FINMECCANICA SALVA-FAMIGLIA - BORGOGNI AI PM: “COSÌ ASSUMEVAMO I FIGLI DI POLITICI E PEZZI GROSSI” - DAL PARGOLO DI NICOLA LATORRE (CHE SMENTISCE) AI DUE FIGLI DI PONZELLINI, DALLA MOGLIE DI MARCO MILANESE A QUELLA DI MARONI, DIRIGENTE ALENIA - I RAPPORTI CON LA LEGA, CHE IMPONE AL PATONZA LA NOMINA DI ORSI: ALCUNI CAPANNONI PRESI IN AFFITTO DA UNA SOCIETÀ SEGNALATA DA REGUZZONI, IL PARLAMENTARE CHE GUIDA IL GRUPPO A MONTECITORIO…

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Lancia messaggi, accuse, sparge veleni. Testimone a Napoli, indagato a Roma, il manager di Finmeccanica Lorenzo Borgogni cerca di resistere al ciclone che si è abbattuto sulla holding. E tenta di rilanciare il proprio ruolo raccontando ai pm i rapporti coltivati in questi anni dai vertici aziendali con politici e funzionari di Stato.

Si concentra soprattutto sulle assunzioni di parenti e amici di parlamentari con un'attenzione particolare ai leghisti. «Perché - chiarisce - sono stati loro a imporre al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la nomina di Giuseppe Orsi come amministratore delegato», avvenuta nell'aprile scorso quando si decise che Pier Francesco Guarguaglini, che all'epoca ricopriva entrambe le cariche, sarebbe rimasto solo presidente e con una riduzione delle deleghe.

I rapporti tra i due sono gelidi, Borgogni non nega la propria avversione nei confronti di Orsi. Non a caso nell'elenco dei «favori» inserisce anche quello fatto al parlamentare del Pd Nicola Latorre, «per ottenere l'appoggio del suo partito».

Sono i tre verbali di interrogatorio davanti ai sostituti Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio - titolari dell'indagine che parte dalla consulenza ottenuta dal faccendiere Valter Lavitola e già conta una decina di indagati - a ricostruire quanto raccontato sino ad ora.

Ma l'inchiesta appare essere entrata in una fase cruciale perché soltanto nei prossimi giorni, quando tornerà accompagnato dall'avvocato Stefano Bortone, si capirà se si tratta di una vera collaborazione o se invece il responsabile delle Relazioni istituzionali - che si è autosospeso la scorsa settimana dopo aver saputo che il giudice di Roma aveva negato la richiesta di arresto presentata dal pm Paolo Ielo - sta soltanto giocando una partita interna a Finmeccanica e alle sue «controllate» per regolare i conti tra cordate diverse.

DA PONZELLINI A GIORGETTI FINO A MILANESE
Sono numerosi i familiari dei potenti entrati in Finmeccanica grazie a una politica di assunzioni clientelari. Borgogni cita i due figli di Massimo Ponzellini, l'ex presidente della banca Popolare di Milano recentemente coinvolto nell'indagine della Procura di Milano sui finanziamenti concessi alla società Atlantis e da tempo ritenuto vicino al Carroccio. Poi si concentra su Giancarlo Giorgetti, leader leghista attuale presidente della commissione bilancio della Camera, anche lui favorito con un contratto a un parente.

«Per assicurarsi buoni rapporti con il Pd - aggiunge - il figlio di Latorre fu prima assunto nella sede statunitense dell'Augusta e poi trasferito in quella italiana». Affermazione che il diretto interessato definisce «una enorme e bufala». «Mio figlio - spiega Latorre - è entrato tre anni fa ed è stato trasferito dopo sei mesi. Non so chi sia Orsi e questo contratto non c'entra nulla con la politica, anche perché io non mi sono mai occupato di nomine in Finmeccanica e posso escludere che il mio partito avrebbe avallato un'operazione del genere».

Durante i suoi interrogatori il manager ha evidenziato il ruolo di Marco Milanese, braccio destro di Giulio Tremonti quando era ministro dell'Economia, che si occupava proprio delle nomine di Finmeccanica. E ha sottolineato come sia stato proprio lui a decidere l'ingresso nell'organismo di vigilanza di una società controllata dalla holding di sua moglie, l'avvocato Anna Maria Taddei.

I CAPANNONI AFFITTATI A MALPENSA
Più articolato, secondo Borgogni, il piano di Orsi per spostare da Sud a Nord alcune attività strategiche e così assecondare i voleri della Lega. In questo quadro si inserisce la scelta di trasferire da Pomigliano D'Arco a Venegono in provincia di Varese, la sede legale dello stabilimento dell'Alenia, che tante polemiche ha già provocato visto che uno dei dirigenti è la moglie dell'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni. I diretti interessati hanno smentito, ma Borgogni insiste nel parlare di un piano «strategico» che «serviva a garantire l'ascesa di Orsi».

E cita un episodio che riguarda l'attuale capogruppo del Carroccio alla Camera. Sostiene il manager che l'attuale vertice aziendale ha pianificato la chiusura di alcune attività ritenute sinora strategiche. Ma anche che alcuni appalti esterni sono stati affidati per soddisfare le richieste degli sponsor politici. Come nel caso che riguarda Marco Reguzzoni. Borgogni ha raccontato che a Malpensa sono stati presi in affitto alcuni capannoni di una società segnalata proprio dal parlamentare che guida il gruppo a Montecitorio.

LE TELEFONATE CON MILONE
Di fronte ai magistrati napoletani Borgogni ha parlato anche degli affari esteri, ammettendo che alcuni manager avrebbero favorito il pagamento di tangenti per ottenere commesse in Medio Oriente e in Sud America, in alcuni casi trattenendo una parte (è il filone nel quale era stata coinvolta anche l'ex modella Debbie Castaneda). Proprio quello che, secondo i pentiti dell'inchiesta romana, avrebbe fatto anche lui.

Durante l'interrogatorio di sabato scorso di fronte al pm Paolo Ielo a Borgogni è stato chiesto di chiarire a che titolo avrebbe versato soldi a Filippo Milone, ex capo della segreteria di Ignazio la Russa, nominato sottosegretario alla Difesa nel governo Monti. Ma le sue risposte non sono apparse credibili e ora dovrà tornare per dimostrare la sua reale intenzione di raccontare la verità anche su questo fronte aperto nella Capitale.

 

EZIO MAURO E PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI IN TRIBUNA ALLO STADIOborgogni Giuseppe Orsi MASSIMO PONZELLINI Giancarlo Giorgetti - Copyright PizziMARCO MILANESE ROBERTO MARONI Filippo Milone

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...