merkel macron trump conte

IL DESTINO D’ITALIA? ANDARE CONTRO LA GERMANIA - TRUMP E MACRON VOGLIONO “USARE” IL NUOVO GOVERNO LEGA-M5S PER METTERE ALL’ANGOLO LA MERKEL - L’ELISEO SOGNA UNA SPONDA CON ROMA PER COMPLETARE L’UNIONE BANCARIA, PER SPINGERE BERLINO A RIDURRE IL SURPLUS COMMERCIALE E OTTENERE MAGGIORE FLESSIBILITÀ SUI PARAMETRI DI MAASTRICHT

TRUMP SALVINI

1 - LA SPONDA ITALIANA PER IL PRESSING SULLA GERMANIA

Francesco Semprini per “la Stampa”

 

Curiosità e interesse. Sono questi i sentimenti che animano Donald Trump dinanzi alla formazione del nuovo esecutivo italiano. A raccontarlo a La Stampa sono fonti che conoscono da tempo il 45 esimo presidente americano. Ferma restando l'ufficialità delle dichiarazioni in materia, giunte dall' amministrazione nei giorni passati, «c'è un certo interesse personale da parte di Trump nei confronti della nascita del governo giallo-verde».

 

Occorre fare due premesse. La prima è che al presidente americano interessa un certo discorso di politica estera, all' interno del quale analizza il neonato esecutivo. La seconda, corollario della prima, è rappresentata dai rapporti non idilliaci tra Stati Uniti e Germania.

giuseppe conte saluta la folla

 

«Essendo le posizioni dei leader di M5S e Lega piuttosto critiche nei confronti di Berlino, Trump vede nel nuovo esecutivo una sponda per esercitare una certa pressione sui tedeschi. E lo stesso discorso vale per Bruxelles». C'è una questione fisiologica, poi, la natura populista dei giallo-verdi è in linea con quella che ha permesso a Trump di conquistare la Casa Bianca.

 

Chi vede, inoltre, nell' interesse dei giallo-verdi alla Russia un ostacolo alle simpatie trumpiane si deve ricredere. «In realtà non disturba più di tanto Trump - spiegano - sebbene crei irritazione a una parte dell' amministrazione e al vecchio establishment repubblicano». C' è infine apprezzamento per la scelta del ministro degli Esteri in Enzo Moavero, visto che il nome che circolava prima creava qualche pensiero».

EMMANUEL MACRON

 

2 - LA STRATEGIA DI MACRON: PATTO CON IL GOVERNO CONTE IN CHIAVE ANTITEDESCA

Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

Quando nacque l'alleanza M5S-Lega, Emmanuel Macron reagì stizzito, definendole «forze paradossali su un progetto che non vedo». I timori scaturivano dai leghisti amici di Marine Le Pen, la sua arcinemica (e che, a sua volta, guarda ai grillini come alla peste). Con un premier come Giuseppe Conte, in quota pentastellata e un vago passato di sinistra, e dopo che si è evitato un ministro anti-euro all' Economia, Macron ha tirato un sospiro di sollievo.

 

giuseppe conte saluta la folla 5

Da venerdì i francesi sono di nuovo molto attivi con gli italiani a livello diplomatico. Ieri Macron ha parlato al telefono con Conte. L'aveva già fatto (e prontamente) una settimana fa, prima dello psicodramma Savona-Mattarella. In entrambi i casi per «tendere la mano e proporre un lavoro congiunto sull'Europa», commentano all' Eliseo. Si dirà: è la strategia di Macron, che parla con tutti, addirittura con Donald Trump e Vladimir Putin.

 

«Il governo dovrà cimentarsi da subito sui negoziati in corso sul bilancio europeo, sulla riforma del diritto d'asilo e sul completamento dell'unione bancaria», aveva detto Conte, dopo aver ottenuto per la prima volta l'incarico. Come? «Operando le alleanze opportune». Macron da mesi sta insistendo per completare l'unione bancaria con Angela Merkel, che da quell' orecchio non ci sente. Non perde occasione per ricordare ai tedeschi che devono ridurre il loro surplus commerciale con gli altri Paesi europei, argomento che potrebbe interessare pure Conte.

Macron May Merkel

 

Perfino sulle questioni di bilancio, il desiderio di aumentare quello generale dell' Ue di Macron, così da alimentare nuovi investimenti, è un' idea che non piace a Berlino ma che potrebbe non dispiacere a Roma. Fra l' altro il presidente francese ha fatto i salti mortali per ritornare, dopo dieci anni, sotto il 3% del deficit pubblico alla fine del 2017. Voleva conquistarsi la fiducia dei tedeschi. Ma Angela Merkel, indebolita politicamente, non gli va dietro comunque.

 

E intanto a fine 2018 centrare di nuovo l' obiettivo sarà per la Francia molto faticoso. E se Macron ritornasse, come l'ha fatto nel passato, a parlare di maggiore flessibilità sui parametri di Maastricht? E se trovasse una sponda in Italia per questa battaglia? Intanto, anche la cancelliera ieri si è fatta viva con il premier italiano. «Ci siamo dati appuntamento al G7 fissato per la prossima settimana in Canada - ha scritto Conte su Facebook -: avremo anche un incontro bilaterale».

merkel macron may

 

Merkel l' ha pure invitato ad andare quanto prima a Berlino. Quasi volesse mettere le mani avanti rispetto a un possibile feeling fra Parigi e Roma. Ma la cancelliera è prudente: «Pronta alla solidarietà per i partner dell' Eurozona - ha dichiarato in un' intervista che sarà pubblicata oggi dalla Frankfurter Allgemeine - ma non deve sfociare in un' unione di debiti».

 

Quanto ai migranti, la sintonia tra il presidente francese e Conte potrebbe non essere perfetta. Macron ha appena fatto approvare una legge durissima, molto più restrittiva della legislazione ora in vigore in Italia. Nei primi quattro mesi dell' anno le espulsioni di clandestini sono aumentate del 4% in Francia. Tutto questo, però, alla fine potrebbe tradursi proprio nella volontà di Parigi (la stessa da anni) di non partecipare a una maggiore solidarietà nell' accoglienza dei migranti a livello europeo.

 

luigi di maio e matteo salvini

Poi, Macron non vuole riformare le regole di Dublino per cui a doversi far carico dello status di rifugiati è il primo Paese di entrata nell' Ue. Matteo Salvini di sicuro non apprezzerà. L' Europa che però si riposiziona. Ieri il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, è tornato a chiedere rispetto per l' Italia: non si faccia l' errore che fece la Germania con la Grecia, calpestando sua dignità.

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...