giuseppe conte domenico arcuri

VERGOGNE ITALIANE: IL PIANO PER GLI OSPEDALI È IN RITARDO DI SEI MESI - C’È UN DECRETO DELLO SCORSO MAGGIO, POI UN BANDO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO ARRIVATO SOLO IL 1° OTTOBRE E DECINE DI AZIENDE CHE ANCORA ASPETTANO UN VIA LIBERA PER INIZIARE I LAVORI NEGLI OSPEDALI - PER GLI IMPRENDITORI LA COLPA È DELLA BUROCRAZIA E DI ARCURI CHE HA RALLENTATO IL PROCESSO ACCENTRANDO OGNI CONTROLLO. PER LA STRUTTURA COMMISSARIALE, INVECE, LA RESPONSABILITÀ È DELLE REGIONI…

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

Può definirsi d' emergenza un provvedimento che dopo sei mesi, nonostante la pandemia, non ha ancora trovato realizzazione? Un decreto dello scorso maggio, poi un bando della presidenza del Consiglio che arriva solo il 1° ottobre e decine e decine di aziende che ancora aspettano un via libera per iniziare i lavori negli ospedali, con l' obiettivo di potenziarli contro il virus, mentre i vaccini fanno sognare un' uscita dall' incubo a breve.

 

La storia che segue è il racconto di un ennesimo ritardo che dà ragione all' Organizzazione mondiale della Sanità quando dice che l' Europa ha perso l' opportunità dei mesi estivi «per mettere a punto misure e infrastrutture necessarie» a fronteggiare le successive ondate dell' epidemia. L' Italia rientra in pieno in questo fallimento anche perché non è riuscita a trasformare in cantieri i finanziamenti destinati agli ospedali per non soccombere al Covid.

 

Arcuri Conte

Poco prima delle quattro di pomeriggio dello scorso 1° ottobre Domenico Arcuri, commissario straordinario sotto le dipendenze di Palazzo Chigi, spesso accusato - anche dai partiti di governo - di accentrare su di sé poteri e decisioni su ogni fronte della pandemia, fa pubblicare un bando di gara «per l' affidamento dei lavori, servizi di ingegneria, architettura e altri servizi tecnici, al fine dell' attuazione dei piani della rete ospedaliera nazionale».

 

Si tratta di lavori per terapie intensive/semi-intensive, adeguamento dei Pronto soccorso e dotazione di mezzi di trasporto su 21 lotti, comprese le Province autonome di Trento e Bolzano, per un totale di 713 milioni euro di stanziamenti previsti. Il disciplinare del bando parla di «procedura aperta di massima urgenza» e rimanda all' articolo 1 del decreto legge n.34 del 2020. È l' ormai famoso decreto Rilancio, licenziato dal governo nei giorni finali del lockdown e proiettato, almeno così è scritto sulla norma, «al riordino della rete ospedaliera in relazione all' emergenza da Covid-19», anche attraverso «piani di potenziamento e riorganizzazione adottati» dalle Regioni e dalle Province autonome.

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

 

Tra una settimana è dicembre, e a due mesi dalla pubblicazione del bando, e a quasi sette dal decreto, quei piani non sono ancora diventati attuabili e nemmeno un contratto è stato reso operativo. È stata un' azienda, che si è aggiudicata appalti in diversi lotti, a raccontare a La Stampa del paradosso di lavori finanziati contro il Covid «che rischiano di vedere la luce in primavera», quando il Covid potrebbe essere già piegato dal vaccino, e a spiegare come il ritardo si è protratto per mesi.

 

«È come se ci avessero consegnato un assegno non bancabile», spiega la fonte, sotto anonimato. Il 12 ottobre scorso scadono i termini per la presentazione delle offerte alla gara avviata il primo del mese. Il 29 si conosce l' esito delle istruttorie. Degli oltre 800 soggetti partecipanti, tra imprese e professionisti, 100 sono gli aggiudicatari. Il 2 di novembre iniziano le verifiche dei requisiti da parte di Invitalia, azienda del Tesoro guidata dal 2007 da Arcuri. Il 7, poi prorogato al 14, è il termine ultimo per consegnare la documentazione richiesta tra cui la fideiussione. Risultato: a oggi i contratti siglati sono ancora in sospeso.

coronavirus ospedale civico di palermo 10

 

Di chi è la colpa di questi ritardi? Secondo le aziende: delle eterne lungaggini burocratiche italiane e di Arcuri che ha rallentato il processo accentrando nuovamente su di sé ogni controllo. Secondo quanto ci riferiscono dalla struttura commissariale, invece, la responsabilità è da considerarsi diffusa e coinvolgerebbe anche le Regioni.

 

A questo proposito, va fatta attenzione al calendario, perché è altrettanto importante capire come si è arrivati a pubblicare una procedura di estrema emergenza solo alle soglie della seconda ondata. Il decreto Rilancio viene convertito in legge dalle Camere a metà luglio. I primi due mesi vanno via così e soltanto il 28 luglio il ministero della Salute e la Corte dei Conti validano i programmi di potenziamento della rete ospedaliera delle Regioni e trasmettono ad Arcuri.

coronavirus ospedale

 

Qui sorge il solito problema dello schizofrenico federalismo all' italiana. I cronoprogrammi dei piani di riorganizzazione durano in media due anni, quando si spera che la pandemia sarà solo un ricordo lontano. In due casi (Lombardia e Lazio) fino al 2024, in uno (Friuli), addirittura al 2027. E infatti, come ennesimo paradosso, la durata dell' accordo quadro nel bando di gara alla fine sarà fissato in 48 mesi dal momento del contratto. Non solo.

 

A fine luglio molti di quei piani regionali vengono consegnati su fogli Excel, con cifre nude, prive di dettagli tecnici, operativi e logistici. Inutilizzabili per avviare le gare, secondo la struttura commissariale, costretta a ricontattare Regioni e Province per capire quali cantieri avviare. Finalmente, il 17 settembre vengono individuati 1044 interventi, ripartiti tra 176 ospedali. In un Paese dove si vive sempre di emergenza, il rischio è di non riconoscerla più in tempo, l' emergenza.

coronavirus ospedale di varese

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...