1. DI QUESTI GIORNI CONFUSI E VACUI CI RESTERANNO POCHI FOTOGRAMMI: RENZIE CHE VA DAL SUO PARRUCCHIERE TONY (PROSSIMO OPINIONISTA NAZIONALE) PER FARSI UN’ULTIMA LAMPADA E AGGIUSTARE IL CIUFFO; LA PASSEGGIATA CON IL CIUFFO DELLO SCARPARO A PALLINI; L’INCONTRO CON IL CIUFFO DI LUCHINO DI MONTEZEMOLO; IL CIUFFO PER BENE DI DELRIO CHE AGGIORNA IL DOSSIER DELLE PROSSIME NOMINE PUBBLICHE 2. IL NUOVO SONO LORO, I RAGAZZI COL CIUFFO. ANCHE SE QUALCUNO CORRE VERSO I SETTANTA COME DIEGUITO & LUCHINO, IN UN ALLEGRO SBERLUCCICARE DI BRACCIALETTINI 3. MENTRE IL VECCHIO SONO LE PELATE DI RE GIORGIO, LETTA, ALFANO, IL CAINANO E L’EVERSIONE DELL’ORDINAMENTO DEMOCRATICO È LA PAZZA CHIOMA DI GRILLOMAO-CASALEGGIO. TRA CINQUANT’ANNI, IN ASSENZA DI CONTENUTI, LA PAROLA DEFINITIVA SULLA POLITICA ITALIANA DEGLI ANNI DIECI SARÀ MOLTO PROBABILMENTE AFFIDATA A UN PARRUCCHIERE

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - VERSO LA LISTA CIUFFI-FULL
Certo, lo chiami "programma" ed è subito noia, vecchiume, rito arcaico, zeppa democristiana. E va bene. Però, Alfano a parte, sarà lecito chiedersi quali siano i contenuti del Renzie Uno? O dobbiamo accontentarci della ripetizione incessante dell'aggettivo "nuovo, nuovo, nuovo", che è come quando Sgarbi ripete "capra, capra, capra" all''infinito?
Verremo certo stupiti dagli effetti speciali del Rottam'attore e il giorno del giuramento il bel visino di Madonna Boschi farà premio su tutto.

Ma di questi giorni confusi e vacui ci resteranno pochi fotogrammi: Renzie che va dal suo parrucchiere Tony (prossimo opinionista nazionale) per farsi un'ultima lampada e aggiustare il ciuffo; la passeggiata con il ciuffo dello Scarparo a pallini Diego Della Valle; l'incontro con il ciuffo di Luchino di Montezemolo; il ciuffo per bene di Delrio che aggiorna il dossier delle prossime nomine pubbliche.

Il nuovo sono loro, i ragazzi col ciuffo. Anche se qualcuno corre verso i settanta come Dieguito&Luchino, in un allegro sberluccicare di braccialettini. Mentre il vecchio sono le pelate di Re Giorgio, Lettanipote, Alfanayev, Berluskaiser e l'eversione dell'ordinamento democratico è la pazza chioma del duo Grillomao-Casaleggio. Tra cinquant'anni, in assenza di contenuti, la parola definitiva sulla politica italiana degli anni Dieci sarà molto probabilmente affidata a un parrucchiere.

2 - LA MESSA IN PIEGA HA I SUOI TEMPI
Repubblica dei renziani in fibrillazione: "Le garanzie di Renzi ad Alfano: ‘Non cerco altre maggioranze'. Il cronoprogramma del governo. Oggi l'incarico al segretario pd: ‘Mi gioco tutto. Cerco una squadra di competenti e di semplificatori con il coltello tra i denti. Io mi gioco tutto e anche loro" (p. 2). "Prima Della Valle, poi la corsa a Roma. Il sindaco prepara il suo saluto a Firenze (p. 3). Con le parole "cronoprogramma" e "road map", da Monti in poi, i giornaloni hanno spacciato incessantemente le peggiori stronzate.

Sulla Stampa, "Incarichi e tempi. I nodi da sbrogliare tra il sindaco e Alfano. Il leader Ncd continua a volere un ministero suo. L'idea di rimandare anche per non far adirare i partitini". "Il primo (imprevisto) sfilacciamento per il futuro premier. Manda sms ai suoi per negarlo, ma è nello stallo. Nel suo entourage gli uomini più politici gli suggeriscono di prendere tempo" (p. 3).

