lucia azzolina

STAVOLTA NO, PER FAVORE, RISPARMIATECI LA SORPRESA SBIGOTTITA DAVANTI ALL'IMPENNATA DEI CONTAGI - G.A. STELLA: ''MA VE LO RICORDATE IL «CRUSCOTTO» DI AZZOLINA CHE AVREBBE DOVUTO CONSENTIRE ALLE SCUOLE DI RIAPRIRE CON CERTEZZE SUGLI SPAZI? MAI PIÙ SENTITO. ERANO MESI CHE, A DISPETTO DEL DELIRIO COLLETTIVO D’UNA ESTATE PAZZA DI SPIAGGE TRABOCCANTI, SI SAPEVA CHE L’ONDATA DI RITORNO SAREBBE ARRIVATA - L’INVENZIONE DELL’EMERGENZA PERENNE: LO STATO CHE INVENTA SCORCIATOIE PER IMBROGLIARE LE PROPRIE REGOLE''

 

GIAN ANTONIO STELLA

Gian Antonio Stella per il ''Corriere della Sera''

 

Stavolta no, per favore. Stavolta ci venga risparmiata la sbigottita sorpresa davanti all’impennata dei numeri dei contagi, coi casi superiori perfino a quelli del 21 marzo. Scoprire a febbraio che il virus scoppiato in Cina aveva ammazzato un pensionato reo di aver giocato a carte con gli amici in un bar di Vo’ Euganeo fu sul serio un inaspettato ceffone in faccia, per quanto gli scienziati avessero avvertito che le cose avrebbero potuto prender quella piega.

 

 

lucia azzolina

Ma ora? Erano mesi che, a dispetto del delirio collettivo d’una estate pazza di spiagge traboccanti, di folle euforiche che sbuffavano impazienti davanti a chi ricordava sommessamente l’obbligo della mascherina almeno negli assembramenti più appiccicosi, si sapeva che l’ondata di ritorno (la definizione testuale finì nell’archivio dell’Ansa l’11 marzo) sarebbe arrivata. Eppure, come ricordava ieri Pierluigi Battista, tantissime cose che si sarebbero potute fare dalla fine del lockdown ad oggi non sono state fatte. Rinviate. Lasciate lì, in sospeso. A volte mai avviate.

 

 

Ma ve lo ricordate il «cruscotto» di Lucia Azzolina che avrebbe dovuto consentire alle scuole di riaprire con certezze sugli spazi a disposizione?

 

Spuntò fuori dal cilindro della ministra dell’istruzione il 1° luglio, quando annunciò in una audizione: «E’ stato costituito un cruscotto informativo che consentirà di poter definire il distanziamento e di rendere evidente i casi in cui gli spazi non risultino sufficienti». Poi, il nulla. Zero. Finché la rivista Tuttoscuola prese a pubblicare una irridente rubrica on-line che contava i giorni trascorsi dall’annuncio e quelli che mancavano all’inizio delle lezioni. Un orologio che avrebbe potuto contare altre scadenze destinate a non essere rispettate. Come l’impegno a completare finalmente l’anagrafe, istituto per istituto, delle scuole a rischio sismico e idrogeologico. E tanto altro ancora.

 

lucia azzolina alla camera 1

Il guaio è che il nostro è un Paese di dannunziani, per dirla con le parole di Pietro Gobetti, capace di grandi gesta di coraggio, abnegazione, generosità nei momenti più difficili ma incapace di rispettare sé stesso e gli impegni presi con gli altri nella realtà quotidiana. E così poco fiducioso nella propria capacità di mantenere le promesse in tempi meno estremi da cercare di volta in volta una scadenza a cui farsi inchiodare. Basti ricordare l’Expo 2015 a Milano, la cui candidatura venne avanzata nove anni e accettata sette anni prima dell’evento, poi aperto in mondovisione mentre ancora le carriole correvano su e giù febbricitanti per gli ultimi lavori...

