eric andrea salerno

I VELENI DI FERRONI – “VA BENE CHE CAIRO AMA RISPARMIARE, MA QUI SI ESAGERA”: IL DIRETTORE DI LA7 ANDREA SALERNO È VOGLIOSO DI OCCUPARE TUTTI GLI SPAZI. E TIENE PURE FAMIGLIA. L’ALTRA SERA NELLA PUNTATA DI “ATLANTIDE”, ANDREA PURGATORI HA OFFERTO UN RUOLO DA PROTAGONISTA A SUO PADRE ERIC… - QUEL BISTROT A DUE PASSI DA CASA DRAGHI E L’ARCHIVIO DI CITTO MASELLI – “I LUNATICI” E GORDON GEKKO

Gianfranco Ferroni per “Il Tempo”

 

Nei programmi di La7 trionfa la famiglia Salerno

andrea salerno

Nell’impero mediatico di Urbano Cairo c’è La7, amministrata con scrupolo da Marco Ghigliani. Però c’è un direttore che si chiama Andrea Salerno, voglioso di occupare tutti gli spazi. Tiene pure famiglia. L’altra sera, nella puntata di “Atlantide” dedicata alla storia del Mossad, e pure dello Shin Bet e di Aman, ovvero i tre gioielli dell’intelligence di Israele, il sagace conduttore Andrea Purgatori ha offerto un ruolo da protagonista a Eric Salerno, giornalista di straordinaria esperienza.

 

ERIC SALERNO - ATLANTIDE

Che è anche il padre di Andrea, il direttore che con le sue incursioni negli studi televisivi durante le dirette, avendo al fianco Zoro pronto a riprendere tutto per, e pur di, riempire di contenuti la sua trasmissione “Propaganda”, ha messo a dura prova la pazienza di Enrico Mentana, proprio mentre conduceva.

andrea salerno andrea purgatori foto di bacco

 

“Va bene che Cairo ama risparmiare, ma qui si esagera”, ha detto scherzando una “colonna” della rete, vedendo Salerno senior. Immaginando, ovviamente, un’ospitata familiare a costo zero per La7. All’ecumenico Ghigliani, piemontese come Cairo, quel discolo di Salerno junior farà bene a recapitare almeno una cassa di vino Timorasso della cantina di Tortona. Forse verrà perdonato.

maison san filippo

 

***

 

Quel bistrot a due passi da Draghi

I nomi dei clienti sono top secret, ma la Maison San Filippo è a due passi dalla casa di Mario Draghi. Fatto sta che tra i fedelissimi del premier si parla dei piatti del bistrot dei Parioli che, per colpa della pandemia, si è adattato alle nuove regole dell’enogastronomia tra delivery, asporto e orari ridotti.

 

maison san filippo

I giovani Pierluigi Vozzi e Simone Guagliardi, con la chef Giuseppina Gagliano, creando sfizi come la gricia con la mela annurca e la cacio e pepe con le pere. E anche le tagliatelle gialle e verdi, che offrono spunti per parlare in punta di forchetta (è proprio il caso di dirlo) dei colori dei governi (vedi alla voce Conte 1), con verdure di primavera e crema di pecorino romano. Quando termineranno i divieti, torneranno all’interno tanti volti di vip attirati anche dalle carte da parati decorate con gli elefanti danzanti. La loro proboscide è proiettata verso l’alto...

 

***

 

Citto Maselli, un archivio da film

Andranno al Centro Sperimentale di Cinematografia tutte le carte e i ricordi di Citto Maselli. Il cineasta, classe 1930, dona così un archivio che comprende testimonianze storiche del rapporto del Pci con il mondo del cinema, grazie al ricchissimo carteggio  con decine di esponenti del partito (c’è pure Rifondazione comunista).

citto maselli 1

 

Alberto Crespi tempo fa ha raccontato una delle tante incredibili storie legate a Citto: “Negli anni ’60, ai tempi ruggenti dell’Anac (l’Associazione degli autori cinematografici) e delle lotte sessantottine, una delegazione capeggiata da Maselli e da Ettore Scola si recò a casa di Ugo Gregoretti per convincerlo a iscriversi al Pci”. Ed ecco la confessione di Gregoretti: “Io votavo comunista ed ero ovviamente simpatizzante, ma non iscritto. E in realtà non avevo una gran voglia di iscrivermi, di farmi coinvolgere. Per cui, di fronte ai loro giusti discorsi, me ne uscii con una battuta che, sul momento, mi pareva definitiva.

alberto crespi

 

Dissi loro: ma, compagni, come può iscriversi al Pci uno come me che ha ottocento cravatte? Ci fu un attimo di silenzio e pensai di essermela cavata. Ma Citto mi sconfisse con una battuta migliore della mia: qual è il problema?, disse, il compagno Aragon ne ha più di mille.

 

 Di fronte alle cravatte di Louis Aragon, poeta illustre e membro del comitato centrale del Pcf, dovetti cedere”. Il merito della donazione Maselli è di Felice Laudadio, prima della fine del suo mandato di presidente del centro, vecchio amico di Citto. Che è il nomignolo assegnato dallo zio Luigi Pirandello.

ugo gregoretti 11

 

***

 

Metti Gordon Gekko tra i Lunatici

Ampliare l’offerta crossmediale: un compito non facile, che però Rai Radio2, diretta da Paola Marchesini, ha da tempo come obiettivo. Ora lo fa con la collaborazione di Rai2, puntando su una fascia oraria ricettiva e meritevole di attenzione: la notte. E così i Lunatici di Rai Radio2 Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, sono sbarcati su Rai2.

 

ROBERTO ARDUINI E ANDREA DI CIANCIO

Ogni notte, in diretta dagli studi di via Asiago, tra interviste a grandi ospiti e racconti del trasversale mondo delle ore piccole, anche con il coprifuoco, attirano l’attenzione. Con un chiaro slancio da servizio pubblico, quando capita di dare per primi una notizia, raccontata direttamente dai protagonisti. Perche l’informazione è come il denaro, per usare le parole di Gordon Gekko: “Non dorme mai”.

arduini di cianciocitto maselliLA VESPA DI ANDREA SALERNOomicron ugo gregorettiugo gregoretti 12valeria golino in storia d'amore di citto maselli 1ugo gregoretti 10citto maselli foto di bacco (2)eric salerno 1

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?