Per il Messaggero, "Tensione con il Nuovo centrodestra, rinviato il faccia a faccia con Angelino: si vedranno solo dopo la nomina. Giuramento possibile tra mercoledì e giovedì, il passaggio alle Camere previsto entro la fine della settimana. Un timing studiato per favorire la trattativa. I paletti del Colle non cambiano: maggioranza coesa sull'economia e completamento delle riforme" (p. 2)

3 - COLPI DI SOLE O SHATUSH?
Mentre la velinazza di giornata sul Corazziere della Sera ci assicura che "Il Colle non interverrà sulla scelta dei ministri" (p. 2), impazza un po' ovunque il totoministri. Per il giornale diretto da don Flebuccio de Bortoli, "Pomodoro favorita per la Giustizia. Proposte a Montezemolo e Moretti. Stamattina a Roma incontro con il presidente della Ferrari. Renzi avrebbe offerto la Salute a Gino Strada, ma il fondatore di Emergency avrebbe rifiutato" (p. 5).

Repubblica ammette una certa confusione in sala trucco e parrucco: "Rebus Economia, pressing su Letta e Alfano punta alla vicepresidenza. Guerra dice no, ipotesi Bernabè. Il nodo della Giustizia. Per l'Interno sale Franceschini. Renzi vuole un manager di prestigio allo Sviluppo: avanza l'ex ad Telecom" (p. 4). Avanza o è avanzato? La Stampa punta l'attenzione sull'unico ministro che conta davvero (infatti ce lo nominano da fuori): "Squadra bloccata in attesa del sì della Reichlin. Resta la favorita per l'Economia, ma ha chiesto tempo" (p. 4). Il Messaggero scrive che "Matteo vuole nomi a effetto" e quindi "Spunta Calvi alla Giustizia e pressing su Montezemolo" (p. 4). Indubbiamente sono nomi che fanno effetto.

Fuori linea il Giornale, che almeno non si beve certe favolette diffuse dal Colle: "Il pizzino di Napolitano: tre ministri li nomino io. Il presidente della Repubblica vuole farsi garante degli impegni presi con Bruxelles e rivendica la scelta per Giustizia, Esteri ed Economia" (p. 4).

4 - RAGAZZO, SPAZZOLA!
Oltre 600 poltrone da assegnare in enti e spa di Stato che poi faranno a gara a sponsorizzare congressi di partito, fondazioni di partito, fondazioni personali, Meeting e iniziative varie. Per Repubblica, il Rottam'attore prepara una spazzolata generale: "Scaroni via dall'Eni, Gubitosi alle Poste. Renzi alla prova delle poltrone di Stato. L'obiettivo è cambiare tutto: sondato Colao per il colosso energetico. Dopo 12 anni il pallino è in mano al centrosinistra: entro il 13 aprile la lista per le quotate" (p. 12).

5 - UN PO' DI LACCA E VIA, VERSO NUOVE AVVENTURE!
"Letta si è cacciato da solo. Il premier dopo le primarie si è bloccato. Il duello con Matteo era anche per le nomine degli enti, Eni in testa. Ma così avevamo tutti contro. Il Paese abbandonato, mentre lui faceva i suoi viaggi all'estero (...). Mi aspetto che Renzi faccia un governo forte: devono ripartire i cantieri, i consumi. Se ce la fa, evviva il governo Renzi". Direste mai che queste parole le ha pronunciate il compagno Ugo Sposetti, quello che paragonò il sindachino a Mussolini? Eppure è così (Repubblica, p. 9).

C'è invece tutta la suprema classe di Charly Rossella, oltre che una rara lezione di giornalismo applicato, in queste parole consegnate al Corriere: "La nostra conoscenza (con Renzie, ndr) risale ai tempi in cui io ero direttore di Panorama. Beh, una mattina la mia segretaria mi avverte: c'è il presidente della Provincia di Firenze in linea. Io me lo faccio passare, e lui, veloce, sicuro: ‘Direttore, posso chiederle un appuntamento? Vorrei conoscerla e farmi conoscere. Il giorno dell'appuntamento arriva, ci chiudiamo nella mia stanza e parliamo per un'ora. Quando è uscito, ricordo di essermi detto: ma questo è un fenomeno! Pensi che ero così sorpreso da quel ragazzo, che ordinai subito al mio caporedattore di fargli fare una bella intervista, che naturalmente poi impaginai con tutti gli onori" (p. 8). E intervistato dal Messaggero, sempre Rossella avverte: "Se a Berlusconi corresse vaghezza di fare l'appoggio esterno a governo Renzi, il Nuovo Centrodestra è finito (...) Se io fossi Alfano, sarei piuttosto impensierito" (p. 9).

