CACCIA ALL’ORSI - WOODCOCK & COMPANY HANNO PERSO LA PARTITA SULLA VENDITA DI DODICI ELICOTTERI AL GOVERNO INDIANO NEL 2010, MA AL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI NAPOLI SI FA NOTARE CHE PROSEGUIRANNO LE VERIFICHE SU ALTRE VICENDE FINMECCANICA E SU QUEL “SISTEMA” CHE AVREBBE ORIENTATO NOMINE E APPALTI DEL QUALE PARLAVA IN ALCUNE CONVERSAZIONI INTERCETTATE GOTTI TEDESCHI….

Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Provviste «in nero» di Finmeccanica versate alla Lega Nord. Tangenti pagate dopo la chiusura dell'affare per la vendita di dodici elicotteri al governo indiano nel 2010. È la nuova ipotesi di accusa dei magistrati napoletani contro Giuseppe Orsi, all'epoca amministratore delegato di AgustaWestland e ora al vertice della holding. Ma di tutto questo dovrà occuparsi la Procura di Busto Arsizio.

La Corte di Cassazione ha infatti accolto la richiesta del manager e ha deciso che il fascicolo debba essere trasferito per competenza ai pubblici ministeri del luogo dove sono residenti la maggioranza degli indagati, vale a dire Orsi, ma anche un dipendente indicato esclusivamente con il cognome, Garavaglia.

Gli inquirenti partenopei perdono dunque la partita, anche se al Palazzo di giustizia si fa notare che sarà trasmessa esclusivamente la parte di indagine che riguarda questa commessa estera, mentre proseguiranno le verifiche sulle altre e su quel «sistema» che avrebbe orientato nomine e appalti del quale parlava in alcune conversazioni intercettate l'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi.

Un gruppo composto da politici e manager che, a detta del banchiere, si sarebbero adoperati affinché Orsi rimanesse al suo posto anche dopo essere finito sotto inchiesta. E che farebbe capo all'amministratore delegato di «Fata spa», società controllata da Finmeccanica, Ignazio Moncada.

I DUE MEDIATORI STRANIERI
L'indagine nasce lo scorso anno dagli accertamenti su alcune mediazioni compiute dal faccendiere Valter Lavitola in Centroamerica, che per questo è stato arrestato e si trova tuttora nel carcere di Poggioreale. Tra i testimoni convocati dai pubblici ministeri - Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio - c'è Lorenzo Borgogni l'ex responsabile delle relazioni istituzionali di Finmeccanica che ha iniziato a collaborare dopo essere finito a sua volta sotto inchiesta.

E ha puntato l'indice contro Orsi, il manager che ha scalzato la vecchia dirigenza. Borgogni racconta che il nuovo amministratore delegato si è servito di due mediatori stranieri per concludere la vendita dei dodici elicotteri e proprio attraverso questa consulenza è riuscito ad accantonare «fondi neri per soddisfare le esigenze dei partiti e in particolare quelle del Carroccio». Poi chiarisce che si tratta di dieci milioni di euro. Il nome di Orsi viene iscritto nel registro degli indagati per corruzione internazionale e riciclaggio. I magistrati dispongono il sequestro dei bilanci e dei contratti stipulati da AgustaWestland relativi alla fornitura degli elicotteri.

Poi si spostano in Svizzera e in particolare a Lugano dove risiede Guido Ralph Haschke, l'ingegnere svizzero identificato come uno dei due «tramiti» con le autorità di New Delhi. E trovano tracce utili per l'inchiesta perché riescono a identificare l'altro mediatore, quello che si sarebbe prestato - grazie a una sovrafatturazione dei propri compensi - all'accantonamento delle somme. Tanto che loro stessi, nella memoria depositata in Cassazione, riferiscono come il reato di riciclaggio «è stato formulato soltanto in via alternativa e ipotetica».

LE «OMISSIONI» NEI BILANCI
Per Orsi scatta una nuova contestazione di finanziamento illecito ai partiti che gli viene contestata con la proroga delle indagini notificata qualche settimana fa. E sono i suoi stessi difensori - Ennio Amodio e Marinella de Nigris - a utilizzare l'argomento di fronte alla Cassazione per chiedere il trasferimento del fascicolo quando evidenziano come l'indagine debba essere trasferita «dove si ritiene consumata la mancata appostazione in bilancio del finanziamento alla Lega Nord e cioè presso la sede di AgustaWestland che si trova in provincia di Varese e dunque ricade presso il Tribunale di Busto Arsizio».

«Per quanto ci riguarda - dichiara l'avvocato della Lega Nord Domenico Aiello - si tratta di un'ipotesi campata per aria e sulla quale abbiamo già presentato querela nei confronti di Orsi. Lui parla di finanziamenti, ma poiché fa riferimento a dieci milioni di euro, dovrebbe anche dirci dove siano finiti questi soldi».

LE SEDI ALL'ESTERO
Nella sua motivazione il procuratore generale della suprema corte Aurelio Galasso chiarisce come entrambi i reati - corruzione internazionale e finanziamento illecito - sarebbero stati compiuti all'estero perché, come contestato dagli stessi pubblici ministeri napoletani, l'omissione nel bilancio riguarderebbe AgustaWestland ltd che ha sede in Gran Bretagna. E dunque la procedura prevede che l'indagine vada condotta nel luogo dove risiede la maggior parte degli indagati.

Secondo l'avvocato Amodio si tratta di una vittoria sia perché «la stessa Procura partenopea riconosce che il reato di riciclaggio è una eventualità prospettata solo "in via alternativa e ipotetica", sia perché, inoltre, anche il reato di finanziamento illecito a un partito è astrattamente configurato come condotta ascrivibile a una società estera. Dunque il nuovo corso delle indagini è dunque destinato a muoversi entro confini ben definiti, circostanza che consentirà di dissipare tutti gli equivoci sorti a proposito della vendita degli elicotteri Agusta al governo indiano».

 

ELICOTTERO AGUSTA WESTLAND VINCENZO PISCICELLI - JOHN WOODCOCK - FRANCESCO CURCIOGiuseppe-Orsigotti-tedeschiTRIBUNALE DI BUSTO ARSIZIO

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