carminati

STATE CARMI, ANZI CARMINATI - SUL BANCO DEI TESTIMONI ARRIVANO DUE CARABINIERI ORA FINITI NEI SERVIZI: PER LA DIFESA, L'INCHIESTA SU 'MAFIA CAPITALE' È STATA CUCITA ADDOSSO AL 'NERO' PER TOGLIERLO FINALMENTE DI TORNO, DOPO ANNI IN CUI ERA STATO INTOCCABILE CONOSCITORE DEI SEGRETI DI MAGISTRATI, AVVOCATI, POLITICI - L'INDAGINE APERTA NEL 2011 NON AVEVA NIENTE A CHE VEDERE CON LA MAFIA...

Carlo Bonini per la Repubblica

 

CARMINATI ARRESTO 1CARMINATI ARRESTO 1

Il Convitato di Pietra del processo Mafia Capitale – l’Arma dei carabinieri e il suo reparto di eccellenza investigativa - tornerà stamani a fare capolino nell’aula bunker del carcere di Rebibbia. Due dei dieci testimoni di cui le difese degli imputati hanno chiesto la deposizione sono infatti ex ufficiali del Ros, transitati recentemente l’uno nell’Intelligence interna (Aisi) e l’altro in quella esterna (Aise).

 

E sull’esame di entrambi, sui capitoli di prova su cui verranno sollecitati, si annuncia l’ultimo sforzo delle difese nel tentativo di rovesciare il tavolo di un dibattimento che, con il passare dei mesi, si è andato caricando di straordinaria pressione, di più di un veleno e che, di qui alla fine dell’anno, si prepara a chiudere l’esame dei testimoni e ad entrare dunque nella fase conclusiva della discussione (è verosimile che si arrivi a sentenza nella tarda primavera del 2017).

CARMINATI 1CARMINATI 1

 

Oggi, per quel che è stato possibile ricostruire in una vigilia di udienza di particolare fibrillazione e attesa, verrà nuovamente evocata infatti l’ipotesi della «macchinazione», di una «indagine condotta in modo selettivo» sia nella scelta delle contestazioni da muovere che nei suoi bersagli, e che avrebbe appunto avuto in un settore dell’Arma dei carabinieri (il Ros e il suo allora comandante e oggi direttore dell’Aisi, Mario Parente) e nel procuratore di Roma Giuseppe Pignatone i suoi architetti.

 

giuseppe pignatone (2)giuseppe pignatone (2)

Detta altrimenti, le difese torneranno ad insistere sulla circostanza che l’inchiesta a carico di Massimo Carminati, del suo socio Salvatore Buzzi e, complessivamente, del cosiddetto Sistema Mafia Capitale, sia figlia di un’operazione concepita a tavolino dal Ros per cucire addosso al “nero” un abito, quello di “mafioso”, che non sarebbe il suo, e regolare così, una volta per sempre, i conti con un uomo i cui inconfessabili rapporti con gli apparati del Paese, soprattutto nella stagione della Banda della Magliana e dell’eversione, e la sua conseguente ed effettiva capacità di ricatto continuano ad essere un suggestivo mistero.

 

Esattamente come il furto al caveau dell’agenzia della Banca di Roma del palazzo di Giustizia di Roma (estate 1999), dove, per altro, le complicità di militari dell’Arma con Carminati furono oggettive e consentirono al “nero” la sottrazione dalle cassette di sicurezza della banca di dossier nella disponibilità di magistrati, uomini delle forze dell’ordine, avvocati, che si vuole siano stati alle fondamenta della sua “seconda vita” criminale oltre che costitutivi di quel mito di “intangibilità” che lo ha accompagnato fino al giorno del suo arresto (inizi di dicembre del 2014).

 

Ai due ufficiali verrà chiesto se è vero che, durante i tre anni dell’inchiesta, all’interno del Ros, avevano finito con lo scontrarsi due diverse e opposte ipotesi investigative. L’una convinta della matrice mafiosa dell’organizzazione di Buzzi e Carminati che le intercettazioni andavano delineando e un’altra del contrario. E si tornerà anche a scandagliare la genesi dell’indagine.

 

I PROCURATORI FRANCO IONTA E PIETRO SAVIOTTII PROCURATORI FRANCO IONTA E PIETRO SAVIOTTI

Che venne aperta nel 2011 dall’allora procuratore aggiunto Pietro Saviotti (stroncato da un infarto nel gennaio del 2012, due mesi prima dell’insediamento del nuovo procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone) con ipotesi di reato che nulla avevano a che vedere con l’articolo 416 bis del codice penale, ma che erano dirette a verificare quanto riferito da un anonimo ricevuto dal Servizio segreto civile, in cui si dava conto di come ex militanti dei Nar (tra cui Carminati) si fossero rimessi sul mercato del crimine, tornando a delinquere soprattutto attraverso l’organizzazione di rapine.

 

Nei destini professionali dei due ex ufficiali del Ros e nel loro approdo all’Intelligence, le difese sono insomma convinte che vi siano le stimmate o comunque gli indizi di una verità (che si vuole taciuta) sulle ragioni per le quali un’inchiesta di eversione si trasformò in un’indagine di mafia. E che anche solo accreditare in via suggestiva una circostanza di questo genere aiuterà a insufflare nel dibattimento, o comunque nella percezione pubblica che se ne è andata delineando negli ultimi mesi, un ennesimo “ragionevole dubbio” sulla trasparenza delle mosse della Procura di Roma, sulla linearità con cui ha condotto l’inchiesta.

Marco Minniti Marco Minniti

 

In questo contesto, del resto, non è un caso che nella lista testimoni di oggi, oltre ai due ex ufficiali del Ros, figuri anche il sottosegretario a Palazzo Chigi con delega alla sicurezza nazionale, Marco Minniti, la cui deposizione, tuttavia, potrebbe essere rinviata ad altra data se, come sembra, la sua presenza non potrà essere assicurata per impegni istituzionali.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....