
I POPULISTI FANNO TUTTI LA STESSA FINE: PRIMA STREPITANO, POI VANNO AL GOVERNO, SBATTONO IL MUSO CONTRO LA REALTÀ E SONO COSTRETTI A RITRATTARE LE PROMESSE – TRUMP AVEVA ANNUNCIATO CHE AVREBBE CHIUSO LA GUERRA IN UCRAINA IN 24 ORE. DOPO 100 GIORNI DI MANDATO, È COSTRETTO AD AMMETTERE: “FORSE LA PACE NON È POSSIBILE” – “TRADITO” DA PUTIN, CHE CONTINUA A BOMBARDARE L’UCRAINA UMILIANDOLO, ORA TRUMP È “COSTRETTO” A CONSEGNARE NUOVI AIUTI A ZELENSKY, COME IL NUOVO SISTEMA PATRIOT IN ARRIVO DA ISRAELE – CHARLES KUPCHAN: “CERCA DI PREPARARE L’OPINIONE PUBBLICA AL FALLIMENTO. È STATO INGENUO, HA FATTO CONCESSIONI PRIMA ANCORA DI TRATTARE CON PUTIN. SONO ERRORI DA PRINCIPIANTE. NON CREDO SIA VENUTO IL MOMENTO DI RINUNCIARE PERCHÉ..."
DONALD TRUMP INTERVISTATO DALLA NBC - MEET THE PRESS
1 - TRUMP: “TROPPO ODIO PACE IMPOSSIBILE A KIEV” E SFIDA LA COSTITUZIONE
Estratto dell’articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”
Prima di tornare alla Casa Bianca, Donald Trump aveva garantito di mettere fine in ventiquattr’ore alla guerra tra Russia e Ucraina. «Forse - aveva aggiunto anche prima che torni nello Studio Ovale». Superati i cento giorni di governo, il presidente degli Stati Uniti ha messo in dubbio la stessa ipotesi di pace.
DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
In un’intervista a Nbc News Trump ha detto che tra l’ucraino Volodymyr Zelensky e il russo Vladimir Putin c’è un odio troppo forte. «Forse - ha confessato - la pace non è possibile».
«C’è un odio tremendo - ha aggiunto - stiamo parlando di un odio tremendo tra questi due uomini e tra i generali. Stanno combattendo duramente da tre anni».
[…] Trump sognava di annunciare la pace prima di Pasqua e di partecipare alle celebrazioni degli 80 anni dalla vittoria nella Seconda guerra mondiale, ospite di Putin sulla Piazza Rossa.
Lo storico incontro con Zelensky a San Pietro e il successivo accordo sullo sfruttamento delle “terre rare” hanno accelerato lo spostamento del baricentro della Casa Bianca già in atto da almeno tre settimane. Trump aveva già minacciato di ritirarsi dai negoziati, mentre il segretario di Stato Marco Rubio aveva ammesso che una «soluzione rapida non è all’orizzonte».
Il problema non è più Zelensky, e questo ad appena due mesi dallo scontro allo Studio Ovale con il leader ucraino. Ma Putin, continuando a bombardare gli ucraini, sostiene Washington, ha voluto “umiliare” Trump, mostrando come la sua mediazione non fosse sufficiente.
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
Le parole di apertura verso l’Ucraina del presidente adesso sono accompagnate dai fatti: Kiev riceverà nuovi aiuti dagli Stati Uniti. Un sistema di difesa aerea Patriot, che era stato di base in Israele, verrà inviato a Kiev dopo aver superato la revisione. Lo ha rivelato il New York Times , citando quattro funzionari del governo Usa, i quali si sono rifiutati di dire quale fosse l’opinione di Trump. […]
2 - KUPCHAN “DONALD PREPARA L’OPINIONE PUBBLICA AL FLOP DOPO LA PROMESSA DELLE 24 ORE”
Estratto dell'articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
«Trump sta preparando l’opinione pubblica al fallimento della sua mediazione sull’Ucraina». Charles Kupchan, che aveva gestito questa crisi alla Casa Bianca quando Obama era presidente, spera ancora nella «possibilità un accordo», ma nello stesso tempo avverte che «gli Usa devono prepararsi alla possibilità che Putin lo rifiuti e la guerra duri ancora a lungo».
L’incontro in Vaticano fra Trump e Zelensky ha cambiato le cose?
«Penso sia stato potenzialmente un punto di svolta […]. Ma sarei cauto nel trarre conclusioni affrettate, perché non è la prima volta che Trump parla della necessità di aumentare la pressione su Putin. Finora però sembrava decisamente orientato a favore della Russia, mentre adesso è più impegnato con l’Ucraina».
MEME SULL INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY A SAN PIETRO BY EMAN RUS
[…] Il New York Times rivela che riprendono le forniture di Patriot.
«È molto importante, perché fino a pochi giorni fa non c’era alcun segnale che gli Usa avrebbero continuato a fornire armi all’Ucraina, e una delle carenze più gravi che Kiev deve affrontare è quella della difesa aerea».
Perché Trump dice che la pace potrebbe essere impossibile?
«A giudicare dal linguaggio usato, cerca di preparare l’opinione pubblica al fallimento, dopo aver detto che avrebbe chiuso la guerra in 24 ore. Penso abbia sottovalutato drasticamente quanto fosse difficile raggiungere un accordo, e soprattutto Putin, da cui finora non è venuto alcun segnale di una possibile rinuncia agli obiettivi massimalistici. Per quanto ne sappiamo, mira ancora alla sottomissione dell’Ucraina e così l’accordo è impossibile».
Trump minaccia di lasciare il negoziato per alzare la pressione?
«In parte, ma potrebbe anche essere un riflesso realistico della sua frustrazione. Credeva che una volta in carica avrebbe chiamato il suo migliore amico Vladimir, e Putin avrebbe chiuso l’accordo. Poi avrebbe fatto un po’ di pressione su Zelensky e la partita sarebbe finita. Non è così che funziona, è stato ingenuo».
E cosa dovrebbe fare ora?
«Questo negoziato non è andato bene perché è stato gestito molto male. Trump ha fatto la cosa giusta nel cercare di chiudere la guerra, parlare con Putin e incontrare i russi in Arabia, però doveva anche fare prima i compiti, sedendosi con europei e ucraini per elaborare un piano coerente e poi negoziare con Mosca.
Invece ha iniziato facendo concessioni prima ancora di trattare, tipo il riconoscimento della Crimea o il “no” all’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Sono errori da principiante. Ora può ancora correggersi e negoziare duramente con i russi. Se Mosca rifiuterà, gli Usa dovranno prepararsi ad una guerra lunga, chiedendo al Congresso più armi e soldi.
Perché?
«Putin vuole soggiogare l’Ucraina, ma tiene anche al rapporto con Trump. Ha interesse alla revoca delle sanzioni e alla riabilitazione internazionale. Poi magari più avanti invaderà di nuovo, per questo serve un accordo che dia garanzie a Kiev».
donald trump in versione papale - immagine generata dall ia
Inasprire le sanzioni su Mosca potrebbe servire?
«Potenzialmente. Però se arriviamo al punto in cui Trump è così frustrato da voler punire Putin, questo potrebbe significare la fine del negoziato, perché non credo che il capo del Cremlino accetti di fare marcia indietro sotto pressione, dimostrando che cede alla forza della Casa Bianca».
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
trump putin