travaglio zingaretti

“BERLINGUER È MEGLIO LASCIARLO NELLA TOMBA” - TRAVAGLIO FA IL CONTROPELO A ZINGARETTI E ALLA QUESTIONE MORALE NEL PD: “EVOCA ENRICO BERLINGUER MA CHE HA FATTO DOPO LE ULTIME INCHIESTE SULLA SANITÀ IN UMBRIA E SUGLI APPALTI IN CALABRIA, CHE VEDONO INDAGATI L'EX GOVERNATRICE PD CATIUSCIA MARINI E IL GOVERNATORE PD MARIO OLIVERIO? E SUI CONCILIABOLI NOTTURNI FRA I DEPUTATI PD LUCA LOTTI E COSIMO FERRI CON MEMBRI DEL CSM? CHE ASPETTA A DEFERIRE AI PROBIVIRI LOTTI E FERRI PERCHÉ SIANO ESPULSI?”

Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”

MARCO TRAVAGLIO

 

Nicola Zingaretti, che ci ostiniamo malgrado tutto a considerare una brava persona, ricorda sul suo blog Enrico Berlinguer a 35 anni dalla morte. E ne ha facoltà: iniziò la sua carriera politica nella Fgci quando il segretario del Pci era Berlinguer, ai cui funerali partecipò "tra fiori e lacrime portando una delle tante corone". E ora guida il partito che, tra varie peripezie, fusioni e scissioni, discende (anche) dal Pci e prende (anche) una parte dei suoi voti.

 

La figlia Bianca dice di domandarsi spesso cosa direbbe suo padre se fosse vivo (avrebbe 97 anni). E abbiamo come il sospetto che, col Pd, sarebbe tutt' altro che tenero. Difficilmente chi chiamava Craxi "il gangster" e ruppe con i "miglioristi" Napolitano&C. perché volevano l' abbraccio con quel Psi, apprezzerebbe un partito che si ricorda di lui ogni 11 giugno e negli altri 364 giorni dell' anno continua a inseguire il craxismo, cioè il rampantismo, il clientelismo e talvolta il tangentismo. E non solo per colpa di Renzi: l' oscena riabilitazione del gangster risale a D' Alema, Fassino e Veltroni ben prima del figlio di babbo Tiziano.

ENRICO BERLINGUER 5

 

Ora Zingaretti dice di voler rinnovare il Pd partendo da Berlinguer: "recuperare un patrimonio di serietà, di etica pubblica e privata" e "combattere con ogni forza la battaglia del rigore e dell' intransigenza nella prassi della politica", partendo dalla celeberrima "intervista di Berlinguer a Scalfari sulla 'questione morale''' del 1981, con una "lotta senza quartiere alle bande, ai clan, agli egoismi e agli interessi particolari".

 

Forse ricorda poco e male quell' intervista, tanto citata per il titolo quanto dimenticata per i contenuti. Altrimenti sorvolerebbe. Perché, a rileggerla, suona come un durissimo j' accuse ai partiti d' oggi, Pd incluso. Quando Berlinguer diceva che "i partiti non fanno più politica", ma "sono macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero.

 

nicola zingaretti foto di bacco

Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune Non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un 'boss' e dei 'sotto-boss'", si riferiva alla Dc e al Psi; ma oggi potrebbe tranquillamente descrivere il Pd. Idem quando aggiungeva che "i partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo".

 

E ancora: "Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai Tv, alcuni grandi giornali. E il risultato è drammatico. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un' autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un' attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti".

 

CATIUSCIA MARINI NICOLA ZINGARETTI

Come se Berlinguer, nel 1981, avesse letto gli atti delle ultime inchieste sulla sanità in Umbria e sugli appalti in Calabria, che vedono indagati l' ormai ex governatrice Pd Catiuscia Marini e il governatore Pd Mario Oliverio, col fior fiore della classe dirigente dem. O le carte dell' indagine di Perugia sui conciliaboli notturni fra i deputati Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri con membri del Csm e capi-corrente togati sul nuovo procuratore di Roma.

Che ha fatto Zingaretti in quei tre casi? In Umbria si è rimesso al buon cuore della Marini, che prima s' è dimessa, poi ha respinto le proprie dimissioni, poi se n' è andata di nascosto quando la frittata era fatta.

 

mario oliverio 1

In Calabria non ha detto una parola, infatti il plurindagato Oliverio e la sua corte sono tutti ai posti di combattimento. Sul Csm, ha convocato Lotti (non Ferri) e ha subito chiuso il caso perché "Lotti mi ha assicurato di non aver fatto nulla di illegale".

 

E se lo dice lui Come se quella fosse una faccenda penale (né Lotti né i magistrati suoi interlocutori sono indagati per essersi parlati, ma per quel solo motivo quattro membri del Csm si sono sospesi su richiesta del Quirinale), e non di opportunità politica e di conflitto d' interessi (l' imputato per Consip che discute del neoprocuratore che sosterrà l' accusa contro di lui). In una parola, una "questione morale", che Berlinguer sapeva distinguere da quella giudiziaria: "La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell' amministrazione, bisogna scovarli, denunciarli e metterli in galera. La questione morale, nell' Italia d' oggi, fa tutt' uno con l' occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, con la guerra per bande".

 

lotti in senato per la mozione di sfiducia

Il Pd non ha un codice etico e un collegio di probiviri per farlo rispettare? Sì, li ha. Che aspetta a deferirvi Lotti e Ferri perché siano espulsi? E che c' entra col sedicente partito di Berlinguer il neosindaco Pd di Capaccio-Paestum, braccio destro del governatore Pd Vincenzo De Luca e re delle fritture di pesce clientelari, indagato per voto di scambio con la camorra e festeggiato domenica notte da un corteo di ambulanze a sirene spiegate di proprietà di un imprenditore appena condannato in Cassazione per estorsione mafiosa?

 

E come spiegherebbe Zingaretti al compagno Enrico l' alleanza in Sicilia con Miccichè, braccio destro di Dell' Utri pregiudicato per mafia? In attesa di tempi (e Pd) migliori, Berlinguer è meglio lasciarlo nella tomba. E sperare che non ci si rivolti troppo.

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?