berlusconi conte merkel

VI RICORDATE LO SPREAD? È TORNATO PER ROSOLARE LE NATICHE DI CONTE E COSTRINGERE I GRILLINI, QUANDO A FINE MAGGIO SARÀ ''PRONTO'' IL MES NUOVA VERSIONE, A INGOIARLO SENZA TROPPE LAMENTELE DAVANTI AL BARATRO DELL'ECONOMIA REALE E AL RICATTO DELLA FINANZA. E SE QUALCHE PASIONARIO A 5 STELLE DOVESSE MOLLARE LA MAGGIORANZA IN PROTESTA, È PRONTA LA TRUPPA DEI ''RESPONSABILI'' BERLUSCONIANI - L'ASSE CON MACRON PER ANTICIPARE IL RECOVERY FUND

1. CONTE SPERA DI ARRIVARE A METÀ MAGGIO PER FAR INGOIARE IL MES AL M5S

Dall'articolo di Tommaso Ciriaco e Alberto D'Argenio per ''la Repubblica''

 

giuseppe conte luigi di maio

Duecentotrentacinque punti base: con certi numeri è impossibile scherzare senza bruciarsi. È metà pomeriggio, lo spread galoppa. Da alcune ore grillini e Pd duellano sul Mes. Cavalcando la tensione, Luigi Di Maio fomenta il malumore dei gruppi parlamentari e cerca di riprendere in mano la guida del partito. Chiede ai fedelissimi di picchiare sul Fondo Salva Stati. E non sono solo i 5S più radicali. "Il Salva Stati senza condizionalità - scandisce il capogruppo alla Camera Davide Crippa - non esiste!".

 

(…)

 

Palazzo Chigi, come il Tesoro, pensano che quella strada potrebbe essere percorsa. E sancendo la tregua, spostano il problema in avanti, di un mese almeno: il nuovo Mes non sarà comunque pronto prima della seconda metà di maggio. A quel punto - e di fronte a parametri macroeconomici che si fanno di settimana in settimana più preoccupanti - Conte (sostenuto dai ministri 5S) ritiene di poter far rientrare la fronda pentastellata, sancendo un nuovo patto con Di Maio. Che per adesso alza il prezzo, ma punta a un accordo per riprendere il controllo di fatto del Movimento.

 

SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI

Nel frattempo, comunque, il premier coltiva un rapporto stretto con la fazione più moderata dell'opposizione. L'operazione dei "responsabili" non si è mai fermata e potrebbe portare frutti già nei prossimi giorni, per bilanciare eventuali diaspore dell'ala radicale grillina. Ma anche il confronto con Forza Italia sembra essersi intensificato. Tanto che Antonio Tajani sente il premier con cadenza quasi quotidiana, rappresentando la linea sancita da Silvio Berlusconi: "Senza una soluzione alternativa concreta, questo governo non deve cadere".

 

 

2. LA MOSSA DI CONTE SUL MES IL VOTO IN PARLAMENTO SOLO AL MOMENTO DELL'ATTIVAZIONE

Marco Conti per “il Messaggero

 

Lo spread sale, la borsa di Milano crolla, la Bce compra a manetta titoli pubblici italiani (37 miliardi solo la scorsa settimana), mentre M5S e Pd discutono del Fondo salva-stati (Mes). A metà giornata è Giuseppe Conte ad intervenire chiamando i capidelegazione e invitandoli a cessare la polemica. «Abbiamo sempre giocato da squadra, ora ci troviamo in uno dei momenti più delicati della nostra storia, ed è bene che si torni a giocare da squadra», il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, tornato di fatto a guidare il M5S, è il primo a gettare acqua sul fuoco.

 

LA BARRA

giuseppe conte nicola zingaretti 1

Poco dopo anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti ringrazia il governo per i «risultati importanti» consegnati al Consiglio Europeo. Ma Zingaretti invita anche il governo a valorizzare «le novità che anche grazie all'iniziativa italiana sono state introdotte e strumenti che possono essere preziosi per ripartire». Il nodo dell'utilizzo o meno del Mes resta e la sordina che palazzo Chigi prova a mettere alle polemiche non copre tutto il nervosismo che taglia la maggioranza, anche perché il reggente del M5S, Vito Crimi, in un'intervista al Fatto tira in ballo la durata del governo.

 

Gualtieri Conte

A metà pomeriggio Conte decide di intervenire perché - scrive sui social - il dibattito «rischia di dividere l'Italia» e, anche se non lo dice, mina la battaglia che intende condurre sui Recovery bond. Conte sostiene, non a torto, che ora la discussione è inutile e che solo alla fine della trattativa Ue «potremo valutare se questa nuova linea di credito (il Mes, ndr) pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere» e «questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l'ultima parola».

 

 La correzione di linea piace a tal punto al Pd che Dario Franceschini interviene a stretto giro di posta per definire «ragionevoli le parole di Conte» perché «non è il tempo di posizioni pregiudiziali». «Verificheremo - aggiunge il ministro - se ci sarà la conferma di uno strumento, Mes o come verrà chiamato, senza condizionalità per affrontare la spesa sanitaria».

giuseppe conte dario franceschini

 

Soddisfatto anche il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri che guarda anche alla trattativa ancora in corso e che l'Italia deve condurre con la massima unità, almeno delle forze di governo. Resta il fatto che il presidente del Consiglio rinvia il confronto a quando il Parlamento dovrà discutere delle decisioni del Consiglio europeo e chiedere l'attivazione del Mes.

 

L'appuntamento rischia di diventare un vero e proprio spartiacque della legislatura qualora le posizioni nella maggioranza dovessero rimanere quelle attuali e se il Pd chiederà di utilizzare il Mes perché il board dell'eurogruppo e gli uffici del Mes hanno messo nero su bianco che non ci sono condizionalità - presenti e future - per chi spende per i danni provocati dalla pandemia. A quel punto occorrerà vedere cosa farà il M5S che - almeno per ora - non vuol sentir parlare del Mes mettendo in dubbio anche le proposte che l'Eurogruppo ha concordato e che ora dovranno essere ratificate dal Consiglio europeo.

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

 

«Le condizionalità del Mes esistono e il fatto che siano light non cambiano la sostanza - sostiene il sottosegretario grillino Manlio Di Stefano - vieni spinto dentro l'austerity passando dalla porta di servizio, invece che dall'ingresso principale». «Il Mes è un cappio al collo dell'Italia. Quelli del Mes non sono soldi regalati, come qualcuno vuole far credere, ma ulteriore debito», incalza il collega di governo e di partito Stefano Buffagni che poi torna ad evocare gli eurobond. Sulla stessa linea del M5S sono la Lega e FdI, mentre Silvio Berlusconi ha dettato a FI una posizione opposta e pienamente favorevole all'utilizzo del Mes «senza condizioni».

 

macron conte

Una cartina di tornasole su come si schierano i partiti si avrà oggi all'europarlamento quando si voterà una mozione in favore dei quattro pilastri messi in campo dall'Europa per arginare la crisi (Sure, Bei, Mes e Recovery). «Il M5S voterà con la Lega?», si chiede Benedetto della Vedova (+Europa). Unico tema che mette d'accordo tutti sono gli eurobond. Uscire dal Consiglio Ue con qualche certezza in più su tempi e quantità dei Recovery bond potrebbe servire a Conte per convincere i grillini. Ieri Ursula Von Der Leyen ha ricordato che «le azioni prese finora rappresentano nell'Ue quasi tremila miliardi di euro»,

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?