donald trump twitter

TRUMP TAGLIA IL RAMO SU CUI È SEDUTO? - ‘I GIGANTI HI-TECH VOGLIONO CENSURARE LE ELEZIONI 2020. NON LO PERMETTEREMO!’. E LA PORTAVOCE CONFERMA CHE È PRONTO UN DECRETO PER IMPORRE A TWITTER, FACEBOOK E SOCI DI NON ‘ZITTIRE’ LE VOCI CONSERVATRICI, SPESSO ACCOMUNATE AI NEO-NAZI E DUNQUE BLOCCATE - JACK DORSEY, ORMAI NON PIÙ RAPACE DELLA SILICON VALLEY MA GURU DELLA MEDITAZIONE: ‘CONTINUEREMO A SEGNALARE INFORMAZIONI ERRATE O CONTESTATE SULLE ELEZIONI A LIVELLO GLOBALE’

 

DONALD TRUMP TWITTER BY SPINOZA

1.TRUMP, BIG HI-TECH VOGLIONO CENSURARE ELEZIONI 2020

 (ANSA) - "Le grandi imprese dell'hi-tech stanno facendo tutto quello che è in loro potere per censurare le elezioni del 2020. Se questo dovesse succedere perderemmo la nostra libertà, e io non permetterò che accada!". Lo twitta Donald Trump che aggiunge: "Ci hanno provato nel 2016 e hanno perso. Ora impazziranno. Restate sintonizzati!!", scrive il presidente americano che rafforza l'ipotesi di una stretta sui social in arrivo nelle prossime ore.

 

2.CASA BIANCA, TRUMP PRONTO A FIRMARE DECRETO SUI SOCIAL

 (ANSA) - Il presidente americano Donald Trump è pronto a firmare nelle prossime ore un decreto che contiene una stretta sui social media. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany senza però rivelare alcun dettaglio. L'annuncio dopo che Trump ha accusato i social media, da Twitter a Facebook, di reprimere le voci dei conservatori, minacciando addirittura una loro chiusura.

jack dorsey

 

 

3.TWITTER: DORSEY, CONTINUEREMO A SEGNALARE ERRORI VOTO

 (ANSA) - "Continueremo a segnalare informazioni errate o contestate sulle elezioni a livello globale". Lo scrive il Ceo di Twitter, Jack Dorsey, in tre tweet in cui interviene sulla vicenda che contrappone Donald Trump ai social network, dopo che Twitter ha corretto due post del presidente Usa in merito al rischio di brogli nel voto via posta in California. Il tycoon ieri ha minacciato di chiudere i social, e per oggi si attende un decreto in materia.

 

jack dorsey

I tweet di Trump "potrebbero indurre le persone a pensare erroneamente che non è necessario registrarsi per ottenere una scheda elettorale", scrive Dorsey spiegando l'intervento di Twitter. Segnalare le informazioni errate "non ci rende un 'arbitro della verità'", evidenzia Dorsey rispondendo a Mark Zuckerberg. Il Ceo di Facebook ha rilasciato un'intervista alla Fox, che andrà in onda in forma integrale oggi, in cui dichiara che la sua piattaforma "non deve essere arbitro della verità di quello che la gente dice online".

 

4.SULLA CAMPAGNA ELETTORALE L'INCOGNITA DELLO STRAPPO CON L'AMATO CINGUETTIO

Federico Rampini per “la Repubblica

 

Jack Dorsey non è un peso massimo dell' economia digitale come Mark Zuckerberg. Eppure il chief executive di Twitter è un personaggio centrale nell' universo di Donald Trump. Questo presidente degli Stati Uniti ha costruito un modello di comunicazione in cui i tweet sono lo strumento principe. Si sveglia al mattino e lancia i celebri "cinguettii" che hanno il potere di dettare l' agenda politica del giorno.

la routine stoica di jack dorsey 9

 

Fa campagna elettorale attaccando i suoi avversari con brevi, incisive, spesso violente e offensive mini-frasi su Twitter. Perfino la sua diplomazia aggira i canali tradizionali - con lo sgomento del Dipartimento di Stato e delle ambasciate - per dialogare direttamente con i grandi della terra a colpi di tweet. Xi Jinping e Vladimir Putin, Emmanuel Macron e Angela Merkel hanno appreso alcune decisioni di politica estera via Twitter prima che diventassero la linea ufficiale della Casa Bianca in alcuni negoziati importanti.

