
TORNA LA CORRISPONDENZA DI AMOROSI SENSI TRA SALVINI E CONTE SUL NO AL RIARMO DELL’EUROPA - L’IDEA CHE I PERCORSI DEL LEADER DEL CARROCCIO E DEI CINQUE STELLE TORNINO A INCROCIARSI, COME AI TEMPI DEL LORO ESECUTIVO NEL 2018, NON È IMMAGINARIA - IERI A BRUXELLES LEGA E M5S HANNO VOTATO INSIEME IL NO ALL’INGRESSO DELL’UCRAINA NELL’UE IN TEMPI BREVI. E IL VICESEGRETARIO DEL CARROCCIO, ROBERTO VANNACCI, HA LODATO DI NUOVO PUTIN, DICENDO DI PREFERIRLO AL “COMICO” ZELENSKY - LE MOSSE DI SCHLEIN PER NON ROMPERE CON I 5 STELLE E I LA PROSPETTIVA DI UN VOTO FRASTAGLIATO, CON "SÌ" A PEZZI DI MOZIONI…
Massimo Franco Per il Corriere della Sera - Estratti
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L’ipotesi che oggi la Lega possa votare le mozioni di M5S e Avs, in contrasto col governo, appare improbabile. E non perché il partito di Matteo Salvini sia favorevole alla politica seguita finora dagli alleati a sostegno dell’Ucraina.
Pur contrario, non ha mai strappato a livello parlamentare rispetto alla linea della premier Giorgia Meloni e dell’altro numero due, Antonio Tajani: nonostante i vistosi distinguo che la Lega ha sempre ostentato, esprimendoli a livello europeo contro la Commissione Ue.
Da quanto si capisce, l’obiettivo anche del Carroccio è di bocciare i documenti che verranno presentati nel pomeriggio alla Camera dagli avversari della destra.
L’idea che i percorsi di Salvini e dei Cinque Stelle di Giuseppe Conte tornino a incrociarsi come ai tempi del loro esecutivo nel 2018 non è immaginaria. Ieri a Bruxelles Lega e M5S hanno votato insieme il «no» all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue in tempi brevi. E il vicesegretario del Carroccio, Roberto Vannacci, ha lodato di nuovo Putin, dicendo di preferirlo al «comico» Volodymyr Zelensky. Ma Salvini ha sempre evitato di rompere la maggioranza in Italia.
L’unica linea rossa tracciata dalla Lega riguarda l’invio di soldati italiani in Ucraina: limite che Meloni e Tajani condividono. Sotto questo aspetto, l’Italia è un’eccezione nel panorama europeo. Tiene unite le destre filo e anti-Ue, filo-Ucraina e filo-Russia. E, velandoli ambiguamente, diplomatizza i conflitti nello stesso campo che si sono visti in Spagna, Norvegia, Polonia, Germania, e in qualche misura in Francia; e che, o hanno fatto vincere la sinistra, o evidenziato lo scontro tra destre divise su Europa e Russia.
In realtà, il «no» alle truppe permette al governo una compattezza intermittente sulla politica estera.
E elude i contrasti sulle sanzioni alla Russia e sugli investimenti militari. Non solo. Il fatto che sull’invio dei soldati Germania e Polonia condividano le stesse perplessità, a differenza di Francia e Gran Bretagna, permette a Palazzo Chigi di non essere isolato. Così, alla fine il problema rimbalza nelle file degli avversari. Più che il comportamento della Lega, ritorna la domanda sui rapporti tra Pd, M5S e Avs.
Non a caso, presentano tre mozioni diverse: a conferma di divergenze sulla politica estera che gettano un’ombra sul concetto di unità, declamato a livello regionale. Il partito di Elly Schlein cerca di avvicinarsi ai Cinque Stelle accarezzando il «no» a un aumento delle spese militari del 5 per cento, come chiedono gli Usa: «no» mutuato dalla Spagna.
elly schlein cernobbio forum ambrosetti
Ma la prospettiva di un voto frastagliato, con «sì» a pezzi di mozioni, è tutt’altro che inverosimile: anche se acuirebbe confusione e ambiguità.
VLADIMIR PUTIN E GIUSEPPE CONTE
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
salvini putin conte
matteo salvini giuseppe conte