TOGHE ROTTE – GIUSTIZIA È SFATTA: RISOLTO IL CONFLITTO CON BRUTI, ROBLEDO TRASFERITO A TORINO DOVE NON FARÀ PIÙ IL PM – MANO PESANTE DEL CSM CON L’AGGIUNTO MILANESE CHE DENUNCIÒ IL SUO CAPO, MA LE ACCUSE NON CONVINCONO

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

BRUTI ROBLEDO BRUTI ROBLEDO

Via da Milano il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, e mai più pm: in attesa del processo disciplinare, lo decide ieri l’apposita sezione del Csm che, accogliendo la proposta dal procuratore generale di Cassazione (in pensione tra 24 ore) Gianfranco Ciani, ritiene Robledo meritevole di trasferimento cautelare (21 casi in 4 anni) per i suoi rapporti con l’intercettato (a Reggio Calabria) avvocato della Lega, Domenico Aiello. Ma sia chi riterrà fondato e giusto il trasferimento disciplinare come giudice a Torino, sia chi lo giudicherà sproporzionato e impropriamente usato per risolvere il contrasto con il procuratore Bruti Liberati da lui denunciato un anno fa, non troverà conforto nei motivi dell’ordinanza. 
 

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberatia sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

Dalle intercettazioni del 18 dicembre 2012 tra Aiello e i vertici leghisti, e dal sms del 29 gennaio 2013 di reciproci ringraziamenti tra l’avvocato («Uomo di parola! Poi grande magistrato») e il pm («Caro avvocato, promissio boni viri est obligatio»), il Csm afferma «provato un rapporto di contiguità» tra Robledo e l’avvocato che difendeva molti leghisti nella truffa dei rimborsi tra i consiglieri della Regione Lombardia: «Un rapporto privilegiato improntato allo scambio di favori», nel quale la «disponibilità informativa» di Robledo a «indebitamente veicolare informazioni coperte da segreto» era «rapportabile all’interesse personale del pm ad acquisire tramite l’avvocato copia di atti, di natura riservata e non ostensibili a terzi», riguardanti l’immunità chiesta al Parlamento europeo dall’onorevole Gabriele Albertini contro cause fatte da Robledo. 
 

LA LETTERA DI ROBLEDO AL CSM LA LETTERA DI ROBLEDO AL CSM

La sentenza sposa l’accusa che Robledo abbia svelato che prima delle elezioni avrebbe indagato consiglieri anche di Pd e altri partiti; che contro il Pdl c’erano intercettazioni gravi; che contro la Lega c’era una gola profonda. Ma, nel farlo, amputa alcuni dati. Non mette una riga dei due legali del capogruppo regionale pd, che testimoniano come a metà dicembre 2012 ebbero dal pm le stesse notizie date ad Aiello per la Lega, e cioè «Robledo ci riferì» che le indagini avrebbero definito «contemporaneamente tutti gli indagati e senza distinzione di partiti, anche per evitare qualsiasi strumentalizzazione politica in vista delle elezioni». Ignora i numerosi giornali che avevano già riferito delle intenzioni dei pm (fino a Il Giornale a cose fatte: «La Procura l’aveva promesso, stesso trattamento prima delle elezioni»).

 

CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO

Non spende una parola sull’attestazione che nell’indagine milanese non esistessero intercettazioni, e tantomeno una gola profonda, di cui invece erano i giornali a parlare ma in tutt’altra inchiesta della Procura di Roma. E, più di tutto, glissa sull’incongruenza di sostenere che il 18 dicembre 2012 Robledo rivelasse segreti in cambio di documenti utili a contrastare l’immunità chiesta da Albertini in Europa, posto che di essa fu informato da Albertini solo il 29 gennaio 2013 in un atto della causa civile. 
 

Per la sentenza (che Robledo impugnerà in Cassazione con il difensore Antonio Patrono), «una volta veicolate le notizie, il contro favore richiesto ad Aiello è il suo interessamento per far conseguire al pm copia degli atti» della richiesta di Albertini a Bruxelles, trasmessi mail da Aiello al pm il 6 febbraio 2013. La sentenza è logica nel valorizzare l’intercettazione del 6 febbraio nella quale Robledo dice ad Aiello: «Chillu vulissi io, da tenere per me, naturalmente!», e «se lunedì riusciamo a leggerla riservatamente siamo a cavallo! Grazie tantissime mio caro… Lei è un aiuto prezioso».

 

robledo e bruti liberati 1robledo e bruti liberati 1

Ma quando una perizia informatica documenta che Aiello ha trasmesso a Robledo solo un pubblico ordine del giorno della commissione giuridica, e il medesimo atto civile già notificato da Albertini a Robledo nella causa civile, i giudici Csm derubricano il dato a «non di particolare pregio»: il vantaggio per Robledo «è dimostrato dal fatto che, al fine di poterli reperire e ricevere aliunde, ha avvertito la necessità di rivolgersi all’avvocato di alcuni suoi indagati, peraltro appartenenti ad un partito rappresentato nella giunta del Parlamento europeo deputata a decidere sull’immunità». 
 

Altra incolpazione disciplinare riguardava la consulenza contabile che il 21 febbraio Aiello legge in parte sull’ Espresso e chiede di poter avere intera a Robledo, il quale prima dice sì e poi invece no per le perplessità dei pm Pellicano-Filippini dopo una riunione col procuratore Bruti. Qui la sentenza tace la deposizione proprio dei due pm: «Robledo era favorevole al rilascio, ma non mostrò alcun disappunto quando la decisione fu in senso contrario. Se avesse voluto, essendo coassegnatario, avrebbe potuto comunque autorizzare il rilascio di copia anche senza chiedere il nostro parere. Il fatto che invece ce l’abbia chiesto e si sia rimesso alla decisione della maggioranza dimostra disponibilità nei nostri confronti». 
 

LA LETTERA DI ROBLEDO AL CSM LA LETTERA DI ROBLEDO AL CSM

E alla fine un certo imbarazzo motivazionale si coglie anche nello slittamento lessicale della sentenza, per la quale la «propalazione di segreti» esordisce come «uno scambio di favori» sinallagmatico, e finisce invece come qualcosa «in vista di uno scambio di favori»: «riconducibile alla logica del do ut des, che» sulla vicenda Albertini «ha il suo antefatto nella vicenda» rimborsi. 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?