1. NELLO SCONTRO TRA PM DI MILANO, RE GIORGIO ENTRA PESANTE CON UNA LETTERINA AL CSM PROPRIO NEL GIORNO IN CUI SI DECIDE LA SORTE DI EDMONDO BRUTI LIBERATI 2. NELLA LETTERA A VIETTI IL CAPO DELLO STATO RICORDA CHE NON BISOGNA DIRAZZARE DALLE LEGGI IN VIGORE, CHE ASSEGNANO UN RUOLO GERARCHICO BEN DEFINITO AI PROCURATORI CAPO. UN ASSIST BELL’E BUONO CONTRO LE ACCUSE DI ROBLEDO? 3. LA DELICATEZZA DI UNA DECISIONE CHE DOVRÀ VALUTARE SE ASSEGNARE IL CASO RUBY A ILDA BOCCASSINI, ANZICHÉ ALL’AGGIUNTO COMPETENTE DEI REATI SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, ROBLEDO, SIA STATA O NO UNA VIOLAZIONE DELLE PROCEDURE. COSÌ COME DIMENTICARE IN CASSAFORTE PER SEI MESI UN FASCICOLO (BRUTI)

Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

 

È il giorno della resa dei conti sulla Procura di Milano. Il plenum del Csm oggi dovrà decidere se archiviare del tutto le accuse del pubblico ministero Alfredo Robledo al procuratore Edmondo Bruti Liberati, segnalarle per eventuali sanzioni, metterle da parte in vista della riconferma, oppure ignorarle e trasferire l’accusatore. E dal Quirinale arriva un appello al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti.

NAPOLITANO VOTA NAPOLITANO VOTA

 

Una lettera con la quale, secondo le indiscrezioni di Palazzo dei Marescialli, il capo dello Stato (che è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura) raccomanda di non uscire dai binari della riforma dell’ordinamento giudiziario del 2006. Allora venne stabilito che il ruolo e i poteri del procuratore della Repubblica dovessero essere rafforzati in virtù di un’organizzazione verticistica degli uffici giudiziari nell’assegnazione delle inchieste, nell’esercizio dell’azione penale e nell’impostazione delle indagini.

 

Un richiamo che dovrebbe tenere il caso al riparo da strumentalizzazioni su una Procura impegnata in indagini delicate i risultati delle quali, secondo il procuratore generale di Milano Manlio Minale, non sono stati inficiati dai problemi organizzativi.

 

Ma è chiara la delicatezza di una decisione che dovrà valutare, tra l’altro, se assegnare il caso Ruby a Ilda Boccassini, anziché all’aggiunto competente dei reati sulla Pubblica amministrazione, Robledo, sia stata o no una violazione delle procedure. Così come dimenticare in cassaforte un fascicolo.

EDMONDO BRUTI LIBERATI EDMONDO BRUTI LIBERATI

 

A 24 ore dalla discussione, sono state depositate due relazioni di minoranza, che si opporranno a quelle passate nella prima commissione (sui trasferimenti) e nella settima (sull’organizzazione degli uffici). Entrambe di rilievo. In una Angelantonio Racanelli (Magistratura indipendente) accusa di «lacunosità» l’istruttoria svolta e chiede un supplemento di indagini. Secondo il consigliere togato «alcune vicende pongono dubbi sull’indipendente e imparziale esercizio delle funzioni».

robledo e bruti liberati 1robledo e bruti liberati 1

 

Nella relazione di 90 pagine, Racanelli descrive «il quadro di un procuratore che ha esercitato le sue funzioni in modo non pienamente conforme al modello risultante dalla normativa primaria e dalla normativa secondaria di riferimento». «Il procuratore capo non può fare ciò che vuole: deve rispettare la legge ma anche i criteri organizzativi e in ogni caso i suoi provvedimenti devono essere motivati», scrive Racanelli. Invece Bruti avrebbe compiuto «ripetute omissioni della doverosa interlocuzione» con il pool di Robledo.

 

Ad esempio sul San Raffaele e sul caso Ruby ter (con Silvio Berlusconi indagato), l’assegnazione è risultata «priva di motivazione». Le «vicende Sallusti e Podestà — accusa — evidenziano il profilo di un procuratore non particolarmente attento al rispetto dell’autonomia e della dignità professionale dei magistrati e degli indagati e/o condannati».

EDMONDO BRUTI LIBERATI EDMONDO BRUTI LIBERATI

 

Di opposto segno l’altra relazione di minoranza. Il laico di centrodestra Nicolò Zanon e Nello Nappi chiedono addirittura il trasferimento di Robledo perché proprio la sua denuncia, per le tensioni che ha determinato, renderebbe impossibile la sua permanenza in quell’ufficio. Quanto a Bruti secondo i due consiglieri va difeso proprio per il modello di Procura gerarchizzato che ha adottato. E in linea con Napolitano oggi al plenum chiederanno agli amici «moderati» di non buttare a mano la riforma che modera i poteri dei pm, per regolare i conti con Magistratura democratica.

