delvox tria salvini di maio

L’ARIA CHE TRIA - IL MINISTRO INCASSA L’APPOGGIO DI SALVINI E RESTA SOTTO TIRO DEL M5S CHE MINACCIA: O LA LEGA CI DA’ IL REDDITO DI CITTADINANZA OPPURE BLOCCHEREMO IL DECRETO SICUREZZA DI SALVINI- LA FORZISTA BERNINI: I PENTASTELLATI MINANO LA CREDIBILITÀ INTERNAZIONALE DELL'ITALIA

Laura Cesaretti per il Giornale

TRIA

«Le indiscrezioni di stampa su possibili dimissioni del ministro Tria sono prive di fondamento». La prima preoccupazione del Mef, ieri mattina, è stata quella rassicurare i mercati: Giovanni Tria non ha alcuna intenzione di dimettersi.

 

E continuerà ad esercitare il suo ruolo di guardiano dei conti e di garante della sanità economica (e, in buona parte, anche mentale) del governo, con buona pace del febbrile vicepremier Di Maio e delle ansie elettorali dei Cinque Stelle.

 

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

Hic manebimus optime: dietro i toni felpati del comunicato, il Mef si guarda bene dallo smentire che pressioni scomposte su Tria ci siano state, da parte della maggioranza, e che lo stesso ministro abbia avuto su questo un colloquio con il premier Conte. Il cui esito, evidentemente, è stato una conferma: sulla legge di bilancio, la linea la detta Tria.

 

DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

Che in questa fase, sia pur per ragioni tutte di tattica politica, è silenziosamente spalleggiato anche dalla Lega, cui tutto sommato non dispiace vedere - dall'alto dei sondaggi salviniani - l'alleato grillino che annaspa. E i grillini reagiscono: «O la Lega ci dà il reddito di cittadinanza, oppure blocchiamo il dl Sicurezza di Salvini». Le tensioni nella maggioranza sono tali che ieri sera il previsto vertice sulla manovra è saltato, rinviato alla prossima settimana.

 

Di Maio è costretto ad esibirsi in faticose acrobazie declaratorie: da una parte assicura che «per carità, nessuno ha chiede le dimissioni di Tria», e che anche lui smentisce «categoricamente» quello che ieri, con tanto di suoi virgolettati, scrivevano i giornali: «Nessuna minaccia, nessun ultimatum, nessuna tensione». Poi, però, il vicepremier il suo miniultimatum lo deve rilanciare: «Il reddito di cittadinanza sarà al centro della legge di Bilancio: per noi è imprescindibile».

ellekappa tria

 

Già, i Cinque Stelle non possono presentarsi alla campagna elettorale per le Europee con le pive nel sacco: finora, a parte la burletta del taglio ai vitalizi per qualche ex parlamentare, non hanno portato a casa neppure uno scalpo da dare in pasto ai propri elettori, cui avevano garantito mari e monti.

 

Anzi, la ragion di governo ha imposto loro una serie di voltafaccia rispetto alle promesse elettorali, come dimostra il caso Ilva. E se per il partito grillino è indispensabili ottenere almeno un appiglio per poter raccontare in campagna elettorale che il reddito di cittadinanza si farà, per Gigino Di Maio la questione è di vita o di morte: il vicepremier sa bene che la Casaleggio, nel caso lui diventasse il simbolo di un governismo a somma negativa, ci metterebbe dieci minuti a sostituirlo con un Di Battista o un Fico qualsiasi.

giovanni tria e signora

 

Così, l'entourage di Di Maio fa trapelare nuove minacce, rivolte stavolta non direttamente a Tria ma all'intero Mef. Il messaggio è: il ministro è ostaggio di una struttura tecnocratica che rema contro il governo, e in particolare contro Gigino. «Presto faremo un repulisti», è l'avvertimento, perché al Mef vogliono «bloccare il paese» e la sua rinascita, che le ricette casaleggiane certamente assicurerebbero. Invece di mettere prontamente sul piatto (magari stampandoli nottetempo) i 10 miliardi necessari al reddito di cittadinanza, «spiccioli» secondo i grillini, i perfidi burocrati economici «fanno resistenza». Ergo «faremo pulizia», si annuncia, «bonificando» e «colpendo» chi non collabora con i voleri del Movimento.

giovanni tria conte e tria

 

«Con le minacce al ministro - denuncia la capogruppo di Fi Annamaria Bernini - il M5s rischia non solo di minare ulteriormente la credibilità internazionale dell'Italia ma anche di tagliare il ramo su cui siede». Di qui al varo della manovra, però, Tria rimarrà sotto tiro. Il suo predecessore, Piercarlo Padoan fotografa così la situazione: «La condizione di Tria è molto diversa da quella in cui mi trovavo io, perché il nostro governo era molto più coeso. Il problema di Tria è che ogni giorno i suoi colleghi di governo dicono cose diverse tra di loro, e diverse da quelle che dice lui».

giovanni triaGIOVANNI TRIAgiovanni triagiovanni tria e claudio borghiLUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTEDRAGHI TRIA GIOVANNI TRIA CON NAPOLITANOGIOVANNI TRIAGIOVANNI TRIAgianni letta giovanni tria

 

salvini mattarellasalvini mattarellaMATTEO SALVINI-1GIOVANNI TRIA

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO