volodymyr zelensky ucraina gas

ZELENSKY COME PUTIN: USA IL GAS COME ARMA DI RICATTO - LA DECISIONE UCRAINA DI BLOCCARE UN TERZO DEL METANO RUSSO VERSO L’EUROPA È UN MODO PER FORZARE LA MANO E SPINGERE L’UNIONE EUROPEA A VARARE NUOVE E PIÙ PESANTI SANZIONI CONTRO PUTIN - A BRUXELLES IL SESTO PACCHETTO DI MISURE ANTI-RUSSE ANNASPA: ORBAN TANTO PER CAMBIARE SI È MESSO DI TRAVERSO, CHIEDENDO PIÙ GARANZIE (TRADOTTO: VUOLE PIÙ SOLDI)

Andrea Bassi e Gianni Bessi per “il Messaggero”

 

volodymyr zelensky 1

L'embargo sul petrolio che annaspa. Quello sul gas nemmeno alle viste. Il nodo del pagamento in rubli non ancora sciolto. Sulle sanzioni l'Europa segna il passo. Così sulla scena della guerra energetica tra Europa e Russia sta emergendo un nuovo protagonista: l'Ucraina.

 

Da diverse settimane una delle domande che aveva sollevato l'invasione di Mosca, legata al possibile utilizzo del gas come arma politica, era se i rubinetti sarebbero stati chiusi prima da Putin o dall'Ue. È successo invece che a bloccare il flusso di forniture è stata direttamente Kiev. Per ora quasi senza conseguenze.

 

le vie del gas russo

LE SPINTE

Ieri in Italia sono arrivati 245 milioni di metri cubi di gas. Un po' meno dal Tarvisio, dove approda il gasdotto Tag che passa dall'Ucraina, un po' più da Passo Gries dove arriva Nord Stream.

 

Difficile dire però, se sia dipeso dalla decisione di Kiev. Anche perché l'Italia, come si dice in gergo, in questo periodo è lunga di gas. Ne arriva più di quanto ne serva. Ieri la domanda prevista era di 145 milioni di metri cubi. I 100 milioni in più avanzati sono stati pompati negli stoccaggi.

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

 

Ma allora come leggere la decisione ucraina di bloccare un terzo del gas russo verso l'Europa? Una delle possibili chiavi di lettura è che Kiev forse con il gas vuole forzare la mano all'Ue, dichiarando in modo chiaro la propria scontentezza nei confronti della sua tattica in merito alle nuove e più pesanti sanzioni alla Russia enunciate ma che vedono un fronte diviso.

 

Sta quindi usando la stessa tattica di Putin? Vediamo cosa è successo nelle ultime 48 ore. Naftogaz, la compagnia ucraina che gestisce i gasdotti d'interconnessione tra la Russia e l'Europa, ha inviato a Gazprom una lettera in cui spiega che la decisioni di interrompere i flussi è dovuta a «cause di forza maggiore».

 

esplosione gasdotto kharkiv

Una motivazione che appare volutamente vaga, che non spiega il motivo per cui questi problemi siano emersi proprio adesso. In ogni caso, «L'Ucraina non è più responsabile del trasporto del gas russo attraverso i territori ucraini sotto occupazione militare russa, cioè il valico di Sokhranivka e la stazione di compressione Novopskov», come riporta l'Ansa. Per capire il peso di questo stop, basta sapere che si tratta di un terzo del volume totale di gas che viene trasportato verso l'Europa.

 

LA MOSSA

L'operatore ucraino ha comunque comunicato sul proprio sito che il gas potrà comunque essere diretto su un secondo punto di entrata, a Sudzha, in modo che i contratti europei possano essere soddisfatti. Intanto, i prezzo del future di gas al mercato Ttf di Amsterdam pare confermare le dichiarazioni di Snam, che ha subito fatto sapere che non ci sono state riduzioni di fornitura: fino ad agosto si prevede resti stabile a 96 euro al mWh, dopo che era salito sopra i 100 euro appena si era saputo della chiusura dei collegamenti.

 

VOLODYMYR ZELENSKY CON LA FELPA

Ora il punto cruciale è se l'Ucraina userà davvero la possibilità di bloccare il trasporto del gas attraverso il proprio territorio come uno strumento di persuasione nei confronti dell'Ue, che si trova in una situazione di stallo per il veto dell'Ungheria all'approvazione di un embargo totale del petrolio russo.

 

È sempre più la politica del gas, che anche in tempi di pace vedeva protagonisti gli stati produttori: il braccio di ferro fra Usa e Russia per aggiudicarsi le forniture all'Europa ora può essere letta come una premonizione di quanto sarebbe successo. Ovviamente chi è maggiormente sotto pressione in questa situazione è l'Europa, stretta fra la necessità di rispondere alla minaccia russa con sanzioni sempre più dure ed efficaci e l'esigenza di avere il gas di Gazprom per fare funzionare l'economia.

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

 

La mossa dell'Ucraina è destinata a sparigliare le carte: darà una svolta se non al conflitto, almeno all'atteggiamento dell'Ue? Siamo a una mossa da cow boy di Zelensky: «O da una parte o dall'altra», con la chiusura della pipeline. E il cerino accesso, che lo porga Putin o Zelensky, resta in mano all'Unione europea.

DRAGHI PUTIN GASPUTIN il video messaggio in bianco e nero di volodymyr zelensky

volodymyr zelensky 2

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)