gentiloni macron sui migranti

SUI MIGRANTI SOLO PORTE IN FACIA. CE LI TENIAMO TUTTI – GENTILONI PASSA DA UN VERTICE ALL’ALTRO, MA LE RISPOSTE SONO SEMPRE LE STESSE: HAI VOLUTO “TRITON” E L’ESCLUSIVA SUI PORTI? ORA TE LO TIENI. IL NO DI MACRON – I GRILLINI VOGLIONO SFIDUCIARE IL GOVERNO “PER ALTO TRADIMENTO”

 

Patricia Tagliaferri per Il Giornale

 

RENZI E I MIGRANTIRENZI E I MIGRANTI

Continuano i summit - l' ultimo ieri tra Gentiloni, la Merkel e Macron, che regolarmente si concludono con impegni e promesse da parte dei partner europei - ma di fatto l' Italia è sempre più sola nell' accoglienza dei migranti soccorsi nel Mediterraneo.

 

Anche il vertice di due giorni fa a Varsavia si è concluso con il riconoscimento da parte di Frontex delle difficoltà che il nostro Paese affronta quotidianamente nella gestione dell' emergenza immigrazione e con la disponibilità di rivedere il piano operativo della missione Triton, ma nulla di più sul fronte dell' apertura di nuovi porti in altri paesi europei, che in fondo era il vero obiettivo del nostro governo.

 

MIGRANTI ACCAMPATI SOTTO UN VIADOTTO A VENTIMIGLIAMIGRANTI ACCAMPATI SOTTO UN VIADOTTO A VENTIMIGLIA

Anzi, ieri il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, ha ribadito davanti all' Europarlamento il no degli altri Stati a consentire gli sbarchi nei loro approdi: «Non ho registrato alcuna disponibilità in questo senso». I migranti ce li teniamo tutti, insomma, dal primo all' ultimo degli 85.217 sbarcati dall' inizio dell' anno, gli ultimi 1.100 salvati proprio ieri davanti alle coste della Libia in diverse operazioni coordinate dalla guardia costiera. Nulla di nuovo rispetto a quanto ottenuto in occasione del recente Consiglio dei ministri degli Interni Ue di Tallin, in fin dei conti.

 

TRITON DI FRONTEX TRITON DI FRONTEX

Triton verrà rivisto, verranno stabilite regole diverse e un nuovo piano operativo che dovrebbe prevedere proprio la possibilità di utilizzare i porti di altri paesi Ue in caso di flussi massicci di disperati, ma questo piano dovrà essere approvato all' unanimità da tutti gli Stati membri. L' esito, dunque, è scontato, visto che ancora una volta ieri il presidente Emmanuel Macron, a Trieste per un vertice a tre, pur mostrandosi solidale con l' Italia e riconoscendo che «non sempre la Francia ha fatto la sua parte», ha ripetuto che non accoglierà i migranti economici.

 

«Su questo non cederò allo spirito di confusione imperante», ha detto Macron. L' Italia ha incassato come sempre molti riconoscimenti, ma poche aperture sulla gestione concreta dell' emergenza. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che il nostro Paese ha fatto cose eccezionali e ha esortato la Ue ad «affrontare le questioni insieme». Ma il premier Paolo Gentiloni avrebbe voluto di più e durante la conferenza stampa finale non ha nascosto di essere insoddisfatto dei risultati ottenuti sul problema migratorio: «L' impegno non può essere internazionale nel soccorso e italiano nell' accoglienza».

TRITON DI FRONTEXTRITON DI FRONTEX

 

L' Italia continua dunque a ricevere solo porte in faccia e poca disponibilità da parte degli altri paesi nel dividere il peso dell' accoglienza. Il direttore di Frontex ha spiegato che lo sbarco dei migranti in altri porti del Mediterraneo «è una questione complessa per tutta una serie di motivi, politici prima di tutto» e che non spetta all' agenzia europea risolvere le questioni di questo tipo.

 

Che questa emergenza abbia risvolti sempre più politici lo ha dimostrato l' intervento di ieri a Bruxelles di Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera ha minacciato una «mozione di sfiducia per alto tradimento» al governo, colpevole di avere accettato, nel novembre 2014, che la missione Triton sbarcasse tutti i migranti recuperati sulle nostre coste.

 

migranti 6migranti 6

«Il direttore di Frontex mi ha confermato che l' Italia ha accettato gli sbarchi esclusivamente nei propri porti. Renzi ci ha venduti come nazione per 80 euro: ha autorizzato l' uso esclusivo degli approdi italiani per i migranti in cambio di flessibilità europea per dare i suoi bonus e vincere le europee», ha detto Di Maio assumendosi la responsabilità di dire che «Triton è legata alla maggiore flessibilità concessa al governo». Il suo post sull' argomento è stato rilanciato dal blog di Grillo.

 

Il nuovo piano operativo di Triton, migliorato ed adattato alle nuove esigenze, arriverà entro settembre, poi dovrà essere accettato dagli altri membri Ue. Il gruppo di lavoro, intanto, valuterà l' impatto del nuovo codice di condotta delle Ong, che però hanno già manifestato la loro opposizione: «Mette a rischio vite».

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")