luigi di maio alessandro di battista beppe grillo mario draghi

STELLE CADUTE – APPARENTEMENTE LA FRONDA DEL NO A DRAGHI GUIDATA DA DIBBA SI INGROSSA, MA IN QUANTI SARANNO DISPOSTI A SEGUIRE IL “CHE GUEVARA DI ROMA NORD” FINO IN FONDO? IN MOLTI PENSANO (E SPERANO) CHE FINALMENTE SI CONSUMERÀ LA SCISSIONE, E ANCHE NELL’ASSEMBLEA DI IERI SI SONO REGISTRATE DIVERSE INCRINATURE. COME QUELLA DI DALILA NESCI: “VOGLIO SAPERE QUAL È L'OBIETTIVO DI CONTE. HA PARLATO CON NOI DEL M5S? PERCHÉ AD OGGI LUI È ANCORA UN TECNICO, NON È DEL M5S. IO VOGLIO ESSERE FEDELE A LUI MA VOGLIO ANCHE…”

dalila nesci

1 – GOVERNO: NESCI, FEDELE A CONTE, LUI LO È CON NOI?

(ANSA) - ROMA, 03 FEB - "Io voglio sapere qual è l'obiettivo di Conte. Ha parlato con noi del M5s? Perché ad oggi lui è ancora un tecnico, non è del M5s. Io voglio essere fedele a Conte ma voglio anche essere sicura che sia lo stesso da parte sua". Lo ha detto, a quanto si apprende, la deputata M5s Dalila Nesci, durante l'assemblea M5s.

 

mario draghi al quirinale 1

2 – DI BATTISTA GUIDA LA RIVOLTA "NON POSSIAMO CEDERE ORA"

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per "La Stampa"

 

(…) Stavolta la fronda del No sembra ingrossarsi davvero. Arrivano le truppe di Paola Taverna, alcune anime della sinistra grillina, ex ministri e peones in cerca d' autore. Ma al termine di una riunione fiume di deputati e senatori M5S, che inizia nel pomeriggio per terminare a notte fonda, l' esercito anti-Draghi inizia già a far emergere delle sfumature.

 

MARIO DRAGHI E MARIO MONTI

Perché il frontman Di Battista chiede un «no compatto del M5S a Draghi», ma dietro di lui c' è chi si dice d' accordo a bocciare l' idea di un governo tecnico, ma apre invece a un esecutivo politico: «Ne possiamo discutere».

 

MARIO DRAGHI SI MISURA LA FEBBRE

(…)  Ma intorno al veto sull' ex presidente della Bce «si consumerà la scissione», ammette in serata un membro del governo scaricando dalla macchina gli scatoloni fatti in settimana al ministero. Quanti senatori si porterebbe dietro? Si torna già a far di conto a palazzo Madama, dove la maggioranza sarebbe ancora appesa a un filo se mancassero i voti di Forza Italia. Se ne sospettano una decina, in serata, pronti al ritorno al voto; quasi trenta alla Camera. «Sulla carta - sottolineano però dal Movimento -, perché al momento del voto non tutti avranno il coraggio di far saltare il banco».

 

di maio lombardi di battista

Tra i più coriacei c' è l' ex ministra Barbara Lezzi, che si dice convinta: «Il Movimento non voterà la fiducia a Draghi». Di lui, scrive, «si dicono le stesse cose che dissero di Monti. Credibile, preparato, inserito negli ambienti giusti, che abbia "salvato l' Italia". Sciocchezze». E anche Danilo Toninelli prende parola alla riunione congiunta dei parlamentari per affermare un «no a Draghi doveroso, è nel Dna del Movimento. Noi siamo dalla parte del popolo, lui della finanza».

AULA MONTECITORIO DALILA NESCI SIBILIA

 

E su questa linea si sarebbero schierati altri senatori, come Luisa Angrisani, Mattia Crucioli, Rosa Abate, Bianca Laura Granato, Fabrizio Trentacoste. Alla Camera il gruppo è più nutrito, ma meno pericoloso, perché i numeri della maggioranza sarebbero sufficientemente ampi. Il deputato Pino Cabras viene dato tra i più pronti all' addio in caso di governo con Draghi. «Lo combatteremo senza quartiere, fedelmente al mandato elettorale», annuncia in assemblea. A meno che - dice con aria di sfida - Draghi non sia d' accordo sull' introduzione di monete fiscali parallele.

barbara lezzi

 

3 –M5S, TERREMOTO CONTE I TORMENTI DI GRILLO: RISCHIAMO L'IRRILEVANZA

Ilario Lombardo per "La Stampa"

 

(…) Si attende una parola di Conte, che non arriva. Sente più volte il segretario del Pd Zingaretti e Franceschini: «Solo lui può convincere i 5 Stelle» dicono, sperando in un endorsement. Che non arriva: «Non voglio interferire, sto un passo indietro e osservo». Conte vuole capire cosa succede, mentre il M5S viene straziato dalle opposte tentazioni su Draghi. Nelle ultime ore ha confidato più volte di essersi ormai innamorato della politica.

 

Però sa che a breve dovrà prendere una decisione. La prima gliela sollecitano dal Pd. Entrare nel governo. Il pacchetto per il suo ingresso sarebbe anche pronto: vicepremier e ministro degli Esteri. «Nessuno me lo ha chiesto e io non ci penso minimamente. Offrirei agli italiani l' immagine di uno che vuole stare a tutti i costi dov' è».

 

Fico Di Battista Di Maio

(…) È evidente che si è innescato un processo e che dovranno maturare i tempi per il "sì". Un sì che esige delle condizioni. La prima, imprescindibile, è che la natura del governo sia anche politica. Lo chiedono la maggior parte degli interventi dei grillini riuniti. E quando in mattinata il fondatore Grillo consegna la sua sentenza e intima ai 5 Stelle di essere «leali a Conte», e di dire «no al governo tecnico di Draghi», in tanti intuiscono al volo il messaggio.

mario draghi al quirinale 2

 

3 – «ROMPERE TUTTO SAREBBE UN PECCATO» E ALLA CAMERA ALTRI 4 PRONTI ALL'ADDIO

Francesco Malfetano per "il Messaggero"

 

(…) Il no al governo di Mario Draghi e all' appello alla responsabilità lanciato dal presidente Sergio Mattarella, ha scosso non solo le coscienze ma anche le prospettive di un certo numero di parlamentari. «Per me il 90% di quelli che fanno i duri e puri stanno facendo due conti» racconta un deputato. «A chi conviene andare davvero alle elezioni?» aggiunge scuro in volto, ovvio che è «meglio rimanere».

di battista di maio

 

(…)

 

(…) tra i corridoi di Montecitorio si dice che già 4 deputati stanno guadagnando l' uscita puntando verso il gruppo misto prima, e poi verso l' ancora non nato Centro popolare italiano annunciato dal fresco ammutinato Emilio Carelli. «Ci sarà un incontro domani (oggi ndr) spiegano vedremo se ne vale davvero la pena. Finire così sarebbe un peccato».

 

Una chiave di lettura questa, quella del peccato, che si ripresenta spesso chiacchierando con i parlamentari grillini. «Sarebbe un peccato tornare a casa» dice infatti un deputato al suo primo mandato. «Ma non solo per noi aggiunge amareggiato non è solo una questione egoistica. Abbiamo lavorato a un sacco di progetti che ora lasciamo a metà. Va a finire che il nostro Recovery lo gestisce la Lega».

mario draghi al quirinale

 

(…)

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