TORNA “FAIDA ITALIA”! TUTTI CONTRO TUTTI IN CAMPANIA E MASTELLA RISPOLVERA L'UDEUR - IL BOSS GIONTA VOLEVA SCRITTURARE GIGI D'ALESSIO, ELISA E I MODA' PER RIMETTERE IN PIEDI IL CLAN AL VERDE

Dagoreport 

1. FUOCO (NON TANTO) AMICO

E' tornata “Faida Italia” in Campania. Il coordinatore regionale Domenico De Siano non sa più che cosa inventarsi per parare i fendenti che gli arrivano dagli “amici” del partito. A dar fuoco alle polveri è stato Raffaele Fitto. “Con un tweet, avevo da tempo annunciato la mia presenza a Napoli il 13 giugno per ringraziare gli elettori, e 'casualmente' – ha dichiarato il politico pugliese - il giorno dopo mi sono ritrovato sui giornali la convocazione di un'altra iniziativa politica del mio partito, senza che in nessun modo fossi coinvolto e informato. 

RAFFAELE FITTORAFFAELE FITTO

E devo dire che ci vuole una certa fantasia, da parte del gruppo dirigente campano e non solo, per organizzare a Napoli una manifestazione post-europee, omettendo di invitare il capolista nonché il candidato più votato...”. Cioè, lui. Boom. Colpito e affondato. 

Ma è tutto il partito azzurro in fibrillazione. Mara Carfagna (che con Fitto ha stretto un patto di ferro contro il “cerchio magico”) invoca la rifondazione del movimento, mentre il vice coordinatore regionale Amedeo Laboccetta ha chiesto al governatore Caldoro di mandar via gli assessori tecnici per fare spazio ai politici. Una posizione condivisa anche da Clemente Mastella che, guarda caso, dopo la trombatura alle Europee a favore della bella Barbara Matera, ha rispolverato logo e bilanci dell'Udeur.

2. LIBERATO, MA NON DEL TUTTO...

DOMENICO DE SIANODOMENICO DE SIANO

Se fosse un racconto noir, potremmo chiamarlo “Il mistero del lungomare liberato”. Da qualche giorno, infatti, sui social network made in Naples spuntano decine di foto di buzzicone e tamarri in costume all'assalto di Via Caracciolo, la celebre strada che costeggia il golfo e Castel dell'Ovo pedonalizzata (tra mille polemiche) dal sindaco Luigi de Magistris. I detrattori del primo cittadino arancione sono sul piede di guerra e minacciano guerra con esposti e marce di protesta. I difensori di Giggino ribattono invece che si tratta di fotomontaggi. Certo è che il paesaggio è proprio quello incriminato...

3. GIONTA, L'AFFARE DEI GRANDI CONCERTI: “PORTIAMO GIGI D'ALESSIO A TORRE”

Da www.metropolisweb.it

CLEMENTE MASTELLA jpegCLEMENTE MASTELLA jpeg

«Ci vuole lavoro, solo così finisce la disoccupazione». Aldo Gionta lo ripete nelle sue poesie, nelle sue lettere e anche durante i colloqui nel carcere di Ascoli Piceno registrati il 20 giugno del 2013. E’ quasi mezzogiorno quando il boss illustra ai suoi familiari la nuova idea per macinare affari senza correre il rischio di finire in galera. Al colloquio registrato dall’Antimafia ci sono sua moglie, e quattro  nipoti. 

«Avevo pensato a come guadagnare soldi», dice Aldo a sua moglie. «Parlane con Valentino», cioè con il loro primogenito. L’obiettivo è riempire lo stadio Giraud di pubblico e musica. «Iniziamo con un concerto prova tramite il Comune. Organizziamo uno spettacolo con Gigi D’Alessio». Aldo Gionta ha anche i conti in mente e li snocciola uno dopo l’altro. «Io penso che si prende 40mila euro, se si fanno 12mila spettatori e 15 euro a biglietto sono bei soldi, e togliendo le spese potete tirare fuori 70 oppure 80mila euro. Provateci per la fine di agosto».

Caldoro Caldoro

Ovviamente non c’è mai stato né il concerto di Gigi D’Alessio né quello di altri cantanti. Ma secondo l’Antimafia il clan Gionta aveva scelto anche la strada della musica per rimettere in piedi l’economia della cosca. 

Un’idea che i familiari ascoltano attentamente e condividono in toto, tranne che per due aspetti. Il primo: il prezzo del biglietto, perché «a Torre non li pagano 15 euro per un concerto», dice un nipote di Aldo Gionta presente al colloquio. Il secondo: per la concorrenza, «visto che a Torre già ci sono tanti impresari di cantanti».

Allora Gionta insiste: «Sfruttate la mia idea, fate una società con quelli da mettere fuori allo stadio a vendere panini e bibite, vi fate un prestito di 60mila euro e poi dopo lo pagate con i guadagni, lasciate stare gli organizzatori, quelli a volte non hanno idee. Oppure fatelo assieme a qualche organizzatore. Per esempio insieme a Peppe. Così vi create un lavoro».

Clemente Mastella Clemente Mastella

Sua moglie annuisce («volesse il cielo», dice). Suo nipote insiste: «Zio a Torre è cambiato tutto, la gente non può mettere nemmeno il piatto a tavola, anche se Gigi D’Alessio potrebbe riempire lo stadio, ma quello a Torre non viene proprio».

Allora Aldo Gionta insiste: «Io vi dico che viene, soprattutto adesso che gli hanno rubato oro e brillanti dall’appartamento».

Il boss poeta ci crede davvero nel business dei concerti, forse perché ha avuto modo di scrivere canzoni per alcuni cantanti neomelodici. E’ un piano che continua a curare anche quando ritorna a Torre Annunziata, scarcerato per decorrenza dei termini. Secondo la Dda «esisteva davvero un progetto che interessava l’intero clan legato all’organizzazione dei concerti allo stado Giraud». 

La prova della tesi sostenuta dai pubblici ministeri Pierpaolo Filippelli e Filippo Beatrice si basa anche su un’altra intercettazione, registrata stavolta quando Aldo Gionta è già scarcerato. I protagonisti della conversazione sono Felice e Pasquale Savino, padre e figlio.

«Pe la questione dei concerti, quello vuole chiamare Marco Carta, ma non conviene, perché con lui non viene nessuno allo stadio». L’idea del clan è quella di puntare in alto. «Perché se dobbiamo fare i soldi li dobbiamno fare sul serio».

Gigi D Alessio.Gigi D Alessio.

napoli   lungomare liberatonapoli lungomare liberato

E allora spuntano i nomi di Gigi Finizio, Elisa e i Modà.

«Abbiamo già chiamato a Napoli», dice uno dei Savino, «ma i Modà hanno date impegnate fino all’anno prossimo. Il problema è che i buoni stanno tutti impegnati per questa estate, rischiamo di prenderci le sciartapelle e questo non conviene perché non ci fa guadagnare niente».

napoli   lungomare liberato napoli lungomare liberato

Il progetto dei grandi successi viene allora rimandato all’anno successivo, ovvero all’estate del 2014. «Quando avremo i contatti buoni ci metteremo in moto. Ci organizziamo a fine anno per l’anno prossimo».

I rampolli della cosca stringono accordi con impresari del territorio e chiedono l’impresa: portare Gigi D’Alessio a Torre Annunziata.

vesuviosegreto@gmail.com

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