM? “TRONCHETTI MAI MI HA CHIESTO DI INDAGARE SU ALCUN PARTITO” - IL DOSSIER SUL SISTEMA MOGGI? “LA RICHIESTA VENNE DA MASSIMO MORATTI. LA GESTII CON FACCHETTI” - LO SPIONAGGIO DELLE MAIL DEL “CORRIERE”? “BUORA (L’EX AD DI TELECOM) DIEDE L’ORDINE DI CAPIRE CHI-COME-QUANDO STESSE ALIMENTANDO LE FUGHE DI NOTIZIE”…

1- DOSSIER TAVAROLI DIFENDE TRONCHETTI
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

Una difesa totale di Marco Tronchetti Provera, un pizzicotto calcistico a Massimo Moratti, un accenno ma solo in generale a un ordine dell'ex amministratore delegato di Telecom Carlo Buora, un attestato di estraneità ai Ds: è la deposizione ieri di Giuliano Tavaroli al processo per i dossier illeciti della Security di Pirelli-Telecom, dove torna in parte teste avendo già patteggiato 4 anni.

L'avvocato di parte civile dell'arbitro Massimo De Santis gli chiede da dove nel 2002 venisse l'ordine dell'«operazione Ladroni», dossier a base di pedinamenti e ricerche patrimoniali realizzato dall'investigatore privato Emanuele Cipriani (e fatturato non all'Inter ma alla Pirelli, all'epoca secondo azionista di Inter col 19%) a caccia di incongruità che nell'arbitro potessero svelare o condizionamenti dal sistema-Moggi o prevenzioni verso l'Inter: «Venne da Moratti, e poi io gestii la pratica con Facchetti» (morto), è l'asciutta risposta di Tavaroli. Moratti, invece, alla Federcalcio nel 2006 e poi sempre, ha affermato d'avergli chiesto solo un consiglio, senza ordinare nulla.

Oak Fund Era il dossier stilato nel 2002 con 13 report da Cipriani tramite inverificabili carte bancarie internazionali di una sua asserita «fonte» ex agente di Scotland Yard, e prospettava che dietro un fondo azionista della Bell (protagonista nel 2001 della scalata a Telecom) vi fossero dirigenti dei Democratici di sinistra, partito costituitosi parte civile per tutelarsi da quello che denuncia come un clamoroso falso.

L'operazione, premette Tavaroli, partì perché Tronchetti voleva verificare voci che accreditavano profitti di infedeli manager Telecom dietro l'Oak Fund: invece «solo all'ultima pagina dell'ultimo rapporto mi resi conto che riguardava un partito. Cipriani alla fine di un lavoro professionale giunse a una ipotesi di proprietà» (appunto i Ds) «che riferii oralmente solo a Tronchetti». Ma costui «immediatamente decise di non utilizzare la circostanza, dimenticare, "bruciare"».

È proprio quanto Tronchetti ha sempre affermato. L'avvocato dei Ds, Luongo, obietta però a Tavaroli l'intervista a Repubblica in due puntate nel luglio 2008 in cui diceva che a ordinargli un dossier sui Ds era stato Tronchetti: «Non l'ho mai dichiarato - asserisce Tavaroli -, non ho mai indicato il senatore ds Nicola Rossi come beneficiario, nelle carte che vidi non c'era alcuna prova di soldi ai Ds, non ho mai fatto quell'intervista, erano conversazioni di mesi prima e con molte cose inesatte e false. Non la smentii dietro consiglio del mio legale e perché avevo altre preoccupazioni. Forse ho sbagliato. Ma deve essere chiaro che Tronchetti mai mi ha chiesto di indagare su alcun partito del mondo».

Quanto al dossieraggio su Massimo Mucchetti del Corriere, praticato dallo 007 privato Marco Bernardini e dall'hacker Fabio Ghioni, Tavaroli attribuisce all'allora amministratore di Telecom «Buora e a De Conto» solo l'ordine di «capire chi-come-quando dentro le aziende stesse alimentando fughe di notizie alla base di articoli» sgraditi ai vertici aziendali, come uno di Mucchetti.

Ma Tavaroli scarica su Bernardini e Ghioni «le modalità aggressive» sul giornalista e su Colao, quali l'intrusione informatica del novembre 2004 ai pc del Corriere: «Non l'ho né ordinata né saputa, i dati presi non sono stati mai letti o condivisi in azienda, fu una stupidaggine sesquipedale di Ghioni, della quale come omesso controllo mi assumo la responsabilità. Ma nessuno, né io né il management che pure aveva un interesse per Mucchetti, ha mai ordinato a Ghioni un'attività così fuori luogo e priva di senso».

2- "TRONCHETTI NON MI FECE SPIARE ALCUN PARTITO"...
Da "la Stampa"

«Tronchetti non mi diede mai nessun incarico d'indagare su alcun partito italiano, estero o extraplanetario». Giuliano Tavaroli, l'ex capo della Security di Telecom, difende il suo ex presidente Marco Tronchetti Provera e si attiene alle consegne di legge per quanto riguarda i dossier più scottanti.

Sentito ieri come testimone per il processo sui dossier illeciti, l'ex capo della security rispondendo alle domande del legale dei Ds, ha negato di avere organizzato uno spionaggio sui Ds, in particolare in relazione al «fondo quercia» che, secondo un dossier realizzato dall' investigatore privato Emanuele Cipriani, avrebbe portato al partito di Massimo D'Alema.

«Il dossier fu chiesto da Buora e Tronchetti spiega Tavaroli in aula - perché esistevano rumors e sospetti che dietro il fondo ci fossero manager di Telecom e Pirelli. Solo all'ultima pagina del rapporto mi resi conto che riguardava un partito italiano». Quale, è facile intuirlo.

Per quanto riguarda l'incursione nei computer di Rcs, Tavaroli ha spiegato che è stata solo «una stupidaggine sesquipedale di cui mi prendo la responsabilità. Nessuno ha detto mai a Ghioni (Fabio Ghioni, ex capo dell'ex Tiger team, ndr) di entrare nei computer di Rcs. Purtroppo è successo, ma i dati che vennero prelevati non furono mai divulgati a nessuno». Il processo è stato aggiornato a mercoledì prossimo.

 

 

Giuliano Tavaroli da Giovanetavaroli giulianocarlo buora lap2Marco Tronchetti Provera e Massimo Moratti giacinto facchetti Lex arbitro Massimo De Santis da corriere it Massimo Mucchetti0rep vittorio colao

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