ZITTI E NUTI, O E’ SCISSIONE – DOPO LA “SIMPATICA” LOMBARDI, ARRIVA IL”DURO” NUTI:‘’CURRÒ E ZACCAGNINI? FORSE SONO NEL POSTO SBAGLIATO” - SCISSIONE!

Alessandro Trocino per "Il Corriere della Sera"

«Vieni, che ti portiamo nelle segrete stanze del Kgb». Scherza Nicola Biondo, capo della Comunicazione alla Camera. In ottemperanza al nuovo corso, l'intervista si fa dal vivo, alla presenza degli addetti alla Comunicazione. Telecamere della «Cosa», la tv del Movimento, non se ne vedono, ma non si può dire. «Sai, al telefono abbiamo avuto molte fregature - dice Biondo - Meglio vedersi in faccia».

Arriva Riccardo Nuti, nuovo capogruppo alla Camera, sottratto all'assemblea in corso. Succede a una febbricitante Roberta Lombardi, per il sollievo di alcuni che ne avevano già chiesto l'allontanamento. Fama da pasdaran, mascella da duro, Nuti sfoggia accento marcato palermitano e sorrisi concilianti. Sorrisi che si spengono quando si parla dei «dissidenti».

Cominciamo dall'intervista del «Corriere» a Stefano Rodotà.Deluso dalle critiche?

«E perché? Rimane una persona valida, con la quale condividiamo tante battaglie. Ci dispiace solo che abbia fatto critiche non avendo un'informazione corretta».

Grillo non ha reagito con questo understatement: gli ha dato dell'«ottuagenario sbrinato dal mausoleo e miracolato dalla rete».

«Ha usato il suo linguaggio, vi stupite ancora?»

Un po'. E comunque Rodotà era il vostro mito. Avete scandito e urlato il suo nome per giorni.

«Lo candideremmo ancora al Quirinale ».

Ma come? Grillo gli ha dato il benservito, augurandogli di rifondare la sinistra.

«Lo ha detto Rodotà della sinistra. E comunque sono stati gli elettori a votarlo ».

Rodotà dice che la rete non basta.

«Vero, lo sappiamo anche noi. Da sempre noi siamo rete e banchetti».

Ora anche tv, pare. Grillo e Casaleggio vi faranno lezione.

«Andremo in tv, ma non nei pollai».

Per Rodotà serve più presenza sul territorio.

«Scopre l'acqua calda».

Aggiunge che certi vostri candidati erano sbagliati.

«La gente vota i personaggi, più che i programmi. E per questo è più difficile per noi».

Il Professore dice che i parlamentari devono essere liberi di fare politica.

«Lo sono. Il voto sul Porcellum con Giachetti è stata una mossa politica decisa da noi in Affari costituzionali».

Quindi smentisce Vito Crimi? Aveva detto che i parlamentari a 5 Stelle non devono occuparsi di strategie politiche.

«Bisogna vedere se lo ha detto davvero».

Lo ha detto a noi, confermiamo.

«Allora diciamo che non devono occuparsi di alleanze».

T o r n a n d o a Rodotà, prima di lui era finita nella polvere Milena Gabanelli. È una strage di miti.

«Quel servizio di Report era pieno di cavolate. Ma la Gabanelli rimane una signora giornalista. Mica la buttiamo nella discarica».

Veramente avete minacciato di fare causa a Report.

«Lo sta dicendo lei».

Lo ha detto il senatore Lello Ciampolillo.

«Se ci sono gli estremi si ricorre contro quel servizio, che era tendenzioso, faceva capire cose non vere. Ma questo non significa buttare tutto Report».

L'impressione è che al primo accenno critico si diventa vostri nemici. Anche i vostri parlamentari: appena accennano un'opinione minimamente divergente, diventano mele marce da far cadere e buttare.

«Nel Movimento ognuno può esprimere liberamente la sua opinione. Ma non può andare contro lo Statuto, la Carta di Firenze e il codice di comportamento ».

Esprimere un'opinione sulla linea politica è normale.

«Ognuno può parlare, ma dentro le nostre regole».

E se lo fa lo stesso? È un dissidente da espellere?

«Voi li chiamate dissidenti, io invece disinformati. Non sanno le regole».

I «disinformati» che fine faranno?

«Uno all'inizio ci parla. Una, due, tre volte. Noi in questo siamo quasi masochisti, parliamo, parliamo. Poi, se non lo capisci, figlio mio, amen. Ci siamo visti. Restiamo amici».

Amici ma non troppo. Facciamo un esempio: Tommaso Currò.

«Ecco, parliamo di Tommaso. È uno che ha detto che il nostro Movimento deve diventare partito. Libero di dirlo, ma deve anche chiedersi: sono finito nel posto giusto? Se non è così, non posso costringerlo a restare». E se lui vuole restare? Espulsione? «Democrazia non è anarchia».

Ce ne sono altri di «disinformati»? Si parla di una decina almeno.

«Non lo so. Sulle posizioni di Currò c'è Adriano Zaccagnini».

E sono due. Vi farebbero un favore ad andarsene? Anche perché c'è questa storia delle «merde», come le chiama la Lombardi, che rivelano le vostre informazioni.

«Non è detto che siano loro le merde ».

Le state cercando?

«No, ho altro da fare. E comunque non saremmo felici se se ne andassero: vorrebbe dire che non hanno capito dove si sono candidati».

La Lombardi è stata molto criticata.

«Gli errori ci stanno. Nessuno di noi era esperto. Non so se altri al suo posto sarebbero riusciti a fare meglio».

Com'è finita la vicenda della diaria?

«È finita che quello che non è rendicontato sarà restituito. Chi protestava ci ha ripensato. Anche Zaccagnini, pare».

Presto si va a votare ai ballottaggi. C'è chi, come Di Battista e altri, ha detto che andrà. Voi però non appoggiate nessuno, perché «Pdl e Pdmenoelle sono uguali». E quindi, per esempio a Roma, anche Marino e Alemanno. Non è in contraddizione?

«Noi non appoggiamo nessuno, ma non diamo indicazioni. Chi vuole andare a votare è libero di farlo».

 

RICCARDO NUTI RICCARDO NUTI riccardo-nuti-m5sROBERTA LOMBARDI ENRICO LETTA ROBERTA LOMBARDI E VITO CRIMIbeppe grillo e roberta lombardi casaleggio grillo casaleggio E GRILLO Stefano Rodota VITO CRIMI CON IL MEGAFONO

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?