6 - E A CORTE VOLANO LE CIABATTE
"Alfano: ‘Berlusconi irriconoscibile, circondato da troppi inutili idioti'. Il leader di Ncd contrattacca: in frantumi il sogno liberale di Forza Italia" (Corriere, p. 8). Gli risponde sulla Stampa la Biancofiore: "Siamo stati idioti, sì, a dare tutto quel potere a uno come Angelino. Scodinzolava più di Dudù. E ora con Ncd è ben al di sotto del 4 per cento" (p. 7).

Poi passa Vittorio Feltri e lo sistema così: "Il coniglione mannaro difende la propria botteguccia rubata al supermercato di Silvio Berlusconi, nei modi e nei tempi che tutti ricordiamo con disgusto (...) Altro che teatrino. Questa è una latrina in cui Alfano recita egregiamente nel ruolo di protagonista" (Giornale, p. 1). Ok, ma tirare almeno lo sciacquone ogni tanto?

7 - LE MANI IN PASTA
Con tutti i sorrisi che arrivano da Cologno Monzese in direzione Firenze, sarebbe da stupirsi che Renzie si occupasse veramente di tv e telefoni. Affari&Sfiganza di Repubblica tenta ugualmente di attirare l'attenzione su questo groviglio di interessi che da oltre vent'anni paralizza l'Italia: "La tv al tempo della Renzinomics, attese e rischi per Rai e Mediaset. Nessuno si aspetta interventi diretti sul mercato televisivo.

Ma ci sono scelte sul tavolo del nuovo governo che avranno un impatto forte: dalle scelte sulla banda larga dipendono i rapporti con Telefonica, possibile alleata del Biscione nella pay. A viale Mazzini sui conti c'è ottimismo: perdite forse quasi azzerate nel 2013". Intanto "Parte l'asta delle frequenze. Pochi editori e banche d'affari. Una gara ai minimi termini. Tre reti di cui solo una di buona qualità ma con alcuni problemi di interferenze. Voci su un interesse di Cairo" (pp. 2-3).

8 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Il CorrierEconomia diffonde l'orgoglio delle banche nostrane con una paginata sulle bad bank in arrivo: "Bab Bank, la via italiana passa (solo) dai privati. Unicredit e Intesa Sanpaolo sono al lavoro (anche) per un progetto comune. Mediobanca e Fonspa pensano alle medio-piccole. Washington, Londra e Madrid si sono mosse subito. Da noi solo ora che i crediti deteriorati superano 155 miliardi".

L'articolo si apre con il virgolettato anonimo di un qualche campione del credito (deteriorato): "Ma quale bad bank? Quei tempi sono passati mentre in Italia eravamo distratti da altri pensieri. La Spagna ha portato a casa 40 miliardi dall'Unione Europea nell'ambito del piano Salva-stati. Noi, al solito, siamo rimasti a guardare e adesso la bad bank dobbiamo farcela da soli, privatamente". Ecco, bravi, fatevela da soli, privatamente. Se invece volete la garanzia dello Stato, va bene lo stesso, ma prima vi dimettete tutti. Perché lo sanno tutti da dove vengono quei 155 miliardi: hanno nomi e cognomi.

9 - FREE MARCHETT ALLA "NEW JOURNALISM"
"Il successo di Salewa? Welfare per i dipendenti". "The Bridge. Le borse di Scandicci alla conquista dell'Est". Ma le pagine 22 e 23 della Stampa di oggi quanto sono costate?

 

 

orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom RENZI, BOSCHI,RENZI E I FRATELLI DELLA VALLE ALLO STADIO FOTO LAPRESSE RENZI E I FRATELLI DELLA VALLE ALLO STADIO FOTO LAPRESSE Montezemolo e Della Valle all evento CAssina per il Salone del Mobile foto Corriere DELLA VALLE E MONTEZEMOLO index BEPPE GRILLO E CASALEGGIO AL QUIRINALE ALFANO GRILLO BERSANI BY BARALDI MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA GINO STRADA E RICCARDO SCAMARCIO BOLLE DI SAPONE GINO STRADA Piero Fassino Alfredo Reichlin Gubitosi Andreatta foto Olycom RENZI ROSSELLAMichaela Biancofiore

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”