TURCHIA FUORI CONTROLLO - YUSUF YERKEL, VICECAPO DI GABINETTO DI ERDOGAN, PRENDE A CALCI UN MANIFESTANTE A SOMA, DOVE 280 PERSONE SONO RIMASTE INTRAPPOLATE IN UNA MINIERA DI CARBONE

1 - TURCHIA FUORI CONTROLLO
Da "Il Foglio"

C'è una immagine che gira su internet e sui media da mercoledì sera, è quella di Yusuf Yerkel, il vicecapo di gabinetto del premier turco Recep Tayyip Erdogan in posa plastica da calciatore, la gamba alzata per assestare il calcio, la cravatta violetta che svolazza. A prendersi il calcio non è un pallone, ma un uomo con una felpa nera, mentre due uomini con la divisa militare cercano di immobilizzarlo. L'uomo, si dice, è uno dei manifestanti di Soma, la cittadina della Turchia occidentale dove questa settimana un incidente in una miniera di carbone ha intrappolato e ucciso oltre 280 persone - e pare che sottoterra ce ne siano almeno altrettante.

Le manifestazioni sono scoppiate mercoledì pomeriggio, dopo che Erdogan era andato a Soma per la visita di rito (quello della miniera è il più grande disastro sul lavoro della storia della Turchia), aveva preso la parola e aveva detto cose che alle orecchie dei parenti delle vittime (e di molti osservatori) erano sembrate inaudite e sprezzanti. Il premier, anziché offrire ai parenti conforto per il loro dolore, ha iniziato a giustificarsi additando alla folla remoti precedenti di disastri minerari avvenuti non meno di cent'anni fa in America e in Inghilterra.

Sono cose che succedono, ha detto, e poi ha recuperato lo schema classico dei suoi discorsi pubblici degli ultimi mesi, e ha accusato degli oscuri poteri di cercare di avvantaggiarsi anche del disastro minerario contro il governo e contro di lui. I presenti non credevano alle proprie orecchie, e quando a questo si sono aggiunti un po' di propaganda dell'opposizione, il fatto che di recente il Parlamento ha rifiutato un disegno di legge per migliorare le misure di sicurezza sul lavoro, i sindacati che denunciano le condizioni pietose della miniera, ecco che per Erdogan sono iniziate le contestazioni al grido di: assassino!

Le proteste si sono estese a Istanbul e ad Ankara, e sono continuate anche ieri, quando i sindacati hanno indetto uno sciopero generale. Per le strade ci sono stati scontri con la polizia, arresti e collusi. Se c'è una cosa che nemmeno il più grande nemico di Erdogan può contestargli è l'assenza di acume politico. Per questo, da ieri, i commentatori si chiedono che cosa sia successo a Soma. Erdogan è uno stratega notevole, un buon oratore, lo ha dimostrato più volte nei suoi dieci anni al governo e anche nell'ultima campagna elettorale per le elezioni locali che l'Akp, il partito di governo, ha stravinto contro i pronostici.

L'incidente della miniera di Soma avrebbe potuto essere per Erdogan un'occasione per mostrarsi leader compassionevole. Anche lo spin doctor alle prime armi sa che in queste occasioni l'unico comportamento concesso è l'empatia, ma a Soma Erdogan è stato aggressivo, scostante, su internet ieri si è perfino diffuso un video concitato in cui secondo l'opposizione il premier darebbe un pugno a uno dei manifestanti che lo stanno contestando.

Da mesi l'opposizione sostiene che Erdogan sta perdendo il controllo del paese, che la paranoia lo sta divorando e che l'artefice del modello turco di democrazia, crescita e islam ha perso se stesso. Le rivolte di piazza Taksim (ci sono resoconti di un Erdogan sconfortato che convoca i capi dei manifestanti e chiede loro: perché?), le accuse di corruzione, le faide con il gruppo islamico di Fethullah Gülen lo hanno trasformato nel corrotto e nell'autoritario e nel censore di internet di cui parla tutta la stampa occidentale.

A Soma la Turchia è sembrata un paese fuori controllo, dove il lutto nazionale si trasforma in scontro di strada - e la colpa è soprattutto di Erdogan. Nei prossimi giorni, a meno di sorprese, Erdogan annuncerà la sua candidatura alla presidenza della Repubblica turca. Le elezioni saranno il 10 agosto, per vincere c'è bisogno del 50 per cento più uno dei voti, alle ultime elezioni l'Akp è arrivato al 45.

2 - TURCHIA: CALCI A MANIFESTANTE, DIFESA CAPO-GABINETTO ERDOGAN
(ANSA) - Il primo consigliere del premier turco Recep Tayyip Erdogan è sceso in campo in difesa del collega Yusuf Yerkel, immortalato in una fotografia mentre due giorni fa a Soma, teatro della più grave strage mineraria della Turchia moderna, prendeva a calci un contestatore a terra.

"Non e' possibile capire che cosa sia successo basandosi solo su una fotografia", ha scritto sul quotidiano Star. Secondo Akdogan, Yurkel avrebbe reagito perchè il manifestante poco prima aveva dato dei calci ad un'auto della scorta di Erdogan. Il premier turco è stato duramente contestato a Soma dalle famiglie delle centinaia di minatori morti. Il primo consigliere del premier ha dato la colpa degli incidenti a "membri di alcune organizzazioni contrarie al primo ministro che si sono infilati nella folla sfruttando il dolore dei familiari delle vittime".

Niente scuse quindi. Lo stesso Yerkel, citato dall'agenzia semi-ufficiale Anadolu, non ne ha fatte, denunciando invece ''insulti e provocazioni'' durante la visita di Erdogan a Soma. La sua foto mentre colpisce un uomo mantenuto a terra da due soldati ha fatto il giro del mondo ed ha provocato "furore", scrive Hurriyet, sulle reti sociali. Yerkel si è detto "profondamente dispiaciuto per l'incidente": "mi dispiace - ha precisato - di non essere riuscito a mantenere la calma nonostante provocazioni, insulti e attacchi subiti".

 

YUSUF YERKEL YUSUF YERKEL YUSUF YERKEL CALCIO A UN MANIFESTANTE YUSUF YERKEL E ERDOGAN erdogan merkel

Ultimi Dagoreport

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)