VENGHINO COMPAGNI, VENGHINO A MORIRE A TARANTO! BOCCIA “OFFRE” QUEL BORDELLO CANCEROGENO DELL’ILVA AI RICCONI RUSSI: “POTREBBE ESSERE TRA LE PRIME AL MONDO”

Antonella Baccaro per il "Corriere della Sera"

«E poi vi invito a valutare con attenzione un possibile investimento anche nella siderurgia italiana, in particolare nel caso Ilva...» a Taranto. Ha detto proprio così, «il caso Ilva», Francesco Boccia, pugliese, parlamentare del Pd, presidente della commissione Bilancio della Camera, davanti all'opulenta platea del forum Italo-Russo, riunito ieri in un hotel della Capitale, alla vigilia dell'arrivo di Vladimir Putin in Italia.

Chissà se le prime file, composte tra l'altro dal ministro dello Sviluppo economico Aleksey Ulyukaev, dal vice delle Finanze Sergey Shatalov e dal vicepresidente della Banca centrale Mikhail Sukhov e da molti altri, hanno colto il lapsus. In effetti Ilva al momento più che un'azienda è ancora un caso da risolvere, e per di più è sempre privata e commissariata. Perché proporre ai russi un simile investimento? Non è interesse del governo prima di tutto piazzare i gioielli ricompresi nel pacchetto delle privatizzazioni, finalmente reso pubblico da Enrico Letta la settimana scorsa, dopo il pressing della Commissione europea?

Il deputato si è spiegato così: «Ilva - ha detto - è un'azienda che se avesse seguito le prescrizioni ambientali, così come indicate dalla legge, sarebbe tra le prime al mondo. Invece, è rimasta alle cronache per vicende ben diverse. È interesse di tutti noi non disperdere quel patrimonio industriale dando certezze alla comunità».

«La Russia è un grande consumatore di acciaio - ha concluso - e molte delle vostre aziende pubbliche e private qui sarebbero le benvenute». Insomma: è vero che Ilva non è patrimonio pubblico ma è un'azienda strategica per il Paese e interessante per i russi. Che potrebbe chiudere da qui a un anno se non arriveranno risorse fresche, creando nel cuore della Puglia un enorme problema occupazionale e un preoccupante focolaio di tensioni.

Proprio oggi a Roma i commissari dell'Ilva e i dirigenti e tecnici della presidenza del Consiglio e dei ministeri coinvolti metteranno a punto la nuova legge per l'Ilva, che potrebbe andare al prossimo Consiglio dei ministri, e che il «governatore» pugliese, Nichi Vendola, già non esita a definire una «sanatoria», un nuovo «sostanziale aggiramento delle norme». Come dire che il provvedimento non mancherà di entrare nel tritacarne della guerra che si è innescata con la magistratura.

Ci vuole dunque coraggio a proporre ai russi di addentrarsi in un simile ginepraio, soprattutto dopo la fallimentare esperienza del magnate Alexei Mordashov, che nel 2005 acquistò le acciaierie Lucchini per poi abbandonarle al loro destino cinque anni dopo. Ora anche quell'azienda ha un commissario e tre possibili acquirenti per le lavorazioni a freddo, nessuno dei quali è russo, mentre l'altoforno probabilmente chiuderà.

La proposta di Boccia equivale dunque a un ultimo tentativo, quello di salvare un pezzo dell'industria siderurgica italiana nel cuore del Sud, in Puglia dove ieri una delegazione di 25 operatori russi ha incontrato oltre cento rappresentanti di altrettante imprese del settore tessile, abbigliamento, calzaturiero, agroalimentare. Con qualche speranza: i rapporti commerciali sono già buoni visto che l'export pugliese è cresciuto in un anno dell'11%.

Del pacchetto Ilva non si parlerà probabilmente negli incontri ufficiali dei prossimi giorni, in quelli Letta squadernerà il piano di privatizzazioni: Eni, Finmeccanica, Fincantieri forse i bocconi più appetibili per i magnati russi. Ma c'è chi dice che il premier tenterà di inserire anche il «caso Alitalia», approfittando dell'arrivo dei manager di Aeroflot.

 

 

banch ilva ILVA DI TARANTO STEFANO FASSINA E FRANCESCO BOCCIAletta putin foto palazzo chigi x Ulyukaev E PUTIN d ffa cd c jpegAlexey Ulyukaev and Elvira Nabiullina June

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…