DI VIMINALE IN PEGGIO: INSIEME AL PREFETTO LA MOTTA, INDAGATO ANCHE IL VICEPREFETTO ROSA MARIA FRISARI

Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

Alla fine dell'interrogatorio il finanziere svizzero Rocco Zullino lo ammette: "Avevo il dubbio che il prefetto Franco La Motta (dal 2006 ad aprile, vice capo dei servizi segreti civili, e prima ancora direttore del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'interno, Ndr) si appropriasse di fondi dello Stato. Ero consapevole che l'intero meccanismo posto in essere con la mia partecipazione, in particolare attraverso la comunicazione al F.E.C. Ministero degli Interni di documentazione che rappresentava una giacenza diversa rispetto a quella reale, era tale da consentire la sottrazione da parte di soggetti privati, ad iniziare da La Motta, dei fondi pubblici investiti tramite me dal F.E.C. stesso".

Mentre la situazione del prefetto in pensione Franco La Motta, indagato per associazione a delinquere, corruzione e peculato, si fa più nera, si scopre che anche il viceprefetto Rosa Maria Frisari è indagata. È l'ultima sorpresa dell'indagine sui 10 milioni di euro del ministero dell'Interno spariti, grazie ai servigi del produttore cinematografico Eduardo Tartaglia e del broker Rocco Zullino, in Svizzzera insieme ai soldi della camorra. Ieri la Procura di Roma sembrava una succursale del Viminale.

Sono stati sentiti come persone informate dei fatti dal pm di Roma Paolo Ielo e dal pm di Napoli Marco Del Gaudio (che indaga insieme ai colleghi partenopei Antonello Ardituro e Cristina Ribera) ben sette alti funzionari del ministero dell'Interno, tutta la struttura che sovrintende alla gestione dei fondi del F.E.C.

Nella documentazione sequestrata spunta un conto dell'AISI con due sole cifre di differenza rispetto a quello di Nicola Imbriani, finito in carcere con l'accusa di essere il braccio destro del boss Giuseppe Polverino. Dal carcere Rocco Zullino apre scenari inquietanti. Il 13 maggio 2013, sentito dai pm Del Gaudio e Ardituro insieme al collega Ielo, racconta: "A falsificare le posizioni relative alle relazioni contabili in Hottinger, di cui si occupava il prefetto Franco La Motta, era un ingegnere informatico dei servizi segreti italiani".

A questo punto i pm gli mostrano l'estratto conto 504550 del 20 ottobre 2010 intestato a "AISI ROMA". I servizi segreti investivano in Svizzera? Zullino risponde: "Sono letteralmente allibito perché l'unico contatto che ho avuto con l'AISI risale almeno ad un anno e mezzo prima, quando fui presentato al responsabile finanziario dell'AISI dal Tartaglia e dal La Motta, allo scopo di valutare la possibilità di investire delle somme che l'AISI aveva in posizioni finanziarie presso una banca italiana, spostandole presso la Hottinger". Insomma il contatto ci fu ma poi - spiega Zullino - non se ne fece nulla. Il numero simile al conto di Imbriani fa pensare - secondo Zullino - a una "falsificazione".

Il dubbio ai pm però resta. Il finanziere ripercorre così invece la storia del conto del F.E.C.: "Titolari del potere di fìrma erano il prefetto La Motta e la dottoressa Frisari... vi fu una prima tranche di versamenti nel 2006, per 2,5 milioni di euro. La gestione doveva essere suddivisa 10% metalli preziosi, 10% azionaria, tutto sommato si trattava di un investimento dalle caratteristiche ‘conservative'".

Nel 2006 La Motta viene nominato numero due dei servizi. "Prima di lasciare il F.E.C. - quando sul conto vi era la somma indicata, ha richiesto l'apertura di un collaterale, ossia - spiega sempre Zullino - un finanziamento garantito dalle somme in essere sulla relazione bancaria". In pratica La Motta usa i soldi pubbici come garanzia per ottenere credito. "Originariamente - spiega Zullino - il "collaterale" fu aperto per una richiesta di 300 mila euro, giustificata dal La Motta con la necessità di acquistare un immobile per conto del F.E.C.".

I magistrati si innervosiscono e gli contestano che non si è mai visto un ministero chiedere un mutuo a una banca svizzera per comprare un appartamento, come una giovane coppia. Ma Zullino replica "la linea di credito venne utilizzata tutta, sulla base delle disposizioni di La Motta, con la firma della funzionaria".

E si arriva allo svuotamento mediante "bonifici sulla società Silgocom, che li transitava in Italia". Il conto finale di Zullino è impietoso: "Il F.E.C. ha versato totalmente 8 milioni. La Motta ha prelevato in tutto 6-7 milioni. Nel 2009 la posizione F.E.C. era totalmente prosciuga. L'ultimo atto di svuotamento avvenne tra il 2008 e il 2009".

 

 

FRANCESCO LA MOTTAla motta francesco prefetto Franco La Motta FRANCESCO LA MOTTA E SIGNORA - copyright PizziPAOLO IELO PM

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