 

Un andazzo che ha plasmato tutto. Fino all’invenzione, per sfuggire a una ragnatela burocratica che ogni governo rinuncia presto a riformare, dell’emergenza perenne. Lo Stato che inventa scorciatoie per imbrogliare le proprie regole senza restarne paralizzato. Al punto che, come qualcuno ricorderà, la Protezione Civile costituita proprio quarant’anni fa dopo la tragedia di Alfredino Rampi, finì per occuparsi perfino del restauro del David di Donatello.

 

E così rischia di andare a finire anche stavolta. Erano preziosi, i tre mesi appena trascorsi. Preziosi per andare subito a recuperare, magari con una gara nazionale, le dosi necessarie del vaccino anti-influenzale in attesa (quando sarà…) dell’agognato anti-Covid-19 e sprecati da regioni come la Lombardia, che nell’affannosa rincorsa a rimediare ai propri ritardi finirà per pagare lo stesso prodotto il triplo del Veneto. Erano preziosi per prendere di petto i grandi problemi della sanità pubblica, fino ad oggi salvata dalla generosità di medici e infermieri ma esposta soprattutto nel Mezzogiorno a gravissimi rischi mentre ancora pochi giorni fa veniva promesso «un bando super veloce» per avvicinarsi all’obiettivo di 3.443 nuovi posti letto di terapia intensiva e 4.213 di terapia sub intensiva.

conte speranza

 

Erano preziosi per settori come l’agricoltura e il turismo, che dopo avere respirato un po’ in questa estate sregolata, rischiano di ritrovarsi ora coi problemi di prima dopo aver aspettato settimane e mesi quella «cassa integrazione in deroga» resa di fatto irraggiungibile da procedure burocratiche che, come dimostrano nel loro libro Tito Boeri e Sergio Rizzo, sembrano scritte apposta per chiudere il più possibile i rubinetti dell’erogazione.

 

Un sospetto che inquieta buona parte degli imprenditori. Lo dicono ad esempio le osservazioni dell’Ance sui progetti di Italia Veloce («Hanno qualcosa della vecchia lavagna di Berlusconi da Vespa…») o sull’«Idra a nove teste della Governance degli investimenti in Italia: tutte strutture dello Stato che avrebbero il compito di accelerare gli investimenti pubblici e invece non sono mai nate o ancora non hanno prodotto effetti: Strategia Italia, InvestItalia, DIPE, Struttura per la progettazione, Italia Infrastrutture SpA, Invitalia...» Per non dire dei 22 diversi canali di finanziamento per le scuole. Un caos. E se finora tutte queste «semplificazioni» hanno rallentato se non frenato l’arrivo dei soldi veri che accadrà quando toccherà al «paperonico» fantastilione di triliardi in arrivo dall’Europa?

 

Ricordate, mesi fa, l’idea di due magistrati come Giovanni Melillo e Francesco Greco? Spiegarono alle commissioni riunite di Camera e Senato che, in un momento così difficile, i soldi dovevano essere distribuiti secondo loro il più in fretta e il più generosamente possibile, senza troppi controlli iniziali per non intralciare il flusso di ossigeno a quanti erano in crisi drammatica. Sostennero anzi che fino a 25.000 euro quei finanziamenti a fondo perduto avrebbero potuto essere considerati una sorta di speciale «reddito di cittadinanza».

CORONAVIRUS - GLI ITALIANI IN SPIAGGIA

 

Chiesero sono due paletti: che quel denaro fosse speso per reagire alla crisi del Covid-19 esattamente come in Svizzera («guai se li porti all’estero: ti stango») e poche regole più rigide per poter colpire «il bersaglio grosso: i grandi affari legati a mondi ambigui se non addirittura alla criminalità». Un iter che avrebbe accelerato tutto ma sottratto il potere di decidere a chi quella conta. Bene, interessante, grazie, vi faremo sapere, fu la risposta. E ciao.

assembramenti in spiaggia 5assembramenti in spiaggia 4CORONAVIRUS - GLI ITALIANI IN SPIAGGIA

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?