grillo fico di maio di battista

AL VOTO? MADDECHÉ! QUEI 55 GRILLINI ‘INDIGENTI’ CHE SI AGGRAPPANO AL SEGGIO - IN 31 L’ANNO PRIMA DI ENTRARE IN PARLAMENTO DICHIARAVANO REDDITO ZERO. ALTRI 25 ERANO A RIDOSSO DELLA SOGLIA DI POVERTÀ - FICO E DI MAIO? ZERODI BATTISTA? 3176 EURONI SONANTI IN UN ANNO, 264 AL MESE. ALLUNGARE LA LEGISLATURA VUOL DIRE MANTENERE IL REDDITO DA 99MILA (IN PARTE RESTITUITO)…

 

 

 

Matteo Basile per ‘il Giornale

 

GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTAGRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA

Per evitare il voto anticipato ci sono molte motivazioni più o meno valide. Alcune ideologiche, altre politiche, molte altre ancora meramente pratiche. C’è chi ha circa 100mila buone ragioni per arrivare alla scadenza naturale della legislatura. 100mila euro è infatti, spicciolo più, spicciolo meno, quanto incasserà ogni parlamentare da qui a febbraio 2018 tra stipendio base, indennità e assegno di fine legislatura.

 

alessandro di battista alessandro di battista

Mica male per tutti i Parlamentari. Un colpaccio per chi prima di arrivare nel dorato mondo di Palazzo uno stipendio proprio non ce l’aveva: gli onorevoli cittadini a Cinque stelle. Già proprio loro che il Palazzo, il denaro, i privilegi della casta li schifavano e dicevano, a parole, di volerli contrastare.

 

Sono ben 31 (3 dei quali già espulsi) i parlamentari del Movimento 5 stelle che per l’anno 2012, prima di diventare onorevoli cittadini, avevano presentato una dichiarazione dei redditi pari a zero. Almeno 50 nel complesso quelli mediamente a ridosso della soglia di indigenza.

 

luigi di maio foto ilaria magliocchetti lombiluigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi

Gli altri, viaggiavano su emolumenti da poche migliaia di euro fino ad arrivare a normalissimi stipendi da comuni mortali. Comunque nulla a che vedere con gli odiati rappresentanti della casta di cui ora fanno parte a pienissimo titolo. Basta fare due conti in tasca agli adepti del guru di Genova. È tutto pubblico.

 

luigi di maio 18 anniluigi di maio 18 anni

Prendiamo alcuni dei big del Movimento, quei volti noti che troviamo ogni due per tre a pontificare in televisione su quanto sia ingiusta la società in cui viviamo e magari a propagandare un illusorio reddito di cittadinanza per dare un obolo a chi non fa nulla, senza mai specificare con che denari poterlo fare. Il vicepresidente della camera (e perenne candidato premier in pectore) Luigi Di Maio, ad esempio, nel 2012 ha consegnato una dichiarazione a zero euro. Oggi viaggia su uno stipendio annuale di oltre 99mila euro.

 

Numeri molto simili per l’altra «punta di diamante» Alessandro Di Battista. Nel 2012, prima di occupare un comodo scranno a Montecitorio, il Dibba aveva dichiarato soltanto 3.176 euro di reddito annuale oltre a una partecipazione al 30% in una Srl, che lo vedeva anche nel consiglio di amministrazione.

luigi di maio alessandro di battista roberto fico   luigi di maio alessandro di battista roberto fico

 

Oggi, anche per lui, 99mila euro in saccoccia ogni anno. Stesso stipendio attuale percepito da Roberto Fico, membro grillino della commissione di Vigilanza della Rai. Nel 2012 il suo redditto era zero, nulla, nada, nemmeno un euro.

 

Stessa musica anche tra gli onorevoli cittadini senatori con dichiarazioni in bianco presentate da Daniela Donno e Vilma Moronese mentre Vito Petrocelli nel 2012 aveva dichiarato addirittura un reddito complessivo negativo: meno 296 euro. Se l’ormai ex M5s Monica Casaletto dichiarava di essere a carico del coniuge, ci sono anche quelli con reddito risibile come Emanuele Cozzolino, che nel 2012 ha dichiarato soltanto 24 euro o Mirella Liuzzi che ne ha dichiarati 114.

 

 Roberto Fico Roberto Fico

Ma gli stipendi degli altri parlamentari ante seggio conquistato a colpi di clic in rete non erano certo esaltanti. Rimanendo nell’ambito dei big, l’ex capogruppo alla Camera Roberta Lombardi dichiarava 22mila euro all’anno, Carlo Sibilia (quello, per capirci, che tra le tante perle ha messo in discussione la veridicità dello sbarco sulla luna) ne dichiarava 19mila. Angelo Tofalo 13mila, Riccardo Nuti 27mila, Carla Ruocco 26mila. Anche al Senato, nonostante l’età media sia forzatamente superiore, le dichiarazioni pre incarico non brillano. Michele Giarrusso dichiarò solo 9.800 euro annui, Paola Taverna 16 mila, Vito Crimi 23mila, Carlo Martelli addirittura 2800.

 

Riccardo Nuti e Claudia Mannino Riccardo Nuti e Claudia Mannino

Se per i cristiani la storia si divide in avanti Cristo e dopo Cristo, per moltissimi 5 stelle la vita recente si divide in avanti Beppe e dopo Beppe, il benefattore che li ha presi dal nulla portandoli agli onori della politica. Ma soprattutto facendoli volare da reddito zero, o quasi, fino ai circa 100mila euro ogni anno. Un’impennata fantastica che vale il primo premio alla lotteria del paesino di Sant’Ilario.

 

Mediamente lo stipendio di un parlamentare si aggira sui 13mila euro netti al mese (tralasciando le eventuali restituzioni previste dai contratti interni nel Movimento). Arrivando al voto a normale scadenza di legislatura, cioè intorno a febbraio 2018, ci sono altri 6 mesi di stipendio assicurati per un totale approssimativo di circa 100mila euro puliti.

 

Chi glielo fa fare di rincorrere le urne? Considerato che il dopo poltrona è un punto interrogativo (non a caso in molti tra i 5 stelle stanno pressando perché venga abolito il limite al secondo mandato) mettersi da parte un gruzzoletto in più non fa certo male. Bisogna pensare al futuro. Alla faccia della maledetta casta e dei suoi sporchi (una volta) privilegi. 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)