 

Perciò lo scontro fra il Commander- in-Chief e il top manager di San Francisco ha qualcosa di epico. Dorsey ha sempre trattato con i guanti il presidente, fingendo di ignorare gli appelli che venivano dai democratici e dai media tradizionali perché mettesse un argine alle fake news disseminate da Trump. Twitter, proprio perché non ha la stazza di Facebook o di Google, deve una parte della sua fortuna al fatto di essere stato abbracciato da cotanto comunicatore. Martedì sera però il rapporto si è incrinato, quando per la prima volta Twitter ha affiancato ai messaggi del presidente un avvertimento ai lettori: verificate i fatti. È avvenuto di fronte a una delle campagne di disinformazione favorite di Trump: l' allarme per i brogli qualora si votasse per corrispondenza alle presidenziali di novembre.

 

twitter fa il fact checking a donald trump 4

Il tema ha grande rilevanza politica, più che mai a causa della pandemia. Molti Stati Usa si stanno già attrezzando per facilitare il voto per corrispondenza: il 3 novembrepotremmo essere nel mezzo di una seconda ondata di contagi e l' affollamento dei seggi elettorali sarebbe pericoloso. Trump ha sempre sostenuto che il voto per corrispondenza è fatto su misura per trasformare in elettori gli immigrati illegali, organizzati dal partito democratico.

Non ha mai fornito prove. Parlò perfino di milioni di schede abusive a favore di Hillary Clinton nel 2016. Sempre senza prove. Inchieste e denunce sui brogli hanno sempre indicato che riguardano una minuscola percentuale nelle elezioni americane.

(L' ultimo caso nella storia in cui una frode potrebbe aver pesato sul risultato finale fu nel 1960 in favore di John Kennedy; non è mai stato dimostrato in modo definitivo però.

 

twitter fa il fact checking a donald trump 1

L' unica elezione recente davvero contestata, quella del 2000 che oppose George W. Bush ad Al Gore, fu assegnata dalla Corte suprema al candidato repubblicano. Gore aveva la maggioranza assoluta di voti popolari). Ma il tema dei brogli serve a mobilitare la base repubblicana contro lo spettro di un' elezione "rubata" dalla sinistra; può anche precostituire un alibi in caso di sconfitta. Infine dà sostegno ai tanti ostacoli che i repubblicani disseminano contro la partecipazione elettorale delle minoranze etniche. Sta di fatto che stavolta Dorsey ha deciso di passare all' azione e ha esortato l' audience di Twitter a verificare la notizia, in quanto potenzialmente fuorviante.

 

Com' era prevedibile al suo risveglio mercoledì mattina Trump ha reagito via Twitter. Minacciando nientemeno che la chiusura dei social media. Minaccia non del tutto nuova nell' arsenale di questo presidente. In passato per la verità aveva preso di mira la stampa, annunciando nuove leggi contro calunnia e diffamazione. Tutte minacce a vuoto perché nel paese del Primo Emendamento è difficile legiferare su questi temi. La vera novità è che un social media cruciale per lui abbia cominciato a insinuare il dubbio nell' opinione pubblica che si abbevera ai tweet di Trump.

donald trump twitter 1

 

Al presidente non resta che reagire con l' altro tema amato dalla base repubblicana: i media sono pregiudizialmente ostili ai conservatori, sono tutti progressisti. Ma ieri su una polemica parallela il presidente si è attirato anche i fulmini della stampa di destra. È stato quando, sempre su Twitter, ha insinuato i dubbi che un anchorman della Fox News che non gli va a genio, Joe Scarborough, possa avere un omicidio sulla coscienza.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – OH, NO: VUOI VEDERE CHE ABBIAMO DI NUOVO SOPRAVVALUTATO TAJANI? PENSAVAMO CHE IL SUSSULTO SULLO IUS SCHOLAE FOSSE LO SLANCIO DI UN LEADER, PER QUANTO AL SEMOLINO, PRONTO A METTERCI LA FACCIA PER UNA BATTAGLIA DEL SUO PARTITO. E INVECE NO: NEI PALAZZI ROMANI SI MORMORA CHE DIETRO LE SUE DICHIARAZIONI (OSTILI ALLA LEGA) CI FOSSE LA ZAMPETTA DI GIORGIA MELONI, IMPEGNATA A SEMINARE ZIZZANIA NELLA LEGA DI SALVINI, ORMAI VANNACCIZZATA, CHE VEDE LO IUS SCHOLAE COME LA KRYPTONITE – UN "PIZZINO" PER GLI SCOMODI ALLEATI DEL CARROCCIO: NON TIRATE TROPPO LA CORDA - E IL "MAGO OTELMA" DI FROSINONE, TRAVESTITO DA MINISTRO, HA LANCIATO IL SASSO E POI NASCOSTO LA MANO...

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...