renzi sala

IL TOCCO MAGICO DI SALA – NEI GUAI UN ALTRO MANAGER DI EXPO LEGATO ALL’UOMO CHE IL PREMIER CAZZONE VUOLE SINDACO DI MILANO – CONDANNATO PER INDUZIONE INDEBITA L'EX DIRETTORE GENERALE DI EXPO 2015, CHRISTIAN MALANGONE

Gianni Barbacetto per il “Fatto Quotidiano”

 

michelle obama con agnese renzi maurizio martina emma bonino giuseppe sala a milano michelle obama con agnese renzi maurizio martina emma bonino giuseppe sala a milano

È appena tornato dal Camino di Santiago, Giuseppe Sala, il commissario di Expo. E a Milano trova che un altro dei suoi manager è finito nei guai giudiziari. Questa volta - dopo Antonio Rognoni, Angelo Paris, Antonio Acerbo, Andrea Castellotti, Pietro Galli - tocca a Christian Malangone, il manager più operativo della sua squadra, il direttore generale di Expo 2015.

 

Condannato a 4 mesi di reclusione, in rito abbreviato, dal giudice dell' udienza preliminare di Milano Chiara Valori. Reato contestato: induzione indebita, una delle due fattispecie in cui la legge Severino ha diviso il reato di concussione.

RENZI SALARENZI SALA


Malangone lo ha commesso, secondo il giudice, in concorso con il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. I fatti sono del maggio 2014. Era in preparazione un viaggio a Tokyo, programmato per il 2 giugno, con l' obiettivo di promuovere in Giappone l' Expo di Milano. È una tappa del World Expo Tour. Maroni deve guidare la delegazione, poiché la Regione è azionista al 20 per cento di Expo spa.

 

CHRISTIAN MALANGONECHRISTIAN MALANGONE


In quei mesi, però, Bobo è nel pieno di una appassionata relazione con una sua collaboratrice, Maria Grazia Paturzo (come dimostreranno le intercettazioni telefoniche che documentano i contatti tra i due).


Desidera che Maria Grazia vada con lui a Tokyo, anzi lo vuole a tutti i costi. Così fa pressioni su Malangone, affinché inserisca Maria Grazia nella delegazione. A spese di Expo, naturalmente. Paturzo, intanto, è di ventata collaboratrice di Expo spa con un contratto di due anni. Ma alla fine la cosa non si può fare: non ha i titoli per far parte della allegra brigata in partenza per il Giappone. Risultato finale: lo stesso Maroni rinuncia al viaggio e passa l' incarico di guidare la delegazione della Regione al suo vice, Mario Mantovani (sì, quello che sarà poi arrestato per tutt' altri motivi).


La vicenda viene scoperta dal pm Eugenio Fusco che indaga su Maroni e sulle sue indebite pressioni. Non solo quelle a favore di Paturzo, ma anche di Mara Carluccio, sua collaboratrice quando era ministro dell' Interno, a cui riesce a far assegnare un contratto con la società pubblica Eupolis.


Fusco chiede di processare Bobo e i suoi presunti complici. Tra questi, Malangone, che chiede il rito abbreviato. Per lui il pm chiede una condanna a 6 mesi.

MARIO MANTOVANI ROBERTO MARONIMARIO MANTOVANI ROBERTO MARONI


Chiede anche una sanzione di 300 mila euro per la società di Malangone, la Expo spa, in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Ieri, il giudice sentenzia: 4 mesi a Malangone, assolta la società. Le motivazioni saranno depositate tra 30 giorni.

MARIA GRAZIA PATURZOMARIA GRAZIA PATURZO


Così si allunga l' elenco dei manager di Sala nei guai. Il primo fu Antonio Rognoni, arrestato il 20 marzo 2014. Rognoni non lavorava a Expo, ma era il gran capo di Infrastrutture Lombarde. Il giudice delle indagini preliminari Fabio Antezza scrive però che Sala "aveva di fatto delegato il vero ruolo all' ingegner Rognoni, dal quale riceveva costanti suggerimenti (...) e con il quale prendeva le decisioni".

ANGELO PARISANGELO PARIS

 

Poi è stata la volta del vero braccio destro di Sala, Angelo Paris, finito in cella l' 8 maggio 2014 con l' accusa di essersi "messo a disposizione" della "cupola degli appalti" di Expo. Dopo tocca ad Antonio Acerbo, sub commissario di Sala, responsabile del Padiglione Italia e delle vie d' acqua: arrestato il 14 ottobre, insieme ad Andrea Castellotti, facility manager di Palazzo Italia.

 

ANTONIO ACERBOANTONIO ACERBO

Non va liscia neppure all' uomo di Sala che gestisce i sei mesi di esposizione: Pietro Galli, direttore generale vendite e marketing, viene segnalato dal presidente dell' Autorità anticorruzione Raffaele Cantone perché è stato in passato condannato per bancarotta. Sala non si scompone: domanda chiarimenti a Galli e poi decide di riconfermargli la fiducia. Ora tocca a Malangone.


Brutta storia, per l' uomo che dopo Expo sta decidendo, con la benedizione di Matteo Renzi, di candidarsi sindaco di Milano.

raffaele cantoneraffaele cantone

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…