pompa di benzina

IL PAESE DI SPRECOPOLI - DALLE STAMPANTI ALLA BENZINA: NEGLI ACQUISTI PUBBLICI SI PAGA FINO AL 70% IN PIÙ - ULTIMATUM DELLA RAGIONERIA DELLO STATO ALLA AMMINISTRAZIONE PUBBLICHE: “RICORRERE AI PREZZI CONVENZIONATI È UN OBBLIGO” - IL RUOLO DELLA CONSIP

SPRECHI PUBBLICA AMMINISTRAZIONESPRECHI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Roberto Petrini per “la Repubblica”

 

 

Obiettivo: 1,5 miliardi dal 2016. Circa 8 nei prossimi tre-quattro anni. E’ questa la cifra che il governo intende risparmiare dalla difficile partita della spending review 2016 che riguarda l’acquisto di beni e servizi da parte dello Stato, degli enti pubblici e delle Asl.

 

La cima da scalare è ripida e irta di ostacoli: la stima della spesa totale delle pubbliche amministrazioni è di 127 miliardi all’anno (di cui ben 67 riguardano la sanità). Incidere, anche di pochi punti percentuali, porterebbe risparmi enormi in grado di far concorrenza anche ai fatidici punti di spread e alla conseguente spesa per interessi.

 

Tuttavia nonostante l’azione dei vari Mr. Forbici che hanno tentato l’impresa, da Giarda a Bondi a Cottarelli, la montagna della spesa per acquisti, dalle fotocopiatrici alle risme di carta, dai computer alla benzina, resta quasi immobile. La Consip, l’organismo cui spetta il compito di bandire le gare e fare da acquirente unico in grado di spuntare prezzi «convenzionati » più bassi di quelli di mercato, fa il possibile.

 

Ma della gran massa di acquisti dello Stato solo 38 miliardi passano sotto la sua «giurisdizione » e proprio per questo la legge di Stabilità allargherà il suo spettro di azione per circa 40 miliardi di acquisti. Obiettivo: maggiori risparmi del 20 per cento nei prossimi anni e di 1,5-2 miliardi fin dal 2016.

 

POMPA DI BENZINA POMPA DI BENZINA

La situazione, nonostante gli sforzi, è infatti ancora critica. Secondo un documento del Tesoro che “Repubblica” è in grado di anticipare, i prezzi a consuntivo pagati dalla pubblica amministrazione (enti locali in primis) di molti prodotti restano alti, segnando ancora una forte differenza tra quanto è acquistato dalla Consip e quanto riesce a sfuggire ai «compratori» del Tesoro, magari perché le aziende fornitrici riescono a dimostrare che il prodotto disponibile non è perfettamente identico alle caratteristiche del capitolato e vanno fuori convenzione.

 

POMPA DI BENZINAPOMPA DI BENZINA

Una pratica favorita anche dalla eccessiva varietà merceologica dei capitolati che consentono di acquistare molti modelli diversi di uno stesso prodotto e che dalla prossima legge di Stabilità saranno drasticamente ridotti: dal 2016 si potrà scegliere solo tra tre modelli in convenzione non uno di più.

 

Del resto la lettura delle tabelle relative allo scorso anno e basate su un campione di oltre 1.400 categorie merceologiche, fa pensare che ci sia ancora molto da fare. I prezzi fuori convenzione Consip, che la pubblica amministrazione spesso è costretta a sostenere, arrivano per categorie assai comuni a superare quelli in convenzione per percentuali che vanno dal 30 al 70 per cento.

 

Ci sono esempi, come evidenzia la tabella accanto, di articoli molto diffusi come una stampante individuale che possono essere acquistati dalla Consip per soli 39 euro, ma che se si comprano sul mercato aperto possono arrivare a costare fino a 122 euro. Casi clamorosi anche per un personal computer desktop ultracompatto che sul libero mercato viene pagato dallo Stato 445,91 euro e quando rientra nei protocolli Consip è soggetto ad un risparmio del 25,8 per cento.

CONSIP CONSIP

 

Anche per la telefonia tra fuori convenzione e convenzione la pubblica amministrazione può arrivare a pagare il 22,6 per cento in più. Senza contare la benzina che sul mercato lo Stato paga il 12,2 per cento in più rispetto ai carburanti targati Consip. Persino le celebri risme di carta A4 con la Consip costerebbero il 2 per cento in meno rispetto a quanto si spende nella cartoleria sotto il ministero o nel vicino centro commerciale.

 

Dunque la tendenza a bypassare la Consip resta, per motivi spesso oscuri e con le inevitabili ripercussioni sui conti dello Stato. Del resto anche la riduzione del numero delle stazioni appaltanti da 32 mila a 35 aggregatori ha trovato ostacoli. La norma è stata approvata nel 2014, ma sottoposta a vari rinvii e ancora non è operativa. Per questo si tenterà di stringere come ha già fatto nei giorni scorsi il Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco il quale ha inviato un ultimatum alle amministrazioni pubbliche disponendo l’obbligatorietà del passaggio per la Consip per gli acquisti.

Consip-marchioConsip-marchio

 

Ora tutti gli occhi sono puntati sulla legge di Stabilità con l’obiettivo di riportare il maggior numero possibile di prodotti all’interno della Consip, rafforzando il principio di obbligatorietà e prevedendo penalità. Si prevede dunque che almeno altri 40 miliardi di acquisti entreranno nei protocolli con risparmi pari al 20 per cento spalmati, progressivamente per evitare di creare posizioni di dominio sul mercato, nei prossimi tre-quattro anni e di 2 miliardi fin dal 2016 che, per prudenza, saranno cifrati in 1,5 miliardi.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”