donald trump crisi recessione usa stati uniti

"GLI STATI UNITI SONO IN DECLINO PERCHE' LA SUA COSTITUZIONE È TROPPO VECCHIA" - STEPHEN MARCHE, AUTORE DEL LIBRO "THE NEXT CIVIL WAR": "NON C'È PIÙ IL COLLANTE CHE PER DECENNI HA TENUTO INSIEME IL MOSAICO AMERICANO: L'IDEA CHE LA LIBERTÀ ALLA FINE AIUTA A CONSEGUIRE LA FELICITÀ - LO SCOLLAMENTO CON LA REALTÀ HA PORTATO LA GENTE A PERDERE LA FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI. LA POPOLARITÀ DEL CONGRESSO È SCESA AL 10%. ALLA CORTE SUPREMA È LASCIATO IL COMPITO DI DECIDERE COSE IMPORTANTISSIME PER LA NAZIONE. TRUMP È UN SINTOMO DELLA CRISI NON LA CAUSA: IL PROBLEMA NON È CHI È AL POTERE, MA LE STRUTTURE DEL POTERE STESSO"

A. Sim. per "la Stampa"

 

Stephen Marche

«Trump è un sintomo dei malesseri americani, un prodotto delle divisioni laceranti che pervadono la società e il sistema politico statunitense». Stephen Marche è scrittore e saggista, il suo ultimo libro si intitola «The Next Civil War», è uscito pochi giorni fa e ha un sottotitolo intrigante: «Dispacci dal futuro americano».

 

Marche ha intervistato oltre duecento fra esperti, analisti, leader militari, storici, politici e ha applicato modelli predittivi. I dispacci dal futuro ci dicono che gli Stati Uniti stanno volgendo al termine, e non è questione di quando ma anche di come, sostiene lo scrittore.

Stephen Marche - The next civil war

 

Non c'è un po' di catastrofismo in tutto ciò?

«Tutto può succedere, nessuno ha la sfera di cristallo, ma i germi del declino sono visibili».

 

Quali sono e quale ingranaggio si è inceppato?

«Non c'è più il collante che per decenni ha tenuto insieme il mosaico americano, gli Sioux con i Seminole, i bianchi con i neri, i ricchi con i poveri, etnie diverse accomunati da due cose: la Costituzione e l'idea che la libertà alla fine aiuta a conseguire la felicità. La Carta americana è il frutto del genio, anziché porre al centro questioni come la religione o altri principi morali, si fonda sulla forza di un sistema politico capace di far convivere le differenze originando così quella ricerca di libertà e creatività, economica e spirituale, che è il nocciolo del Paese».

donald trump

 

Perché questo meccanismo non funziona più?

«Il sistema politico sta collassando perché l'impianto costituzionale è troppo vecchio. Diceva Jefferson che le Costituzioni devono cambiare quando è necessario per stare al passo con i tempi; la nostra ha quasi 240 anni e mostra tutta l'età. Lo scollamento con la realtà ha portato la gente a perdere la fiducia nelle istituzioni. La popolarità del Congresso è scesa al 10%, alla Corte suprema, scelta dal presidente e che oggi non riflette la composizione della popolazione, è lasciato il compito di decidere cose importantissime per la nazione. Gli squilibri del sistema di voto sono pericolosi: nel 2040 il 30% degli americani controllerà con il loro voto il 70% del Senato».

 

Sui repubblicani è calata l'onda trumpiana, l'ex presidente parla sempre di Maga, la sua idea di Make American Great Again. Non ha spaccato il Paese e poi i Repubblicani?

biden trump

«Trump è un sintomo della crisi non la causa e questa è una delle argomentazioni che più fatico a spiegare negli ambienti della sinistra americana. Io non credo che se nel 2016 Hillary Clinton avesse vinto le elezioni, le forze che minano la stabilità e la crescita della nazione oggi sarebbero vinte. L'unità cui tutti tendono è una chimera. Non c'è stata con Obama e con Bush. Anzi, fenomeni come l'iper-partigianeria, la polarizzazione del Paese in stati blu e rossi, l'affiliazione quasi tribale a democratici o ai repubblicani, la violenza contro lo Stato federale, le diseguaglianze economiche, la nascita di movimenti di estrema destra anti-governo nazionale sono ben presenti e non dipendono da Trump».

donald trump

 

Trump chiudendo il comizio ha detto: «Nel 2024 ritorneremo alla Casa Bianca». Dietro quel ritorneremo c'è lui?

«Mi fido di quanto raccolto in ambienti vicini a lui, quindi direi di sì. Ma dipende tutto da lui, se deciderà di ripresentarsi nessuno fra i repubblicani oserà opporsi». Quando ha avuto la percezione di questa deriva verso la «guerra civile»? «Il giorno dell'insediamento di Trump nel 2017. C'era il caos a Washington, gruppi di "opposte tifoserie" a scontrarsi, insultarsi, bisticciare. Poi la sera è successa una cosa emblematica».

 

donald trump, barack obama e joe biden

Ovvero?

«Sono andato a un party a Georgetown: c'era un giovane funzionario di basso livello del Dipartimento dell'Agricoltura. Aveva tolto le foto dei precedenti presidenti dall'ufficio. Gli chiesi il perché. "Non c'è più un governo", rispose. In quel momento ho capito che il sistema era fallito. Se anche un funzionario pubblico ragiona con categorie tribali non c'è soluzione».

 

E se dal nulla spuntasse un nuovo leader? Qualcuno in grado di emozionare l'America, di farne riscoprire l'unità e ridare smalto a quel motto «E pluribus Unum»?

i trump e e gli obama

«I leader nascono perché il popolo li spinge e perché il sistema li riconosce. Siamo ormai oltre a questa fase, non c'è un guaritore della nazione. Anche perché i poteri del presidente sono limitati. Come ho scritto nella prefazione del mio libro: il problema non è chi è al potere, ma le strutture del potere stesso».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…