 

Restano poi le relazioni dei presidenti della prima e della settima commissione, che chiedono la trasmissione degli atti alla commissione Incarichi direttivi perché se ne tenga conto quando si valuterà la riconferma chiesta da Bruti Liberati (l’incarico scade a luglio) e da Robledo.

 

2.I MALUMORI NEL CONSIGLIO E LA MEDIAZIONE DI VIETTI

Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"

 

Quando tre settimane fa il vice-presidente del Consiglio superiore della magistratura rilasciò un’intervista a La Stampa per schierarsi dalla parte del procuratore Bruti Liberati, l’indomani molti componenti dell’organo di autogoverno espressero pubblicamente il loro «disagio». Per via di un’anticipazione di giudizio piuttosto esplicita, e dell’indicazione della strada da seguire.

 

«La riforma dell’ordinamento ha concentrato nella sola figura del procuratore capo la titolarità dell’azione penale», aveva detto Vietti. E ancora: «La Procura di Milano è un simbolo del contrasto all’illegalità. Aver accreditato che lì si violino le regole ne pregiudica l’affidabilità».

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberatia sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

 

Ovviamente ai consiglieri non era sfuggito che quelle dichiarazioni erano seguite a un’ora di colloquio, al Quirinale, tra il vicepresidente e il capo dello Stato. Segno di una comunanza di pensiero e di posizioni che ieri ha ripreso forma con la lettera inviata di Napolitano a Vietti.

 

Facendo riemergere lo stesso «disagio» di tre settimane fa. Che per qualcuno s’è trasformato in irritazione, per il metodo e il merito dell’intervento. Perché una missiva e non parlare, semmai, direttamente al plenum ? E perché questo ulteriore tentativo di pressione sulle scelte del Consiglio, in una vicenda così ricca di implicazioni e alla vigilia di importanti scadenze come l’elezione del nuovo Csm? Infine ci sono preoccupazioni anche sulla sostanza del messaggio affidato da Napolitano a Vietti: l’eccessiva accentuazione del ruolo del procuratore può portare a una visione ipergerarchica dell’ufficio del pubblico ministero che non tutti condividono.

 

In realtà la lettera del capo dello Stato contiene già le risposte a questo tipo di critiche. Perché conferma che il Csm adotterà le deliberazioni che riterrà più opportune, ma per quanto lo riguarda il presidente ha già espresso con chiarezza la sua posizione — proprio davanti al Consiglio — esattamente cinque anni fa, il 9 giugno 2009. Il pensiero è rimasto lo stesso e Napolitano lo ribadisce.

 

Vietti e Violante Vietti e Violante

«Occorre avere di mira il superamento di elementi di disordine e di tensione che purtroppo si sono clamorosamente manifestati in tempi recenti nella vita di talune Procure, e ciò non è possibile senza un pacato riconoscimento delle funzioni ordinatrici e coordinatrici che spettano al capo dell’ufficio», disse allora il presidente, ricordando lo scontro tra gli uffici di Salerno e Catanzaro.

 

Oggi gli scontri si sono trasferiti altrove, con modalità diverse, ma la sostanza delle soluzioni per Napolitano resta la stessa. E passa per il «puntuale espletamento», previsto dalla legge, «da parte dei procuratori, dei poteri di direzione, controllo e organizzazione». Peraltro sottoposti alla vigilanza del procuratore generale.

 

Nella vicenda milanese, proprio il pg ha riferito che le divisioni interne alla Procura «non hanno avuto una conseguenza negativa sulle indagini o sui procedimenti, non si è parlato di nascondimento di notizie di reato o di insabbiamento, o di tentativo di non svolgere indagini che sono sempre state svolte, e bene, con grande impegno, compiutamente e in tempi più che ragionevoli».

Manlio MinaleManlio Minale

 

Ciò significa, anche se il capo dello Stato non entra nel merito del caso specifico, che un controllo su quanto è accaduto c’è già stato. E altri ce ne saranno, a cominciare dal momento in cui si dovrà rinnovare o meno l’incarico al procuratore Bruti Liberati.

 

Così funziona il sistema e di questo il Consiglio dovrebbe tenere conto, ricorda Napolitano parlando in linea generale. Ma tutti hanno pensato, inevitabilmente, alla circostanza particolare. Col rischio di condizionare il dibattito e sollecitare frizioni tra il Csm e il suo presidente.

 

Per questo i consiglieri hanno chiesto di non dare lettura della lettera. Vietti deciderà oggi, dopo aver verificato che nelle ultime versioni dei documenti da votare non ci siano contenuti che si allontanino troppo dai criteri ricordati dal Quirinale. Nel tentativo di arrivare a una soluzione più condivisa possibile. 

Premio Guido Carli Alessandro Sallusti Premio Guido Carli Alessandro Sallusti

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…