borsa finanza crollo borse

ATTENZIONE, ANNUNCIAZIONE, ARRIVA LA RECESSIONE! – LE POLITICHE MONETARIE ULTRA-AGGRESSIVE DELLA FED E L'ECONOMIA IN FRENATA SPAVENTANO GLI INVESTITORI: I LISTINI CADONO (PIAZZA AFFARI -3,36%), I RENDIMENTI VOLANO (BUND SOPRA IL 2%) E IL DOLLARO CORRE - VINCENT MORTIER DI AMUNDI: “NEL CASO DI UN'INTERRUZIONE TOTALE DELLE FORNITURE DI GAS RUSSO E DI UN ULTERIORE RAZIONAMENTO IN EUROPA, L'IMPATTO NEGATIVO SUI FONDAMENTALI SI ESTENDEREBBE ULTERIORMENTE, PORTANDO IL CAMBIO DOLLARO-EURO A SCENDERE SOTTO IL NOSTRO OBIETTIVO DI BREVE TERMINE DI 0,94”

BORSA CROLLO

Maximilian Cellino per il “Sole 24 Ore”

 

Borse sull'orlo del precipizio, rendimenti obbligazionari in fibrillazione e dollaro sul punto di sferrare un colpo da knock-out alle altre divise mondiali. Sembra proprio un disco rotto quello suonato a ripetizione dai mercati finanziari in questa settimana cruciale per gli investitori, densa com' era di appuntamenti con le Banche centrali (e non solo loro) a fare da protagonista.

LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

 

Volendo trovare un filo conduttore per raccontare la trama ordita sui mercati giorno dopo giorno, e ribadita ieri, è in effetti proprio l'atteggiamento sempre più aggressivo mostrato da chi governa le politiche monetarie a muovere in serie tutti gli ingranaggi. Il fatto che il punto d'arrivo dei tassi per la Federal Reserve possa spostarsi più in alto (fino al 4,75% secondo le attuali proiezioni dei membri del board della banca Usa) spinge per esempio i rendimenti dei bond, costringe gli operatori a correggere il premio al rischio richiesto per investire in azioni e manda in orbita il biglietto verde.

 

Non si tratta certo dell'unico elemento che condiziona gli investitori, visto che i segnali di una recessione in arrivo sono sempre più evidenti (ieri gli indici Pmi europei sono ulteriormente scesi sotto il livello spartiacque di 50) e che la decisione della Gran Bretagna di ridurre le tasse, di cui si parla a fianco, ha di sicuro creato ulteriore nervosismo. La marcia dei tassi (e la fiammata dell'inflazione da spegnere, che l'ha originata) è però il tratto distintivo, non solo di questa settimana, ma di tutto il 2022.

SPREAD ITALIANO 2

 

Lo è ovviamente per il mondo dei titoli di Stato, dove ieri in Europa si è assistito all'abbattimento di una nuova barriera, il 2% per il Bund decennale per la prima volta da oltre 10 anni, che porta con sé una serie di conseguenze a catena. Il BTp con analoga scadenza si è per esempio riportato al 4,35%, superando i livelli raggiunti a metà giugno. Allora, va detto, lo spread era su livelli superiori rispetto ai 233 punti base a cui si è fermato ieri sera, tanto per ricordare la «tregua» che gli investitori internazionali hanno accordato al nostro Paese in vista del voto di domani.

 

IL PREZZO DEL GAS

Negli Stati Uniti i Treasury viaggiano al 3,73% sulla scadenza decennale e addirittura al 4,19% sui 2 anni, con una marcata inversione della curva a riflettere da una parte l'atteggiamento sempre più aggressivo della Fed e dall'altra una recessione che appare ormai inevitabile. Dai bond alle azioni il passo può a volte essere però breve: «L'andamento atteso dei tassi di interesse è ora superiore a quanto ipotizzato in precedenza e il nuovo scenario che adesso incorporiamo nel nostro modello di valutazione supporta un rapporto fra prezzi e utili di 15 volte rispetto al precedente di 18 volte e implica un obiettivo a fine anno per l'indice S&P 500 di 3.600», avverte Goldman Sachs.

 

Per la banca d'affari Usa l'indice principale di Wall Street, che prima veniva proiettato a 4.300 punti a dicembre, potrebbe perdere dunque un ulteriore 5%, prima riprendersi (forse) nei sei mesi successivi e tornare a quota 4.000. I grandi operatori stanno dunque rifacendo i conti, inglobando i nuovi scenari economici, ma anche politici. L'ulteriore ribasso di New York e la disfatta dell'Europa (dove Piazza Affari ha ceduto il 3,4%, Parigi il 2,3% e Francoforte il 2%) vanno proprio nella direzione di quel riequilibrio.

wall street

 

Il tema del dollaro forte non sfugge alla logica di una Fed arrembante, ma quando si parla di euro (che ieri ha raggiunto nuovi minimi ventennali scivolando sotto la soglia di 0,98) anche la debolezza del Vecchio Continente ha il suo peso, non certo di indifferente. «Nel caso di un'interruzione totale delle forniture di gas russo e di un ulteriore razionamento in Europa - avverte Vincent Mortier di Amundi - l'impatto negativo sui fondamentali si estenderebbe ulteriormente, portando il cambio a scendere sotto il nostro obiettivo di breve termine di 0,94 e ad avvicinarsi addirittura ai livelli dei primi anni 2000».

 

wall street

Pochi sul mercato sembrano disposti a scommettere sul contrario, ma qualcuno che prova a remare controcorrente lo si trova. «Attenzione a proiettare automaticamente nel futuro la recente solidità del dollaro», mette in guardia Julian Marx di Flossbach von Storch, ricordando che «i tassi d'interesse Usa dovranno inevitabilmente invertire la rotta quando inizieranno a soffocare il mercato immobiliare o a frenare la crescita economica generale» e segnalando anche come possibili elementi di svolta in negativo elementi di ordine politico (con le elezioni di metà mandato in arrivo) e un indebitamento complessivo (famiglie, aziende e Stato) ancora leggermente superiore rispetto a quello dell'Eurozona. Resta in ogni caso cruciale capire se, e soprattutto quando, questo cambio di scenario potrà essere realtà.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?