salvini di maio selfie

CHE SUCCEDERÀ A MAGGIO QUANDO, DOPO LE EUROPEE, SCADRÀ IL CONTRATTO DI GOVERNO TRA DI MAIO E SALVINI? - SALVINI VORREBBE ALLUNGARE LA VITA DEL GOVERNO QUANTO PIÙ POSSIBILE IN ATTESA DI UNA DEFINITIVA USCITA DI SCENA DI BERLUSCONI, COSÌ DA EGEMONIZZARE IL VECCHIO CENTRODESTRA E CREARE UN RASSEMBLEMENT SOVRANISTA - MA SE IL M5S DOVESSE SPACCARSI POTREBBERO SERVIRE I TRANSFUGHI DI "FORZA ITALIA" PER UN “GOVERNO DI DECANTAZIONE” - LO SCENARIO

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

Il «contratto» di governo tra Di Maio e Salvini scadrà a fine maggio. Il decreto su reddito di cittadinanza e quota cento non incide sul loro accordo, era solo un «atto dovuto», la condizione necessaria per restare ancora insieme a palazzo Chigi e per parlare separatamente agli elettori in vista delle Europee.

 

Si vedrà quale sarà l'impatto del provvedimento sul Paese, se davvero risponderà alle attese dei cittadini, se la sua attuazione sarà «immediata e facile» come assicurano in pubblico i due leader o «farraginosa e complicata» come temono in privato alcuni rappresentanti dell' esecutivo. Ma non c'è dubbio che il decreto fosse necessario a Di Maio e Salvini, che mirano a fare il pieno di voti continuando intanto a mostrarsi avversari nelle piazze per togliere consensi agli avversari nelle urne.

 

È una tattica che fin qui si è mostrata redditizia, e che però deve fare i conti con la congiuntura economica, con le nubi di una crisi che potrebbe coglierli in mezzo al guado.

matteo salvini luigi di maio

Costringendoli magari a una manovra correttiva e a una impopolare operazione salva-banche che scombinerebbe i loro piani. Nulla di nuovo: già a settembre furono messi sull' avviso dai loro sottosegretari Buffagni e Giorgetti.

 

In ogni caso il patto scadrà dopo le Europee, quando gli elettori decideranno i nuovi rapporti politici. È allora che Di Maio e Salvini si troveranno al bivio, e dentro un quadro parlamentare che potrebbe mutare equilibri a seconda degli eventi, dovranno decidere se sciogliere l' intesa oppure rinnovarla: in tal caso sarebbe chiaro che il «contratto» - dettato dal voto di marzo - si trasformerebbe in un'alleanza politica. Ma non è questo l' intento del capo leghista, che vorrebbe allungare la vita del governo quanto più possibile in attesa di una definitiva uscita di scena di Berlusconi, così da egemonizzare il vecchio centrodestra e sulle sue ceneri edificare un rassemblement sovranista.

 

conte salvini di maio

Proprio per contrastare una simile prospettiva il Cavaliere ha annunciato la sua candidatura alle Europee: sa di non poter competere nella sfida con Salvini, ma se riuscisse a ottenere una percentuale a doppia cifra nelle urne potrebbe in prospettiva condizionarlo. Lo costringerebbe infatti a scegliere «con chi stare», ed evocando la «tradizionale alleanza che governa le regioni più produttive del Paese», offrirebbe una sponda a quella parte della Lega al Nord che è sofferente per il governo coi grillini.

Di qui la reazione di Salvini.

 

SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

Che ieri ha parlato a Di Maio e Conte perché Berlusconi lo sentisse. Quando il titolare del Viminale ha ringraziato gli alleati di governo per «i sette mesi entusiasmanti» trascorsi insieme, aggiungendo che «lo saranno altrettanto i prossimi dieci anni», stava replicando al Cavaliere. Che si è messo in gioco anche per bloccare una diaspora nei suoi gruppi in Parlamento: manovra peraltro in atto. C'è un motivo se la scissione in casa forzista non sarebbe un fatto marginale nella mano di risiko che i partiti di maggioranza e opposizione si apprestano a giocare dopo maggio.

 

berlusconi salvini

Tutto parte da una previsione: chiuse le urne M5S sarebbe destinato a spaccarsi. Secondo le analisi che alimentano il dibattito in ogni forza politica, l'ala movimentista dei Cinque Stelle si dividerà dalla componente governista. A quel punto, siccome Salvini prevede che «il Quirinale non ci concederebbe le elezioni», servirebbe un piano B, un gabinetto di decantazione in cui - secondo fonti accreditate - Conte e non Di Maio diverrebbe «punto di riferimento» per i grillini legati all'esperienza di governo. Nella geometria di un Parlamento desideroso di sopravvivere, la pattuglia di transfughi forzisti - assieme a FdI - potrebbe rivelarsi determinante per una nuova maggioranza. Con un risultato sopra il 10%, Berlusconi potrebbe ostacolare il disegno.

SALVINI BERLUSCONI

 

Sia chiaro, Salvini è il più acerrimo nemico di una simile soluzione, non vuole ripercorrere la strada che portò Renzi in un vicolo cieco. Sarà per questo che, ogni qualvolta nel partito si accenna agli scenari del dopo Europee, tace. E anche se avverte la pressione di quanti gli dicono che «il governo non deve durare», parla solo di campagna elettorale: confida in una larga vittoria per mettere definitivamente a tacere il dissenso. Ma al Nord il reddito di cittadinanza non è pietanza commestibile. Non a caso Forza Italia ha preso a battere il tasto degli «immigrati che riceveranno l' assegno».

 

SALVINI BERLUSCONI

«In Parlamento cercheremo di renderlo più digeribile», ha confidato il capo della Lega ai suoi. Poi, alla foto di gruppo con Di Maio e Conte, mentre gli altri due mostravano il frontespizio del decreto con la scritta (piccola) «reddito e quota 100», lui mostrava il foglio con la scritta «quota 100». E basta.

Stefano Buffagni1giorgetti

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…