DE BLASIO IN CAMPO – ITALOAMERICANO LUI, NERA ED EX MILITANTE LESBICA LEI: LA NUOVA COPPIA (DE’ SINISTRA) CHE FA SOGNARE NEW YORK
Massimo Gaggi per "Il Corriere della Sera"
Il cespuglio dei capelli crespi di Dante, 15 anni. Le treccine giamaicane della diciottenne Chiara, anche lei con la pelle scura. Figli del politico italoamericano Bill de Blasio e dell'afroamericana Chirlane McCray. Quella dei de Blasio è diventata la famiglia multirazziale della quale si parla di più in questi giorni a New York.
Per scelta dello stesso Bill che, candidato democratico alla poltrona di sindaco di New York, ma privo di una sua base elettorale consolidata (troppo progressista per gli italoamericani, troppo deciso ad aumentare le tasse sui benestanti per i «liberal» ricchi dell'Upper East Side, mentre i neri hanno il loro candidato, Bill Thompson), ha scelto di gettare nella mischia, oltre alle sue idee, anche il suo stile di vita. E una storia familiare che fa discutere e appassiona.
Un antidoto all'alluvione mediatica di rivelazioni, polemiche e retroscena del caso di Anthony Weiner - il candidato che non riesce a perdere il vizietto di mandare in giro in rete immagini del suo pene e messaggi «hard» alle sue amanti digitali - e della sua umiliatissima moglie, Huma Abedin.
Fino a un certo punto era parso che lo scandalo, con la notorietà che ne era conseguita, avesse aiutato Weiner, anziché penalizzarlo: l'ex deputato di Brooklyn aveva chiesto scusa alla consorte e agli elettori per gli errori del passato promettendo di non ricascarci. Huma l'aveva perdonato e la gente gli aveva dato credito, proiettandolo al primo posto in tutti i sondaggi, mentre gli altri candidati, come de Blasio, arrancavano nell'ombra dell'anonimato.
Poi, però, le notizie sulla «ricaduta» di Weiner e le sue imbarazzate ammissioni hanno fatto precipitare il suo indice di gradimento. E ad avvantaggiarsene, più che la nuova battistrada Christine Quinn, è stato proprio il candidato italoamericano, improvvisamente salito dal quarto al secondo posto nei sondaggi tra i democratici. In pochi giorni è passato dal 15 al 21 delle preferenze dietro alla Quinn, che ha il 27 per cento, ma davanti a Bill Thompson (20). Un recupero dovuto, più che alla sua proposta politica, alquanto radicale, all'immagine serena di una famiglia che ha saputo mettersi alle spalle ostacoli e pregiudizi.
E oggi «Meet the de Blasios» è diventato quasi un accattivante slogan elettorale. La cupa storia dei coniugi Weiner - con Bill Clinton che, celebrando nel 2010 il matrimonio, scherza con Huma invitandola a non fidarsi troppo di un marito politico, senza immaginare quello che accadrà di lì a poco - contro quella solare di Bill e Chirlane: lei che in gioventù è una nera arrabbiata, ribelle, colta. E una gay dichiarata. Cresce nel Massachusetts dove scopre che il razzismo non è prerogativa esclusiva degli Stati del Sud. Anche nella cittadina del New England progressista dove la sua famiglia va ad abitare, arriva una petizione popolare: «Via i neri dai nostri quartieri».
Ma Chirlane non è tipo da farsi intimidire: è brillante e combattiva. Si fa strada, studia a Wellesley, il collegio femminile di élite frequentato anche da Hillary Clinton, aderisce al collettivo radicale delle femministe nere lesbiche. Poi entra in politica e nel 1991 a New York, dove scrive discorsi per il sindaco nero David Dinkins, incontra de Blasio. Che ben presto se ne innamora. Ma sbatte contro un muro. Bill, però, non si scoraggia quando viene respinto e nemmeno quando lei gli mostra l'articolo scritto qualche anno prima per la rivista Essence dal titolo «I am a lesbian», sono una lesbica.
Alla fine anche Chirlane si innamora di Bill e mette su famiglia con lui, resistendo agli attacchi dei vecchi amici delle comunità gay radicali che la considerano una traditrice. In una città massicciamente multirazziale e nella quale convivono tendenze sessuali molto diverse, lei cerca di spiegare la sua verità con parole semplici: «C'è gente che, in materia di sesso, sta da una parte o dall'altra, mentre per altri esiste solo una vasta area grigia».
Difficilmente de Blasio la spunterà nella corsa alla successione a Michael Bloomberg. Non per il passato gay della moglie - anche la Quinn è una campionessa della comunità omosessuale - ma per il suo egualitarismo sociale: l'idea di ridurre il gap tra i ceti sociali facendo pagare più tributi ai benestanti non piace nemmeno a molti progressisti che si sentono già ipertassati. L'attuale «public advocate» di New York (una specie di difensore civico) si presenta, comunque, con le idee chiare. E anche chi non le condivide trova accattivante l'immagine di questo italoamericano che nel suo manifesto si definisce «marito fortunato» e spiega che sarebbe il primo sindaco della città ad aver mandato i figli a una scuola pubblica.






