mario draghi gas

A TUTTO GAS (PER EVITARE IL BARATRO) – DRAGHI, SUO MALGRADO, DOVRA' APPROVARE UN PROVVEDIMENTO CONTRO IL CARO ENERGIA PRIMA DI MOLLARE LA POLTRONA AL PROSSIMO INQUILINO DI PALAZZO CHIGI: L'IPOTESI PIÙ PROBABILE È QUELLA DI UN EMENDAMENTO ALL'ULTIMO DECRETO AIUTI BIS CHE METTEREBBE SUL PIATTO OTTO MILIARDI, GRAN PARTE DEI QUALI RAGGRANELLATI GRAZIE AD ENTRATE FISCALI E DELL'IVA SUPERIORI ALLE PREVISIONI - AL NETTO DEL SUSSIDIO A BENZINA E DIESEL, LA GRAN PARTE DEI FONDI ANDREBBE ALLE IMPRESE…

DRAGHI PUTIN GAS

Alessandro Barbera per "La Stampa"

 

Non meno di otto miliardi di euro per confermare fino al 31 dicembre tutti gli sgravi fiscali fin qui concessi a imprese e famiglie contro il caro energia. È questa l'indicazione che filtra da Palazzo Chigi e ministero del Tesoro sul provvedimento che Mario Draghi, suo malgrado, dovrà approvare prima di lasciare l'ufficio di Piazza Colonna al nuovo inquilino. Per conoscere i dettagli del provvedimento occorrerà attendere ancora qualche giorno, il tempo necessario a far rientrare nei palazzi i ministri e i tecnici ancora in vacanza.

 

gas

L'aumento senza freni del prezzo del gas sui mercati e la strategia di Vladimir Putin di tagliare lentamente le forniture all'Europa hanno ormai convinto tutti della necessità di intervenire prima delle elezioni. Per questa ragione il governo sta valutando soluzioni diverse dal decreto legge, per convertire il quale il Parlamento (sciolto) avrebbe a disposizione sessanta giorni. Al momento l'ipotesi più probabile è quella di un emendamento all'ultimo decreto aiuti (il bis) entro metà settembre, in tempo per evitare la scadenza (il 30 del prossimo mese) degli sconti fin qui garantiti.

 

mario draghi al meeting di rimini 4

Confindustria e un pezzo di mondo produttivo stanno facendo pressione su Palazzo Chigi per dare certezze alle imprese prima possibile, ed evitare così conseguenze sulla tenuta della crescita italiana di quest' anno, fin qui superiore a quella di Francia e Germania.

Le indiscrezioni che filtrano in queste ore dai pochi già al lavoro è di un provvedimento per otto, forse dieci miliardi, gran parte dei quali raggranellati grazie ad entrate fiscali e dell'Iva superiori alle previsioni.

 

prezzo del gas in europa

Matteo Salvini vorrebbe si facesse di più e di questo ieri ha discusso a distanza con alcuni leghisti al governo (il ministro Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario al Tesoro Federico Freni) e i responsabili economici del suo partito. Ma a meno di colpi di scena, è improbabile che il premier uscente accetti di cambiare i saldi di bilancio: lo sconsigliano le tensioni sul mercato dei titoli di Stato italiani. «Auspico sia fatto dalla nuova maggioranza», si legge nella nota diffusa ieri da via Bellerio. Dunque otto miliardi, più o meno la cifra messa a disposizione con il decreto aiuti bis e necessaria a confermare ed aumentare il credito d'imposta per le imprese, i sussidi ai carburanti, gli sconti alle famiglie meno abbienti. Al netto del sussidio a benzina e diesel - finanziato con le maggiori accise generate dall'aumento dei prezzi - la gran parte dei fondi andrebbe alle imprese.

mario draghi 5

 

La novità del prossimo decreto - almeno queste sono le prime indicazioni - è che non verrebbe chiesto un ulteriore contributo straordinario alle aziende energertiche. A precisa domanda, una fonte di governo argomenta che «il limone è stato spremuto a sufficienza». In realtà il contributo sugli extraprofitti garantito nell'ultimo anno dall'aumento del prezzi energetici è molto diverso da azienda ad azienda. Nel suo discorso al Meeting di Rimini Draghi ha ad esempio ricordato che fra le aziende produttrici di energie rinnovabili si sono realizzati utili ingiustificati, e solo grazie al fatto che il prezzo dell'energia in Europa è ancora legato a quello del gas.

prezzo del gas in aumento

 

Sia come sia, c'è un ulteriore problema di cui nei palazzi si parla sottovoce: la decisione di alcune grandi utility di ricorrerecontro la presunta incostituzionalità della tassa straordinaria. Una soluzione al caro energia è l'introduzione di un tetto al prezzo del gas russo: al Tesoro considerano lunare l'ipotesi di farlo a livello nazionale, perché sulla base delle regole di interconnessione delle reti l'Italia sarebbe costretta a vendere metano ai Paesi vicini ad un prezzo ribassato e sussidiato con i soldi dei contribuenti.

rincaro prezzi gas

 

La speranza (non ancora persa) di Draghi è di avere la meglio alle resistenze tedesche ad un tetto - quello sì possibile - a livello europeo. Se ne dovrebbe discutere nei prossimi giorni ad un vertice straordinario dei ministri dell'Energia, a quello informale dei capi di Stato previsto ai primi di ottobre a Praga e subito dopo a quello convocato a Bruxelles il 20. Allora sarà passato quasi un mese dal voto ma a Palazzo Chigi ci sarà ancora Draghi. Nella migliore delle ipotesi la cerimonia della campanella con il nuovo premier avverrà infatti nella prima settimana di novembre

PRODOTTI CHE GLI ITALIANI NON COMPRERANNO PER L'AUMENTO DEI PREZZIAGENDA DRAGHI MEMEdraghimario draghi 3CARO ENERGIA - ANDAMENTO PREZZI GAS E ELETTRICITA

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....